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Last Autumn’s Dream – Yes – recensione

29 Marzo 2011 3 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2011
etichetta: Escape Music

Attivi dal 2002 e per chi segue il panorama Aor e Melodic Rock mondiale i Last Autumn’s Dream sono sinonimo assoluto di grandissima qualità e splendide melodie il tutto basato sulle roche corde vocali di Mikael Erlandsson.
Una delle caratteristiche principali di questo splendido gruppo è proprio la voce roca e graffiata di Mikael che forse ci si aspetterebbe al soldo di un gruppo più duro e rock ed invece in questo caso si adatta perfettamente a melodie nettamente più dolci e dai tratti delicati.
Il risultato è che i Last Autumn’s Dream dal 2002 ad ora si sono ritagliati un loro spazio nel cuore di molti fans del rock melodico internazionale. Non resta che vedere se questo Yes riuscirà a mantenere alto il livello della band svedese.

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Wheels of Fire – Hollywood Rocks – Recensione

17 Marzo 2011 1 Commento Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2010
etichetta: Avenue of Allies

Ripeschiamo questo album del 2010 in previsione della possibile partecipazione dei Wheels of Fire all’Heineken Jammin Festival (ricordatevi di votarli a questo link ).
I Wheels of Fire sono l’ennesima conferma del nuovo movimento in ambito Rock e Melodic Rock che dal 2009 ha portato alla luce o ha confermato artisti e band di sicuro valore (Shining Line, Edge of Forever, Brunorock, Hungryheart, F.e.a.s.t., Elektradrive, Borgogna, Skill in Veins… e questo solo per citarne alcuni) che hanno dato alla luce progetti che portano tutti ben impresso il marchio “Made in Italy”!
Hollywood Rocks segna il debutto della band capitanata da Davide “Rox” Barbieri e che vede come padrino d’eccezione Michele Luppi (Vision Divine, Killing Touch) di cui Davide è stato allievo. Prima di premere play un’ultima parola per lo “stile” del gruppo… sarà pure un progetto italiano, ma già dalla copertina è chiaro che il profumo che ci faranno assaporare i Wheels of Fire sa di America dalla prima all’ultima nota!
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M.ILL.ION – Sane & Insanity – recensione

16 Marzo 2011 1 Commento Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Metal Heaven

Spesso capita di incontrare band o artisti che propongono più fumo che sostanza e diciamocelo, spesso il fumo riesce ad annebbiare per bene la vista e a nascondere più di una lacuna… e poi ci sono invece band o artisti che sono pura sostanza e neanche un minimo di fumo! Da che li conosco i M.ILL.ION sono proprio una band di quest’ultimo tipo. Tanta sostanza fatta di ben 6 album pubblicati (questo Sane & Insanity è il loro settimo lavoro in carriera), un sacco di tour spesso condividendo il palco con gente del calibro di Magnum, Nazareth, Status Quo, MSG e Saxon solo per citarne alcuni e sicuramente una formazione di ottima fattura a cui da poco si sono aggiunti il nuovo chitarrista Andreas Grövle ed il nuovo tastierista Angelo Modafferi.
Le premesse quindi per mettere a segno un altro bel colpo con questo Sane & Insanity ci sono sicuramente tutte!

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Bonfire – Branded – Recensione

10 Marzo 2011 8 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2011
etichetta: LZ Records

Volete un’idea di cos’è il melodic hard rock? Allora ascoltatevi i Bonfire e questo loro Branded! Perchè a mio avviso i teutonici Bonfire sono sicuramente uno dei gruppi che meglio può incarnare lo spirito melodico dell’hard rock fatto di un sound sempre dannatamente incisivo e supportato da una sezione ritmica di tutto rispetto, grandi cori ed una voce particolare e graffiante come quella di Claus Lessmann.
Dopo il particolare The Rauber, tratto da un’opera teatrale di Friedrich Schiller, che fece storcere il naso a più di un fan e dopo comunque un decennio senza clamorosi successi per il duo storico Claus Lessmann / Hans Ziller tutti sperano che questo Branded riporti a far brillare nella notte il fuoco del Falò (Bonfire) tedesco!

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Miss Behaviour – Last Woman Standing – Recensione

04 Marzo 2011 2 Commenti Andrea Vizzari

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Avenue of Allies

Un’altra band svedese, un’altra band giovane, e un altro ottimo album. Loro sono i Miss Behaviour e come già anticipato, provengono dalla Svezia ormai diventata la culla dell’aor/melodic rock di alta classe. Il nuovo album rilasciato tramite Avenue Of Allies si intitola Last Woman Standing e vede un cambiamento significativo nella line up rispetto al precedente debutto Heart Of Midwinter del 2007: oltre ai due fondatori Henrik Sproge (tastiere) ed Erik Heikne (chitarre), si aggiungono alla band il cantante e bassista Sebastian Roos e il batterista Anders Berlin per un risultato davvero sorprendente. Grazie a questi nuovi innesti, la band sembra aver trovato un giusto equilibrio rispetto al precendete platter non proprio esaltante, dando alla luce un album che, pur attingendo molto dalla scena musicale scandinava e pur non mancando di fare il doveroso tributo alle band storiche del genere (specie per quanto riguarda il lavoro corposo delle tastiere) riesce comunque a non risultare scontato, banale o “vecchio”.

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Moritz – Undivided – recensione

01 Marzo 2011 2 Commenti Denis Abello

genere: AOR
anno: 2011
etichetta: Avenue of Allies / Frontiers Records

Ritrovarsi tra le mani il debutto di un gruppo come i Moritz che ha alle spalle oltre vent’anni di carriera è per certi versi sconcertante.  Se si pensa poi alla qualità di questo gruppo che avrebbe avuto assolutamente tutte le carte in regola al tempo per ritagliarsi un suo spazio tra nomi ben più blasonati quali Asia, Styx, ma anche Journey, allora non ci resta che arrenderci alle stane regole che guidano lo show business della musica.
Gli inglesi Moritz infatti sono attivi dalla metà degli anni ’80 e questo loro debutto Undivided è pronto ormai dal lontano 1988, ma solo ora riescono a darlo alle stampe e quindi come una improbabile macchina del tempo Undivided sta per riportarci a ritroso fino a quei giorni in cui l’Aor splendeva nel panorama musicale mondiale.

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Praying Mantis – Metalmorphosis EP – recensione

22 Febbraio 2011 0 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2011
etichetta: /

Un Ep in edizione limitata intitolato Metalmorphosis per festeggiare i trentanni dall’uscita di Time Tells No Lies. Questo il regalo che ci fanno gli inglesi Hard Rockers Praying Mantis, anche se nel loro caso parlare di semplice Hard Rock è riduttivo essendo loro stati tra i gruppi più influenti nella nascita del New Wave of British Heavy Metal (NWOBHM).
In Pratica i Praying Mantis hanno ripreso 3 pezzi dal loro album di debutto Time Tells No Lies (Children of the Earth, Lovers to the Grave e Panic in the Streets), il loro primissimo singolo omonimo (Praying Mantis) e infine un pezzo tratto dall’originale NWOBHM compilation Metal for Muthas (Captured City).
Il tutto è stato poi riarrangiato e risuonato dalla formazione attuale.
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ColdSpell – Out From The Cold – recensione

18 Febbraio 2011 0 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Escape Music

A due anni di distanza torna il potente sound degli svedesi ColdSpell.  Con il loro primo album Infinite Stargaze (2009) colpirono nel segno grazie soprattutto alla profonda voce del cantante Niklas Swedentorp ed ai tecnicismi messi sul piatto dalla chitarra dello straordinario Micke Larsson.
La loro musica riesce a fondere sapientemente il meglio dell’hard rock di stampo Euporeo quali ad esempio gli ultimi Europe ed in più donano, grazie alla qualità dei componenti della band, una buona dose di raffinata ricercatezza al loro sound generale.
Questo ha decretato due anni fa il successo del loro debutto ed ora i ColdSpell sono tornati per bissare e riconfermare quanto di buono già dimostrato allora.

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Hurtsmile – Hurtsmile – Recensione

16 Febbraio 2011 0 Commenti Andrea Vizzari

genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Frontiers Music

Nella musica ci vuole quel pizzico di fortuna. Diversi artisti solo con la loro bravura e la forza del duro lavoro sono riusciti a diventare qualcuno, ma nella maggior parte dei casi senza la dea bendata molti sarebbero ancora dei perfetti “sconosciuti”. Ma la fortuna in sé non basta comunque: mi si palesano subito in mente diversi episodi a conferma di questa affermazione vedi Blaze Bayley negli Iron Maiden o Tim “Ripper” Owen nei Judas Priest. Giovani cantanti dal talento innato chiamati a sostituire dei singer storici e importanti in band leggendarie. Purtroppo non è servito a molto, arrivati al momento sbagliato gli Iron e i Priest con questi “sostituti” diedero alla luce gli album meno belli della loro carriera, con tanta rabbia dei fans più incalliti e fedeli pronti a far ricadere la colpa ai nuovi innesti. Ma col senno di poi si capii che era più un songwriting deficitario e delle scelte di sound discutibili a penalizzare quei lavori, piuttosto che l’arrivo dei nuovi cantanti. Questo è quanto successo anche a Gary Cherone. Cantante e compositore negli Extreme, band hard rock che arrivò al successo commerciale nei primi anni ’90 grazie alla famosa ballad “More Than Words” (comunque lontana dallo stile funk-hard rock del gruppo), il buon Gary finì addirittura a partecipare con la sua band al Freddie Mercury Tribute Concert organizzato dai rimanenti Queen in onore al leggendario singer appena scomparso. Un onore riservato di certo ai grandi artisti. Poi la svolta: nel 1996 i Van Halen, orfani dall’abbandono di Sammy Hagar, scelsero proprio in Gary Cherone il loro nuovo vocalist. Il singer così si trovò a fare il salto di qualità andando in una delle rock band più famose della storia del rock, ma, proprio come Bayley/Owen citati prima, anche Gary non fu graziato dalla fortuna, così, dopo un deludente VHIII, il gruppo si sciolse e Gary dopo vari anni di pausa nel 2008 riformò i suoi Extreme ancora attivi fino a oggi. Gli Hurtsmile invece sono un side-project dello stesso cantante affiancato dal fratello Mark Cherone alle chitarre, Joe Pessia al basso e Dana Spellman alla batteria e percussioni. Il termine Hurtsmile, spiega lo stesso Cherone, è una parola che lui e il fratello Mark usavano molto da piccoli, che sta a indicare quel tipo di sorriso (“smile”) finto che i bambini mostrano quando si fanno male (“hurt”) e non vogliono piangere davanti ad altri bambini (una sorta di facciata per dimostrare di non essersi fatti nulla di che). Il disco mostra tutto l’estro del cantante americano in un mix estremo di tanti generi diversi per un lavoro molto interessante. Tuffiamoci allora insieme nelle canzoni che compongono questo “Hurtsmile”..

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Borgogna – Something To Lean On – recensione

10 Febbraio 2011 0 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2010
etichetta: Steelheart Records

Melodic Hard-Rock form Italy… questa la scritta che appare in bella mostra su un angolo del debutto ufficiale Something To Lean On dei Borgogna. Il gruppo non nasconde infatti  in nessun modo la sua origine nostrana e direi nemmeno lo stile con cui si presentano sul panorama musicale, del puro melodic hard rock vecchio stile.
In realtà i Borgogna nascono dall’incontro nel 2000 tra il chitarrista Pierpaolo Buzzi ed il bassista Luca Bordin. A loro ben presto si aggiunge la (bella) voce di Tomas Borgogna e a concludere la formazione arriverà di li a poco il batterista Roberto Milani.
Nel 2003 danno alla luce il loro primo promo e nel 2005 arrivano le prime critiche positive per il loro EP autoprodotto Outbound… purtroppo come capita spesso per l’hard rock ed il rock internazionale targato Italia anche i Borgogna dovranno aspettare molti anni per riuscire a trovare un’etichetta e dare così alle stampe questo loro primo debutto ufficiale intitolato Something To Lean On!
Sicuramente quella scitta “Melodic Hard-Rock form Italy” mette i Borgogna in una posizione scomoda. Infatti non stiamo solo per recensire il loro album, ma stiamo anche per decidere se i Borgogna sono degni di portare quel “marchio” ben impresso sul loro esordio…

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