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Axel Rudi Pell – The Crest – recensione

06 Ottobre 2010 0 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock / Power Metal
anno: 2010
etichetta: SPV

Axel Rudi Pell,  o “The German Guitar Wizard” (il mago tedesco della chitarra) come ormai è conosciuto in patria, torna con il suo power metal potente,  massiccio ed epico fatto di anatemiche ballate e pezzi granitici e rocciosi dove la sua chitarra spadroneggia.
A fargli da supporto la sempre graffiante voce di Johnny Gioeli,  ormai spalla immancabile del chitarrista tedesco.
Gli Axel Rudi Pell si sono fatti in oltre 20 anni di carriera una grande fama in  Europa grazie al loro modo unico di associare l’hard rock ad un metal tipicamente epico ed a tratti medievaleggiante con melodie estremamente ricercate che si fondono in pezzi adrenalinici o nelle immancabili power ballads che sono ormai il loro marchio di fabbrica.
The Crest segue perfettamente questo loro stile inconfondibile iniziato nel 1998, anno in cui diedero alle stampe lo stupendo Oceans of Time (ma già il precedente Magic era indirizzato verso queste sonorità).  Dopo tutti questi anni saranno ancora in grado di stupirci?
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Goo Goo Dolls – Something for the rest of Us – recensione

04 Ottobre 2010 0 Commenti Denis Abello

genere: Rock
anno: 2010
etichetta: Warner Bros

Dopo il non eccelso Let Love In e ben 4 anni di tempo torna la band di John Rzeznik con un nuovo album, il nono della loro onorata carriera.
I Goo Goo Dolls hanno avuto anche da noi un notevole successo,  spinto in alto sicuramente dalla bella “Iris” che faceva da colonna sonora al film City of Angels… infatti pochi si ricordano degli album antecedenti a Dizzy Up the Girl che includeva proprio questa hit insieme ad altri pezzi di classe come “Slide” o “Black Balloon”, ma da qui in avanti la loro carriera ha avuto una vera e propria impennata… anche se la loro notorietà non è sempre andata di pari passo con la qualità dei successivi lavori e come già detto il penultimo album Let Love In oltre a qualche pezzo discreto ha lasciato ben poco altro.
Forse anche per questo motivo Rzeznik ha deciso di prendersi tutto il tempo che riteneva opportuno per mettere insieme questo nuovo lavoro.

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Houston – Houston – recensione

30 Settembre 2010 1 Commento Denis Abello

genere: AOR
anno: 2010
etichetta: Rocketsongs

Houston, abbiamo un problema… stiamo andando verso Boston!!! A parte la battuta idiota, ma la tentazione era troppo forte,  già solo vedendo la copertina di questo album è impossibile non ritornare con la memoria verso quegli anni ’80 che resero immortali gli statunitensi Boston (vi dice niente… More than a Feeling).
Il nuovo duo Svedese degli Houston tenta di riportarci al periodo dell’oro dell’Aor.  Non so se anche loro non hanno usato sintetizzatori e voci campionate come i Boston (indimenticabile la postilla nel loro album Walk On), ma lo stile ’80, quello sicuramente c’è tutto…

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Two Fires – Burning Bright – Recensione

29 Settembre 2010 1 Commento Denis Abello

genere: Aor
anno: 2010
etichetta: Frontiers

 

Tornano i Two Fires con il loro stile inconfondibilmente AOR… giunti al loro terzo lavoro i Two Fires di Kevin Chalfant cambiano formazione, infatti perdono in questo nuovo lavoro Josh Ramos, chitarrista nei primi due album.
Con la dipartita di Josh Ramos si perde l’altra punta di diamante che caratterizzava la formazione dei primi due lavori, ma fortunatamente i Two Fires non perdono il loro stile,  fatto di melodie ricercate ma di facile ascolto.
Vediamo però in dettaglio se questo album si mantiene sui livelli (elevati) raggiunti con i precedenti lavori che sono l’omonimo Two Fires del 2000 e l’album Ignition del 2002.

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Issa – Sign of Angels – recensione

27 Settembre 2010 0 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2010
etichetta: Frontiers Music

Sicuramente l’uscita di questo disco non poteva passare inosservata… almeno per noi maschietti. 🙂
Il colpo d’occhio della copertina di Sign of Angels è notevole e la sventola biondo nordica di Issa (al secolo Isabell Oversveen) non passa proprio inosservata.  L’album è stato anticipato dal video I’m Alive (disponibile come bonus) che già dimostrava che oltre ad essere una gran… bella ragazza, Issa ha dalla sua sicuramente anche delle notevoli doti vocali.
Per tutti questi motivi ci prepariamo ad affrontare questo disco già con il giusto spirito… 🙂

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Kiske Somerville – Kiske Somerville – recensione

24 Settembre 2010 3 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Metal
anno: 2010
etichetta: Frontiers Music

Prendiamo due grandi voci, una maschile (Michael Kiske “l’inventore” del Power Metal – ex Helloween ed ora al soldo degli ottimi Place Vendome) e una femminile (Amanda Somerville, americana di nascita, ma tedesca di adozione), aggiungiamo la partecipazione di qualche ottimo compositore Metal / Rock (Magnus Karlsson e Mat Sinner) e tiriamo fuori una dozzina di canzoni in puro stile Power Metal con alcune Ballate Sinfoniche, il tutto condito da un sound molto melodico… se non esce fuori un successo possiamo anche cambiare mestiere!
Non so se sia andata veramente così quando il buon Serafino Perugino (patron della Frontiers) ha deciso di portare avanti questo progetto, ma sicuramente so che noi ora ci troviamo tra le mani questo progetto firmato Kiske / Somerville e stiamo per decidere se in Frontiers devono cambiare mestiere… 😉

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Bangalore Choir – Cadence – Recensione

24 Settembre 2010 2 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2010
etichetta: Roadrunner Records

Incredibilmente tornano i Bangolore Choir, e pure con un bell’album 🙂
Correva infatti il 1990 quando David Reece (ex voce “sfrattata” degli Accept) ed il batterista Rusty Miller fondarono l’Heavy Metal Band (ma con sonorità molto melodiche) Bangalore Choir. Il loro primo album “On Target“, pur essendo di buona qualità non raggiungerà mai il successo sperato. Purtroppo i Bangalore Choir nascono in uno dei momenti peggiori per il Melodic Rock, soffacato in quegli anni dall’avvento del grunge.
Torniamo a questo Cadence dove ritroviamo gli originali membri David Reece alla voce ed il chitarrista Curt Mitchell. Oltre ai due membri originali militano nella band il bassista Danny Greenberg (che però partecipò già in alcuni pezzi di ‘On Target’), il chitarrista Andy Susmihl e Hans in’t Zandt (U.D.O.) alla batteria.
Già dalla copertina dell’album (un Reece scuro e demoniaco… dov’è finito il capellone biondone cotonato di Loaded Gun???) si deduce che qualcosa in tutti questi anni è effettivamente cambiato, e non è solo il colore di capelli di Reece.

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Black Country Communion – Black Country Communion – recensione

21 Settembre 2010 0 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2010
etichetta: Mascot Records

Album a cui bisogna avvicinarsi con estrema riverenza già solo per i nomi coinvolti nel progetto,  Glenn Hughes (Trapeze, Deep Purple),  Jason Bonham (figlio di John Bonham, batterista dei Led Zeppelin), Joe Bonamassa (per molti il miglior chitarrista blues dei tempi contemporanei), Derek Sherinian (Planet X, Yngwie Malmsteen, Dream Theater).

La Black Country è una regione industriale inglese (Birmingham), così chiamata per le fonderie e miniere di carbone presenti un tempo nella zona (e per lo smog 😉 ), ma da sempre è anche una delle culle più fertili del duro rock inglese.
Ed è proprio in omaggio a questa “terra del rock”  che ha fatto da “balia” ai due quarti del gruppo (Glenn Hughes e Jason Bonham) che nasce questo progetto che ha il sapore dei vecchi lavori “Zeppeliani” e “Purpleiani“.

Ultima cosa importante prima di avvicinarci all’ascolto, per volere stesso di questo supergruppo ci troviamo di fronte ad un Rock a tratti psichedelico in pieno stile anni ’70 e questo è da sottolineare perchè al di là dell’effettiva qualità dei pezzi ci va una “preparazione mentale” per avvicinarci alle sonorità che ci attendono.

Quindi, se vi sentite pronti possiamo premere il tasto play

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Bad Habit – Timeless – Recensione

20 Settembre 2010 0 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2010
etichetta: AOR Heaven

E’ arrivato il momento anche per i Bad Habit di fare un resoconto della loro (bella) carriera, e così ecco che ci troviamo tra le mani questa raccolta di 14 pezzi presi dal loro repertorio più due inediti.
I Bad Habit nascono nel 1986 per volontà del chitarrista di origine americana Hal Marabel e sono riconosciuti come uno dei più influenti gruppi di Rock Melodico del nord Europa (i Bad Habit sono scandinavi).
Il loro lavoro di maggior successo è sicuramente After Hours (1989) anche se ormai risente un pò il peso degli anni, ma personalmente ho apprezzato molto il loro ultimo Above and Beyond,  in cui secondo me hanno raggiunto la loro maturità artistica.

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Meat Loaf – Hang Cool Teddy Bear – recensione

16 Settembre 2010 2 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2010
etichetta: Virgin

E’ indubbio che Meat Loaf sia “un personaggio” nel panorama del Rock mondiale, grandioso e pomposo nel suo stile misto tra il musical e l’Hard Rock. Il fatto di essere un personaggio così pesante comporta molti lati positivi ed altrettanti negativi, o lo si Amo o lo si Odia, non penso ci siano vie di mezzo.
Io mi trovo tra quelli che amano il vecchio Polpettone (Meat Loaf vuol dire proprio questo), soprattutto nelle sue, è proprio il caso di dirlo, immense ballate… pezzi come I would do anything for love (but i won’t do that), not a dry eye in the house, i’d lie for you (and that’s the truth) riuscirebbero ad aprire una breccia nel cuore anche di chi il cuore c’è l’ha rivestito di titanio.
Altro punto forte del repertorio di Meat Loaf sono i testi dei suoi pezzi che in taluni casi sono veri e propri capolavori compositivi. I successi nella sua carriera sono solo una conferma di tutti questi punti… ma veniamo a questo Hang Cool Teddy Bear che arriva dopo l’ottimo Bat Out Of Hell III: the monster is Loose, album veramente riuscito del 2006 con pezzi che entrano di diritto nei classici della carriera di Meat Loaf  (Blind as a Bat su tutti).
In questa sua ultima fatica si è avvalso di collaborazioni eccellenti alla chitarra come Steve Vai e addirittura Brian May dei Queen e di alcuni cameo come la partecipazione di Jack Black (protagonista di School of Rock, L’amore non va in vacanza) o Hugh Laurie (Dottor House) al piano di If I can’t You… ma il risultato non è stato comunque all’altezza.
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