Recensione

Angeline – Disconnected – Recensione

23 Novembre 2011 Comment Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2011
etichetta: Avenue of Allies

A un solo anno di distanza dal loro album d’esordio Confessions, gli svedesi Angeline (che ricordiamo essere stati fondati nel 1987 nonostante l’apparizione recente) ritornano sulle scene con un nuovo disco, a titolo Disconnetted, e forti di un nuovo contratto con la Avenue of Allies, che pubblicherà questo lavoro a partire dal 9 dicembre 2011.

Tutti coloro che avevano apprezzato la freschezza sonora del precedente lavoro non resteranno certamente delusi da questo prodotto, che si migliora in produzione e resa sonora, mentre riconferma tutto quello che di buono era stato mostrato dagli Angeline in quanto a capacità di presentare brani energici, melodici e dal sound moderno, che strizzano un po’ l’occhio ai recenti Bon Jovi (per loro stessa ammissione) e a tanti altri act recenti.

Il passo avanti è stato invece fatto sulle canzoni e sul songwriting. Ogni traccia ha un suo perché nel contesto d’insieme e appare ben strutturata e efficiente nel trasmettere quella scossa o brivido che la band cerca di trasmettere all’ascoltatore. Si evidenzia pertanto il trio iniziale composto da When the Lights Go Down, Falling into You e Take A Little Time, tracce abilissime nel trasportare immediatamente nel fresco mondo degli Angeline, tra atmosfere frizzanti, tanta energia, ritornelli tutti da cantare e ottimi riff, che confermano lo stato di grazia della formazione. E ancora, sono ottime le linee vocali di Found e i cori sul ritornello di If It’s The Last Thing I Do, mentre colpisce e ammalia il sentimento della ballata Solid Ground, che per me risulta essere la migliore traccia in assoluto del disco e del gruppo.

IN CONCLUSIONE

Disconnected è un ritorno maturo e migliorato delle qualità già espresse dagli Angeline nel 2010. Come già detto, il passo avanti a livello di songwriting e riuscita dei pezzi è notevole, nonostante la perfezione non sia ancora stata certamente raggiunta e la possibilità di migliorarsi ancora sia tangibile. Nessun pezzo comunque risulta privo di mordente o poco efficiente nel trasmettere lo spirito della band, e questo è un segnale che la quadratura del cerchio all’interno della formazione è forte e consolidato. Ci resta quindi tra le mani un disco più che piacevole, che assicura all’ascoltatore un’ottima cinquantina di minuti densa di energia e divertimento

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