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Live Report

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SCORPIONS + RHAPSODY OF FIRE – Trieste – Palarubini 13/11/15 – Live Report

10 Dicembre 2015 2 Commenti Matteo Trevisini

Scorpions Trieste Live Report
report a cura di Matteo Trevisini

La parola numeri può avere svariati significati e sfumature ma quando si parla degli Scorpions si deve cominciare da quelli che loro stessi hanno costruito nella loro storia: i numeri unici di una band straordinaria sono tutti li, nero su bianco, cinquant’anni di carriera alle spalle, copie vendute in questo lasso di tempo oltre cento milioni (…cento milioni !!!!), decine e decine di album che sono entrati a pieno diritto nella storia del rock e svariati hit singles piazzati in tutte le classifiche esistenti al mondo. Prima band tedesca a sfondare in Inghilterra e Stati Uniti a suon di tour e tour massacranti e al passaparola: cosi potremmo andare avanti per altre dieci pagine, sfoggiando un curriculum stellare che solo i grandi del rock possono vantare. Certo, la parola numeri può portare a pensare anche all’età di Klaus Meine e dello stesso Rudolf Schenker, ovvero 67 primavere sulle spalle…riusciranno i nostri eroi a mantenere intatta, nonostante il passare inesorabile degli anni,la fama di animali da palco costruita nei decenni? Partita vinta dai tedeschi poiché anche questa sera i numeri li faranno vedere loro al pubblico…e parliamo di numeri di alta scuola!

continua

TERRANA BAND live @ Il Peocio (TO) – 14 novembre 2015 – live report

28 Novembre 2015 0 Commenti Denis Abello

TERRANA BAND

Il Peocio, uno degli ultimi baluardi del vero Hard Rock nella provincia di Torino, ancora una volta meta delle nostre scorribande al seguito del verbo della buona musica, questa volta portata a noi dai suoi Testimoni della TERRANA BAND (Mike Terrana, Fabri Kiarelli, Alberto Bollati).

In una notte nebbiosa come poche ci ritroviamo così nell’accogliente e familiare atmosfera del Peocio per seguire uno dei trii più interessanti che l’Hard Rock ci ha regalato ultimamente.
La TERRANA BAND è nata e prende il nome dal suo fondatore e funambolico batterista Mike Terrana (Masterplan, Yngwie Malmsteen, Tony MacAlpine, Axel Rudi Pell, Tarja Turunen e un sacco, ma veramente un sacco di altri…) a cui si sono aggiunte due vecchie nostre conoscenze italiane di gran classe quali il chitarrista e voce Fabri Kiarelli (F.E.A.S.T., MR. NO) ed il bassista Alberto Bollati (S.H.I.N.E., Wine Spirit, UTEZ, La Sempione Jazz Society). Con questa formazione danno alla luce nel 2014 l’omonimo album TERRANA, di cui potete vedere il video del singolo One Way a questo link.

Definire in una parola i TERRANA BAND live… beh, una parola non basta, ne servono almeno quattro… Istrionici, Mattatori, Tecnici e Devastanti! Praticamente il palco è l’habitat naturale di una band come questa.

Ne abbiamo subito la conferma con le note di apertura destinate proprio al primo singolo One Way. Un panzer tank di note rullate e riffate ci sotterra ai piedi del palco del Peocio con la voce di Kiarelli degna amante di una tale potenza sonora. I suoni sono ben bilanciati e la resa del pezzo guadagna punti rispetto alla prova in studio proprio grazie alla presenza scenica del trio sul palco… Terrana è una macchina da guerra dietro le sue pelli e le due punte d’assalto Fabri e Alberto, gente che sul palco ci sta da una vita e sa starci, conducono le redini di uno spettacolo scenico che ammalia lo spettatore.

Facile farsi trascinare quindi dall’adrenalina che pezzi dal tiro sostenuto sparano nelle vene degli ascoltatori mentre la band si gioca praticamente tutte le cartucce a disposizione dell’album TERRANA. Non mancano poi i “siparietti” di gran tecnica di Mike che intona Mozart con la sua batteria (con tanto di parrucca ottocentesca) e suona il basso di Bollati con le bacchette… Mostruoso!

Serata di quelle toste, dove il sound è sempre stato sopra le righe, con una band di tre elementi che suona per sei, una tecnica spaventosa messa sul palco con un’eleganza che solo i grandi possono permettersi… Horns Up \m/ Questo è il grande Hard Rock Live!

PHOTOREPORT

FM + Electric Boys – 18 novembre 2015 – live report

24 Novembre 2015 10 Commenti Iacopo Mezzano

FM ItalyFM live

report a cura di Iacopo Mezzano
photo report a cura di Iacopo Mezzano

Cancellata improvvisamente la data di Firenze a causa, si dice, della scarsa prevendita, è stata data una sola e ultima chance ai fans italiani di rivivere una parte delle emozioni magnifiche dell’ultimo Frontiers Rock Festival: accorrere in massa al Legend Club di Milano per rivedere on stage gli FM, in tour supportati dagli altrettanto mitici Electric Boys. Al suo primo show da headliners in Italia, la formazione inglese capitanata dalla superba voce di Steve Overland non ha nascosto le sue emozioni per l’evento, venendo ripagata da un affetto che, a detta dello stesso frontman, ancora non avevano ottenuto lungo il tour, neppure in locali ben più ampi e affollati del Legend (150 paganti circa). Una vicinanza con le band sul palco che ha reso la data milanese un’emozione unica, da portarsi dietro per il resto dei giorni, sia per i gruppi che si sono esibiti, che per i fans che si sono mossi da ogni dove per presenziare.

Ma andiamo per ordine.

A salire per primi sul palco del piccolo club milanese sono gli svedesi Electric Boys, riformatisi dal 2009 per provare a dare un proseguo a una buona carriera che li ha da sempre visti interpreti di un hair metal dalle tonalità spiccatamente funky. La formazione è quella originale, e vede un Conny Bloom carismatico e in grande forma vocale affiancare Franco Santunione alla chitarra, mentre Andy Christell al basso divide la sezione ritmica con le pelli di Niklas Sigevall. La setlist, che si apre con le note di Psychedelic Eyes, non manca di centrare i momenti di maggiore fama del combo, raggiungendo i suoi apici massimi di intensità sul finale, e più precisamente nell’esecuzione di Mary in the Mystery World e All Lips N’ Hips, accolte con boati e cori dal pubblico. Lo spettacolo è garantito e la band si trova caldamente applaudita in più di una occasione, supportata in gran parte dei cori e seguita in ogni momento del concerto, lasciando il palco con la certezza di aver dato tutto quello che la gente si aspettava in quanto ad energia e divertimento. Bello show!

Setlist:

Psychedelic Eyes
Into the Ditch
The Change
Electrified
Freaky Funksters
Mary in the Mystery World
Knee Deep in You
Rags to Riches
Captain of My Soul
All Lips N’ Hips

E’ però evidente che le più alte percentuali di paganti sono qui riunite quasi esclusivamente per accogliere il ritorno in Italia degli FM, scopertisi (ne parlavamo con loro) forse inaspettatamente veri paladini del movimento musicale rock melodico sul suolo tricolore. Merv Goldsworthy, Pete Jupp e Steve Overland (che mi ha svelato l’imminente uscita di uno suo nuovo disco degli Shadowman, ma io non vi ho detto niente.. 😉 ), con i ”nuovi” Jem Davis e Jim Kirkpatrick ci promettono, ancor prima che inizi lo spettacolo, che da ora in avanti torneranno sempre in Italia ad ogni loro tour, perchè è qui, nella nostra Nazione, che sentono un calore forse diverso da quello che gli viene tributato altrove. E infatti, pronti-via, e con la prime note di Digging Up the Dirt parte un boato che fa quasi timore a Overland e soci, che sorridono compiaciuti sentendo il pubblico cantare nella sua interezza il loro ultimo singolo e successo. Si vede che la band è sincera, e commossa quasi, mentre ringrazia la gente accalcata sotto il palco, e fa effetto vedere Steve Overland passare di compagno in compagno a dire hai visto che roba! mentre il pubblico intona spontaneamente ogni parte dei ritornelli di I Belong to the Night e Don’t Stop. Per non parlare del lento Closer to Heaven, i cui versi ancora echeggiano tra le mura del Legend per quanto sono stati gridati a squarciagola, o di Let Love Be the Leader, ballata quasi come fossimo in una sala dance dal centinaio di paganti! O delle più recenti Life Is a Highway, Crosstown Train, Wildside e Tough Love, sparate una dietro l’altra per lasciare poi spazio alla antica Frozen Heart, della cui interpretazione non voglio neppure parlare visto che ho ancora il magone pensando a come i ragazzi l’hanno suonata. Sappiate solo che è il loro pezzo che preferisco, e che la lode non è abbastanza in questo caso. Ma non devo divagare troppo: All or Nothing, Tough It Out e That Girl sono un terzetto micidiale che pare pensato apposta per far sparire le ultime forze nella voce del pubblico, ma questa sera no, neppure loro bastano, e rieccoci tutti a cantare con pari intensità anche Burning My Heart Down e Bad Luck, per la gioia della band che lascia il palco abbracciandosi come se avesse vinto la Coppa dei Campioni.

Ovviamente, il bis. Steve Overland torna sul palco accompagnato prima dal solo tastierista, e poi mano a mano anche dal resto del gruppo, per le intime note della power ballad delle power ballad: Story of My Life. Anche qui, è superfluo dire della prova vocale del cantante, la cui timbrica unica, calda di sentimento, illumina il buio del locale, e i cuori e le anime di tutti noi. Come lui, nessuno, e basta. Infine Other Side of Midnight, che chiude il concerto delle meraviglie accolta come un inno nazionale: il sogno è diventato realtà, la musica ha disegnato ancora una volta arcobaleni, gli FM sono i vincintori. La pace è fatta, a Milano come nel mondo.

Senza musica la vita sarebbe un errore diceva Friedrich Nietzsche. Io affermo invece che con un po’ più di musica non ci sarebbero le guerre e si sarebbe tutti più uniti. E il pensiero ritorna automaticamente ai fratelli del Bataclan di Parigi, uccisi mentre sotto un palco gridavano la libertà delle loro anime seguendo il battito di una batteria, le tonalità di una voce, la grinta di una chitarra o il groove denso di un basso. Non si può morire così, quando si è radunati per vivere. E’ un’ingiustizia, lasciatemelo dire.
Riposate in pace fratelli, questo show e questa mia recensione sono tutti dedicati a voi.

Setlist:

Digging Up the Dirt
I Belong to the Night
Don’t Stop
Closer to Heaven
Let Love Be the Leader
Life Is a Highway
Crosstown Train
Wildside
Tough Love
Frozen Heart
All or Nothing
Tough It Out
That Girl
Burning My Heart Down
Bad Luck

Encore:

Story of My Life
Other Side of Midnight

 

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TED POLEY + Hungryheart – 15 novembre 2015 – live report

22 Novembre 2015 8 Commenti Iacopo Mezzano

druso-slide-ted-1-940x450Ted Poleyreport a cura di Iacopo Mezzano
photo report a cura di Iacopo Mezzano

Verrà ricordata tra le serate memorabili del nostro cuore la nuova calata italiana di Ted Poley, storica voce dei Danger Danger, oggi in veste solista e supportato dalla truppa italiana composta da Alessandro Del Vecchio, Anna Portalupi, Mario Percudani e Alessandro Mori. Il Druso, medio-piccolo (ma attrezzato) locale del bergamasco, rinnovato e trasformato in anfiteatro di emozioni rock, ha stretto al suo interno circa duecento anime festose e pronte a sfidare il freddo e la nebbia per cantare a squarciagola le loro emozioni e le canzoni che hanno accompagnato, o continuano ad accompagnare, la loro gioventù.

Un evento decisamente riuscito, nonostante qualche problema di acustica poi mano a mano risolto dai tecnici, che ha avuto come opening act lo spettacolo di una delle migliori realtà musicali di genere hard rock melodico della nostra Penisola, gli Hungryheart, freschi dell’uscita del loro ultimo lavoro Dirty Italian Job. Josh Zighetti (voce), Mario Percudani (chitarra e cori, l’unico tra i musicisti presenti a salire ad esibirsi due volte sul palco!), Stefano “Skool” Scola (basso) e Paolo Botteschi (batteria) tirano fuori dal cilindro la solita prestazione d’eccellenza tecnica ed esecutiva a cui ci hanno abituato, con un sound grintoso e melodico che fa divertire e cantare tutti i presenti, trovando consensi unanimi. Indimenticabili, per il sottoscritto, le energie sprigionate dalla bellissima One Ticket To Paradise e la chiusura affidata a Shoreline, singolo prezioso estratto dal nuovo album e che, ne sono certo, molti gruppi internazionali invidiano ai nostri artisti tricolori per come sa coinvolgere immediatamente il pubblico ai piedi del palco. Insomma, è stato uno show perfetto che ha confermato, a chi ancora avesse dubbi, quanto la scena rock melodica di casa nostra sia oggi viva e di assoluta qualità.

Inizia invece con Man Alive il concerto adrenalinico di un Ted Poley che sappiamo essere in Italia da diversi giorni per ultimare i lavori sul suo nuovo album solista, in uscita per la Frontiers Records. Il cantante americano non si risparmia di certo per la sua folta platea italiana, scavando nel reportorio dei suoi Danger Danger a caccia dei maggiori successi, anche questa sera egregiamente suonati dalla truppa italiana che lo accompagna e capitanata dal solito Alessandro Del Vecchio, ormai ufficialmente portabandiera della nostra Nazione melodica nel mondo. Dopo un doveroso e sentito tributo ai morti negli attentati di Parigi e del Bataclan, si entra a tutti gli effetti nel clima del concerto, per uno show interamente registrato che apparirà a spezzoni nel prossimo video musicale dell’artista. Così, Shot of Love, Turn It On, Beat the Bullet e Bang Bang vengono eseguite in rapida sequenza, con carisma e grinta da vendere, elettrizzando un pubblico veramente vestito a festa e incapace di stare fermo di fronte ai battiti pulsanti di questa musica. La tipica passeggiata tra la gente sulle note di Don’t Walk Away è la ciliegina sulla torta di uno spettacolo eccellente che, intervallato dalla preziosa Under The Gun, ha avuto un nuovo irripetibile sussulto con la colorazione tatuata di una delle stelle del braccio di Poley, da oggi definitivamente tricolore, avvenuta on stage mentre il cantante intonava Feels Like Love. Infine, One Step From Paradise e Naughty Naughty chiudono, nell’estasi globale, il concerto, prima del bis largamente richiesto dalla gente e affidato alla power ballad I Still Think About You che tutti, e davvero tutti quanti i presenti, hanno intonato in coro con lo statunitense. Fantastico!

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17/10/15 Tom Keifer (Cinderella) live @Zona Roveri (Bologna) – live report

23 Ottobre 2015 17 Commenti Alessandro Lifonti

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Report a cura di Alessandro Lifonti
Fotografie di Andrea Facchini

17/10/15: una data che molti di noi ricorderanno per parecchio tempo, o forse per sempre, perché ha segnato il ritorno del grande Tom Keifer in Italia. Eh già, Tom é tornato nel nostro paese dopo quattro anni di assenza, e questa volta l’ha fatto in grande stile. Non c’erano i Cinderella, ma c’era Tom con la sua band, una band che a detta di tanti, ha suonato meglio della Cenerentola stessa, perché alla fine, senza girarci intorno, Tom é i Cinderella al 90%, e quindi se il singer di Philadelphia é in forma come lo era nella serata bolognese, non ce n’è per nessuno. Puoi anche metterci Capitan Andy al basso, e Horus alla batteria, che il concerto sarà comunque di alto livello.
Partiamo però con ordine: I Noise pollution, navigata band locale, ha aperto la serata con un’ottima performance. Con il loro rock alternativo hanno scaldato l’ambiente. Gruppo molto valido che ha coinvolto il pubblico dalla prima all’ultima canzone, e ha introdotto l’arrivo di Keifer sul palco.

Quando Tom si presenta con la sua chitarra si capisce fin dalle prime note che non ama fare molti discorsi al pubblico, ma preferisce cantare e suonare. L’ americano parte subito a mille con Fallin’ apart at the seams, e dopo le due splendide canzoni (it’s not enough & a different light) del suo ottimo disco solista “the way life goes” datato 2013 (qui la recensione), parte l’adrenalina pura con due classici dei Cinderella: somebody save me e shake me. Qua il pubblico si scalda, e nessuno riesce più a smettere di cantare e soprattutto di ballare.
Tom, oltre ad essere un grande singer, é anche un grande chitarrista. Oltre all’accompagnamento, suona parecchi riff e assoli con una naturalezza incredibile continuando a cambiare chitarra tra una canzone e l’altra. Arriva poi anche il momento delle mitiche ballate: si parte con la strappalacrime Heartbreak station, per proseguire con the flower song del suo solo album, e continuare con la toccante don’t know what you got till it’s gone. Si va avanti tutto d’un fiato con Tom che alterna canzoni del suo album con i classici dei Cinderella: nobody’s fool, night songs, coming home, shelter me.
Il frontman non cala mai di una nota con quella sua splendida voce calda sulle ballate, e graffiante sui pezzi tirati. Poi saluta il pubblico, ma non é finita. Rientra per suonare ancora tre pezzi: it’s only rock ‘n’ roll (but I like it), with a little help from my friends, e gypsy road. Cade a terra stremato sull’ultimo pezzo, e ci saluta commosso.
Finito il concerto lo aspettiamo per un’ora abbondante. Eravamo circa una trentina di rockettari di quelli che, come dice Richard Benson: si lavano con la pioggia e si asciugano con il vento. Quando esce dal locale per salire sul tourbus, ci vede e viene da noi per firmare numerosi autografi e scattare foto ricordo.
Grazie Tom. Una serata davvero indimenticabile. Speriamo di rivederti presto in Italia.

Line-up:

Tom Keifer: vocals, guitars
Paul Simmons: drums
Tony Higbee: guitar
Paul Taylor: keyboards
Bill Mercer: bass
Kendra Chantelle: backing vocals

Keifer setlist:

Falling apart at the seams
It’s not enough
A different light
Someday save me
Shake me
Heartbreak station
The flower song
Don’t know what you got (till it’s gone)
Nobody’s fool
Solid ground
Night songs
Cold day in hell
Coming home
Shelter me

It’s only rock ‘n’ roll (but I like it)
With a little help from my friends
Gypsy road

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ECLIPSE + Reach + Hungryheart @ Blue Rose Saloon 30/09/2015

04 Ottobre 2015 14 Commenti Lorenzo Pietra

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ECLIPSE + Reach + Hungryheart

@ Blue Rose Saloon

30/09/2015

L’adrenalina per questo concerto era alta ma diversi problemi tecnici hanno rischiato di cancellare tutte le aspettative; il Blue Rose Saloon, pieno di trepidanti fan è riuscito solo parzialmente a risolverli garantendo con molto ritardo uno show ottimo, ma non goduto appieno; purtroppo i microfoni e saltuariamente la chitarra sparivano dalle casse senza apparente motivo e in qualsiasi momento degli show….

Sono i grandissimi Hungryheart ad aprire la serata e nonostante i problemi segnalati non mollano mai e il loro concerto è semplicemente eccezionale. Nel poco tempo a disposizione Josh e Mario si dividono l’unico microfono funzionante e la sezione ritmica formata da Paolo e Stefano rende al massimo. Solo sei canzoni per loro ma ad un livello altissimo, il pubblico apprezza e gli applausi confermano il loro grande show. Canzoni come la nuova There is A Reason For Everything o One Ticket To Paradise scaldano subito il pubblico e la conclusiva Shoreline (dall’ultimo album) riesce a sprigionare tutta l’energia del Blue Rose Saloon e far cantare tutti. Nel caso non abbiate ancora comprato il loro ultimo lavoro “Dirty Italian Job” affrettatevi a procurarvelo!

Set List HUNGRYHEART:

1. There Is A Reason For Everything
2. One Ticket To Paradise
3. Angela
4. Second Hand Love
5. Boulevard Of Love
6. Shoreline

Sarebbe il momente dei Reach, svedesi e band di supporto agli Eclipse in questo tour. I problemi però peggiorano: l’impianto sonoro non vuole funzionare e nonostante l’impegno dei tecnici e dei ragazzi del locale lo show sembra cancellato. Solo dopo più di un’ora (e dopo varie “incazzature” del pubblico) qualcosa sembra risolto e i ragazzi tornano sul palco per sole 4 canzoni. Niente da fare, la voce si sente a tratti, la chitarra ancora meno… Peccato per i Reach in quanto hanno energia da vendere e buoni pezzi…

Set List REACH:

1. You Called My Name
2. Coming Home
3. Tell Me
4. Wake Me Up

Eccoci al momento degli Eclipse, la tensione è alta soprattutto per i capricci del sound e l’ora tarda….ma lo show si infiamma subito grazie al carismatico e simpaticissimo Erik Martensson. I pezzi si alternano dai vecchi album al nuovo ed esplosivo Armageddonize non avendo mai cali e riuscendo a dare una carica che pochi riescono a trasmettere. Canzoni come I don’t wanna say I’m sorry riescono a far dimenticare tutti i problemi, così tra una voce scomparsa dalle casse ad una chitarra che a tratti non si sente lo show è continuato grazie anche ad un pettinatissimo e perfetto Robban Back alla batteria ed a un grande Erik Martensson che in certi momenti si è sgolato per farci sentire il suo calore. Bellissima performance, peccati per il malumore di alcune persone dovuto agli incovenienti, ma il rock è fatto anche di … sacrifici!!!

Setlist ECLIPSE:

1. I Don’t Wanna Say I’m Sorry
2. Stand On Your Feet
3. Wake Me Up
4. The Storm
5. Battlegrounds
6. Breakdown
7. A Bitter Taste
8. Guitar Solo / Blood Enemies
9. One Love (W.E.T. cover)
10. To Mend A Broken Heart
11. Ain’t Dead Yet
12. Bleed & Scream

Encore:
13. S.O.S.
14. Breaking My Heart Again

LONG LIVE ROCK N ROLL!!!

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Santana Live @ Arena di Verona 20-07-2015

21 Luglio 2015 0 Commenti Lorenzo Pietra

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SANTANA – ARENA DI VERONA – 20-07-2015

Verona, 20-7-2015, gli oltre 39 gradi del sole non fermano i fan dell’immenso Carlos Santana che già a partire dalle 18 sono in fila pronti per entrare alla
storica e spettacolare Arena Di Verona.

Proprio oggi Carlos spegne 68 candeline fatte di Rock, Soul, R&B, musica Latina che grazie alla sua chitarra si fondono alla perfezione nonostante siano stili diversi. Proprio questo è Carlos Santana, che sul palco dell’Arena sprigiona energia, sonorità uniche …. Già l’intro del concerto con sui megaschermi le immagini di un giovanissimo Santana che suona sul palco di Woodstock ci fanno venire la pelle d’oca…. ma sono pezzi come l’iniziale Soul Sacrifice (del 1969!) che fanno capire come una canzone che ha ben 46 anni di vita riesca ancora a dare emozioni forti e incredibili. Simpatico il finale con la strumentale O’ Sole Mio! Cover e pezzi di Carlos si mischiano nell’insieme di chitarre, batterie e qualsiasi strumento latino si possa immaginare… Maria Maria da un tocco di R&B moderno, Corazon Espinado fa vibrare l’Arena tra cantare e applaudire, le bellissime cover Evil Ways, A Love Supreme e A Place With No Name fanno da preludio all’ unica e indimenticabile Samba Pa Ti…ormai un inno nazionale per Santana. Le note scivolano via e la mente viaggia mentre la chitarra di Carlos ci racconta una poesia con le sue note…Si torna a ballare con la doppietta di chiusura Tequila e Smooth dove il pubblico è tutto in piedi a cantare e scatenarsi…. Piccola pausa e via con l’encore; Black Magic Woman/Gypsy Queen sono quello che mancava….e una lunga versione di Oye Como Va fa di nuovo esplodere l’arena.

Che dire, Carlos Santana è qualcosa di straordinario,emozionante, unico… Un vero musicista che si emoziona ancora ad ogni singola nota uscita dalla sua chitarra.

Grazie Carlos!

Setlist:

Woodstock Intro
1) Soul Sacrifice (with “‘O sole mio” snippet)
2) Saideira (Skank cover)
3) Love Makes the World Go ‘Round (Deon Jackson cover)
4) Freedom in Your Mind
5) Maria Maria
6) Foo Foo
7) Corazón espinado (with “Guajira” snippet by… more )
8) Jin-go-lo-ba (Babatunde Olatunji cover) (with “Sunshine Day” snippet… more )
9) Evil Ways (Willie Bobo cover)
10) A Love Supreme (John Coltrane cover)
11) A Place with No Name (Michael Jackson cover)
12) Samba pa ti
13) Chill out (John Lee Hooker & Carlos Santana cover)
14) Tequila (The Champs cover) (with “Norwegian Wood” snippet… more )
15) Smooth

Encore:
16) Lamento / Black Magic Woman / Gypsy Queen
17) Oye como va (Tito Puente cover)
18) Toussaint L’Overture (with “Festival” snippet by… more )
What a Wonderful World (Outro)

FOTO:

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10207185167178418.1073741855.1560106605&type=1&l=03c734b4d4

FRONTIERS ROCK FESTIVAL II – 11 e 12 Aprile 2015 – live report

16 Maggio 2015 32 Commenti Denis Abello

frontiers_rock_festival_2015

report a cura di Denis Abello
photo report a cura di Tommaso Barlettawww.tommasobarletta.com
escluse le foto della serata acustica di Denis Abello

Qualche piccolo sogno realizzato, l’attesa che si trasforma in palpabile adrenalina, interminabili discussioni più o meno filosofiche che vertono sempre e solo sulla passione che ognuno a modo suo vive per questa “nostra” splendida musica, strette di mano intrise di vittoriosa euforia (o timida soggezione, dipende dal carattere) quando ci si rende conto che uno dei propri idoli è proprio li di fronte a te… per poi ritrovarsi magari con lo stesso idolo a scambiare quattro chiacchiere come vecchi amici al bancone del bar…
…e ancora abbracci e risate con i volti che sai che a questi Eventi ritrovi sempre o con quelle splendide persone che proprio questa musica ti ha permesso di incontrare… e perchè no, qualche tentativo di abbordaggio che nella peggiore delle ipotesi finisce affogato con un brindisi in una birra, brindisi che poi, in modi più o meno (forse meno) formali, si susseguono in maniera incessante giusto perchè Eventi così meritano un omaggio… o forse semplicemente per tirare giù ancora una golata di birra in compagnia.
Emozioni a non finire e qualche lacrima qua e la che scende come è giusto che sia in una famiglia numerosa come questa che ha pochissime occasioni di ritrovarsi tutta insieme, famiglia che mai come ad un Evento di questa portata si ritrova senza età e di tutte le età (non sono mancati bambini e attempati giovanotti)… e infine una colonna sonora che qua, signori miei, parla la Storia della musica AOR, Melodic e Hard Rock!

In Italia troverete solo un Evento che rende tutto questo possibile, si chiama Frontiers Rock Festival!

Partiamo con il dire che chi professa il suo amore per l’AOR, il Melodic Rock o l’Hard Rock, e ne avrebbe avuto la possibilità, a questo Evento non doveva mancare! Nel malaugurato caso, sappiate che le scuse valide accettate per un’eventuale assenza si contano veramente sulle dita di una mano ed il rimorso che ho verso questi “assenti ingiustificati” è proprio solo che difficilmente chi non ha solcato la porta del Live Club l’11 ed il 12 Aprile (ed anche il 10 per i fortunati che si son goduti lo show acustico) potrà capire cosa in realtà si è perso, perchè il Frontiers Rock Festival per chi ama questa musica va vissuto dal primo all’ultimo minuto come una benedizione!
Impresa difficile lo so, ma noi siamo qua per cercare con poche righe (arduo raccontare il fiume di emozioni ed il susseguirsi di eventi impagabili vissuti in quei giorni) di descrivere quella che è stata la seconda edizione di quello che speriamo possa continuare ad essere uno degli appuntamenti più belli e più attesi dell’anno sul suolo Italiano!
Nutrito come al solito il pubblico estero, purtroppo ancora poco reattivo quello Italiano, che ammetto mi sarei aspettato più numeroso dopo anche la splendida organizzazione messa in piedi con la prima edizione, ma causa anche qualche a mio parere sterile e troppo montata critica iniziale per un bill che per qualcuno sembrava non essere propriamente all’altezza (cosa che “sul palco” dei due giorni si rivelerà quanto mai infondata, a parte il caso Joe Lynn Turner, come leggeremo in seguito), ancora una volta il pubblico italiano ha un po’ sfumato l’occasione di dimostrare di meritarsi e volersi tenere stretto un evento internazionale di questo livello.
Come per la prima edizione non è mancata invece la classe, la cura e la perfetta gestione che la sinergia tra la Frontiers Music Srl (organizzatrice dell’evento) e lo staff del “deux ex machina” Primo Bonali ci avevano già fatto conoscere lo scorso anno.

Ora però è il momento di riassaporare gli eventi che il 10, 11 e 12 Aprile hanno riconfermanto l’Italia come il centro del mondo dell’AOR, Melodic Rock e Hard Rock!

10 APRILE – SERATA ACUSTICA

Una delle novità più attese di questa nuova edizione era sicuramente legata alla serata acustica pre-festival. La serata prevedeva l’ingresso per i soli possessori del VIP tickets più alcuni intimi invitati e ha avuto luogo nell’ampia e ottima area meeting (con affaccio sulla piscina) che l’hotel in cui risiedevano la maggior parte degli artisti metteva a disposizione.
Ci avviciniamo alla zona dell’evento con largo anticipo e l’effetto intimo e raccolto, l’ottima acustica ed il fatto di essere arrivati durante il soundcheck degli FM già ci lasciano con quel senso di essere di fronte a qualcosa di epocale, senso che pervaderà come una sorta di magia tutta la durata dello show acustico.
Piccola chicca prima dell’apertura dei concerti che vedranno poi salire sul palco Eclipse, FM e Alessandro Del Vecchio & friends c’è stata la possibilità di cenare nel ristorante dell’hotel che ha visto fans e artisti riuniti in un’unica sala comune del ristorante… e ammetto che cenare parlando di musica (nel nostro stesso tavolo oltre a me e Mezza di MelodicRock.it ci hanno fatto compagnia anche i colleghi Fabrizio e Daniela di Rock Rebel Magazine) con nel tavolo a fianco Steve Overland ed il resto degli FM e in quello dietro Harry Hess (Harem Scarem) ha un certo fascino.

22.00 e si prende posto per l’inizio dell’evento, l’euforia generale è elettrizzante!
22.30 Un centinaio di sedie fanno da platea ad un piccolo e raccolto palco su cui prendono posto, chitarra in mano, Erik Martensson e Magnus Henriksson, supportati in veste di intrattenitore dal nuovo bassista Magnus Ulfstedt. Qualche problema vocale per Erik (che non nasconde la cosa), ma la carica e l’attitudine della band sopperiscono in maniera egregia a questo piccolo inconveniente.
Il via per le danze del Frontiers Rock Festival II è stato dato!
Alla salita sul palco degli FM il tempo pare fermarsi, MAGISTRALI, Overland in acustico mostra di essere una voce sublime! I signori inglesi del melodic rock incantano ed emozionano come non mai, Story of my Life e Closer to Heaven in acustico fermano i cuori. La band sul palco ha il sapore di un capolavoro senza tempo all’interno di un’esposizione di classe e talento come lo sarà il Frontiers Rock Festival in questi tre giorni.
Tocca agli “Italiani” prendere posto sul palco, e non è impresa facile dopo quello che si sono portati a casa gli FM (il cuore di buona parte dei presenti), ma la simpatica timidezza di Alessandro Del Vecchio (per la prima volta con una chitarra in mano) unita allo smagliante talento di uno dei migliori chitarristi nostrani come Mario Percudani fanno il miracolo e la serata vira verso i più soleggiati lidi.
Da qui in avanti diventerà una vera e propria festa, al duo iniziale si aggiungeranno Anna Portalupi e Alessandro Mori riunendo così una delle più belle “quasi band” italiane (band che ha supportato Mitch Malloy e altri Artisti e che in questo festival prenderà posto alle spalle del carismatico Ted Poley il 12 aprile) e a loro sul palco si aggiungeranno di volta in volta vari artisti come Erik Martensson, Harry Hess ed un alticcio Darren James Smith (“bastardamente foraggiato di alcool” anche sul palco dal bassista degli Eclipse che se la ride con gusto, scena memorabile! :D) e l’istrionico intrattenitore Ted Poley, che per tre giorni sarà l’anima indiscutibile della festa.
Lo spettacolo portato in scena dai “nostri” è di livello, toccante la splendida versione di In The Name Of The Father (scritta da Del Vecchio per l’album dei Revolution Saints) e cantata con trasporto e passione tanto che in questa veste completamente acustica riesce nell’impresa di mettere in ombra la splendida versione originale cantata da Deen Castronovo.
Si conclude con una Don’t Stop Believin’ che vede riuniti sul palco insieme ad Ale ed al resto della band, Erik Martensson, Harry Hess, Darren James Smith e Ted Poley!

In una parola… MEMORABILE!!!

11 APRILE – GIORNO 1

ANGELICA – PRAYING MANTIS – ECLIPSE – BURNING RAIN – FM – HAREM SCAREM – JOE LYNN TURNER

Primo giorno ufficiale, ma la sensazione è quella di star semplicemente riprendendo un discorso interrotto un anno fa, quindi forse sarebbe meglio dire quarto giorno del Frontiers Rock Festival. Infatti passeggiando nel Live Club ed all’esterno la sensazione è quella di aver semplicemetne riacceso la spina di quanto di buono è stato fatto lo scorso anno.
E’ quindi un piacere rivedere tanti volti conosciuti, iniziare a scambiarsi le prime opinioni e i primi abbracci (e le prime birre). L’aria di festa è palpabile e forse ancora più frizzante rispetto allo scorso anno. E’ bello così rivedere tra i presenti tanti volti (aimè soprattutto stranieri) già visti nella scorsa edizione. Apro una parentesi, è stato bello vedere in questi due giorni di festival anche tantissimi artisti italiani come Pierpaolo “Zorro 11” Monti (Shining Line, Charming Grace, Room Experience… immancabile paladino dell’AOR Italiano, presenza fissa a questi eventi), Davide “Dave Rox” Barbieri (Wheels OF Fire, Charming Grace, Room Experience), Dave Zublena dei Soul Seller, Stefano Lionetti dei Lionville, Gianluca Firmo (Room Experience), Steve Lamera (Steve Lamera Project), Giulio Garghentini, Josh Zighetti e Stefano Skool Scola (Hungryheart), Douglas Docker (Docker’s Guild) e molti altri che sicuramente sto dimenticando o non ho incontrato… segno comunque anche questo dell’importanza del Festival.

ANGELICA

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Questa nuova edizione inizia con una roboante sorpresa, dubito che molti si aspettassero la classe e la grinta che ANGELICA (Angelica Rylin, già voce dei The Murder Of My Sweet) riesce a portare sul palco. Da incorniciare poi la sua prova vocale a dir poco perfetta! Brava, sa muoversi sul palco e la sua presenza non è di quelle che passano inosservate. La band di supporto vede poi tra le sue fila anche i primi Italiani, Alessandro Del Vecchio alle tastiere, Francesco Marras alle chitarre e Nik Mazzucconi al basso con l’aggiunta di Daniel Flores (The Murder Of My Sweet, Find Me) alla batteria. Gente di razza! Prima esibizione promossa a pieni voti!

SETLIST

Breaking My Heart
I’m Strong
To Your Rescue
Pain
Riding Out the Storm
Can’t Stop Love
This Kiss Is for You
Take Me to Your Heart

PRAYING MANTIS

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Ammetto che conoscevo poco questa creatura dei fratelli Troy. Arrivavo da una prima esibizione (quella di Angelica) che mi aveva particolarmente stupito ed ecco che mi ritrovo come un assatanato a muovermi sotto al palco di quegli animali di scena che rispondono al nome di PRAYING MANTIS. Conoscevo pochissimi pezzi, ma il loro show è stato talmente adrenalinico e pieno di vigore che era impossibile non farsi trascinare nella mischia. Una bella scoperta!

SETLIST

Children of the Heart
Panic in the Streets
Highway
Fight For Your Honour
Dream On
Believable
Captured City

ECLIPSE

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Loro ormai sono una garanzia. L’aggiunta del bassista porta movimento e dinamicità al loro show. Erik Martennson è sempre più trascinatore, anche se viene penalizzato in questa seconda discesa italica (infatti gli Eclipse sono l’unico gruppo già presente lo scorso anno) da qualche problemino alla voce.
Restano entusiasmanti come non mai e portano a casa uno show bello e articolato con i pezzi del nuovo album che funzionano sul palco ancora meglio che su disco! Forse perdono un po’ nel confronto con lo scorso anno ma restano comunque una delle migliori band della nuova generazione.

SETLIST

I Don’t Wanna Say I’m Sorry
Stand On Your Feet
Wake Me Up
The Storm
Battlegrounds
S.O.S.
Breakdown
Blood Enemies
Ain’t Dead Yet
Bleed & Scream
Breaking My Heart Again

BURNING RAIN

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Fighi, con loro il Festival raggiunge un livello di Figaggine inarrivabile! Keith St. John se la gioca come miglior voce del Festival, splendida! La band è in forma, tra le fila oltre ad un chitarrista di classe come Doug Aldrich si può trovare anche su un bassista preso direttamente da Sons Of Anarchy (Sean Mc Nabb… che aumenta il livello di figaggine della band).
Il loro tallone d’achille per il sottoscritto sta nella vera mancanza di pezzi “trascina pubblico”. Per questo infatti la platea si scalderà solo sulla chiusura quando entreranno in scena pezzi dei Whitesnake, Montrose e una splendida versione di Kashmir dei Led Zeppelin in cui il nostro Alessandro Del Vecchio prende posto dietro le tastiere (e la figaggine si impenna! 😉 ).
Sicuramente un bello spettacolo fatto da gente che il palco lo divora. Peccato per la mancanza di pezzi che sappiano scaldare il cuore!

SETLIST

The Cure
Pray Out Loud
My Lust Your Fate
Cherry Grove
Heaven Goes Me By
Stone Cold N’ Crazy
Steal Your Heart Away (Whitesnake cover)
Crying in the Rain (Whitesnake cover)
Rock the Nation (Montrose cover)
Kashmir (Led Zeppelin cover)

FM

01-05-FM-Frontiers-Rock-01

Nella serata acustica escono da vincitori, nella serata elettrica senza problemi bissano il risultato. IMMENSI! Gli FM avrebbero forse meritato il posto d’onore a questo giro (e vedendo come si comporterà l’headliner della serata).
Scaldano gli animi, la voce di Overland infiamma più di uno spirito e vedere un bimbo di 9/10 anni che in prima fila, con papà alle spalle, si canta praticamente buona parte della scaletta degli FM lascia un gran bel sapore in bocca! C’è speranza!
L’unico rammarico resta per il tempo a loro disposizione perchè per il resto questi FM (pur con un Kirkpatrik forse un pochino sottotono a mio parere che “si concede” anche qualche errorino come l’attacco su Digging Up the Dirt) portano a casa uno spettacolo con i fiocchi che ammalia il pubblico italiano.
Chi se li è persi non può capire, ma raramente capita di vedere su un palco italiano una band di questa caratura. 10 e lode ed il prezzo del biglietto con loro viene ampiamente ripagato!

SETLIST

Tough Love
I Belong to the Night
Digging Up the Dirt
Closer to Heaven
Let Love Be the Leader
That Girl
Wildside
Bad Luck
Tough It Out
Crosstown Train
Burning My Heart Down

HAREM SCAREM

01-06-Harem-Scarem-Frontiers-Rock-09

Evento epocale per la storica band Canadese, primo concerto della loro vita senza Lesperance (infortunato) alle chitarre. L’incognita di cosa poteva succedere era forte, eppure quello che pare essere il roadie della band, tale Michale Vassos, che prende il posto ingombrante di Lesperance sul palco se la cava alla grande! Certo “l’effetto” non è lo stesso, ma Harry Hess e soci portano a casa un signor concerto e gli applausi in chiusura sono tutti più che meritati.
Bravi davvero, in grado anche con un handicap non da poco di presentarsi sul palco in forma smagliante, merito anche di un Harry Hess veramente in piena carburazione! Splendide le esecuzioni di Hard To love e Distant Memory o della più recente All I Need. Lode e gloria agli Harem Scarem.

SETLIST

Garden of Eden
Dagger
Hard to Love
Slowly Slipping Away
Troubled Times
Distant Memory
Honestly
Sentimental Blvd.
Saviors Never Cry
Stranger Than Love
All I Need
The Midnight Hours
Saints and Sinners
Karma Cleansing
Change Comes Around
No Justice

JOE LYNN TURNER

01-07-Joe-Lynn-Turner-Frontiers-Rock-05

Peccato che il festival non si sia concludo con gli Harem Scarem. Tutto sarebbe stato perfetto e invece la “Rockstar” Joe Lynn Turner sale sul palco per fare il “suo show”… e forse in una delle poche volte nella sua vita dove avrebbe potuto veramente dare fondo al suo incredibile repertorio (Deep Purple, Rainbow, Sunstorm e una carriera solista invidiabile) il buon Joe pensa bene di trovarsi ad una sagra di paese e piazza uno show ridicolo fatto di cover pure di pezzi che con lui poco hanno a che vedere.
Per chi come me lo aspettava sul palco con attesa resterà una delle delusioni più cocenti! Bravi i Dinazty che gli fanno da band di supporto, giovani, capaci e in grado di divertirsi sul palco. Non bastano però per salvare la peggiore esibizione del Festival. Poteva uscirne da eroe, ne esce come una vecchia rockstar sul viale del tramonto e le ossa rotte… occasione sprecata per Mr. Joe Lynn Turner.

SETLIST

Death Alley Driver (Rainbow song)
I Surrender (Russ Ballard cover)
Perfect Strangers (Deep Purple song)
Highway Star (Deep Purple song)
Stone Cold (Rainbow song)
Rising Force (Yngwie J. Malmsteen cover)
Street of Dreams (Rainbow song)
Déjà Vu (Yngwie J. Malmsteen cover)
Man on the Silver Mountain (Rainbow song)
Spotlight Kid (Rainbow song)
Long Live Rock ‘n’ Roll (Rainbow song)
Burn (Deep Purple song)
Smoke on the Water (Deep Purple song)

12 APRILE – GIORNO 2

BAILEY – VEGA – TED POLEY – PINK CREM 69 – HOUSE OF LORDS – LYNCH MOB – PRIDE OF LIONS

Si inzia presto con tappa obbligata fuori dall’albergo dove è facile incontrare di prima mattina personaggi come Erik Martensson, Harry Hess o un disponibile e un po’ sfasato George Lynch o un eclettico (e con il ciuffo in tinta con i fiori degli alberi intorno 😀 ) Jim Peterik… senza dimenticare l’arrivo degli House Of Lords che dopo un viaggio di ben 12 ore, come ci dice BJ Zampa (batterista), si concedono comunque ben volentieri per quattro chiacchiere e foto insieme… anche questo fa parte del “mood” da Frontiers Rock Festival!
Ad aprire la giornata sarà Nigel Bailey, quindi senza indugi diamo il via alla carrellata del secondo giorno!

BAILEY

02-01-Bailey-Frontiers-Rock-03

L’abbiamo scoperto lo scorso anno con i Three Lions e sul palco del Festival dove già aveva brillato. Quest’anno, in veste di solista, mostra sicuramente una presenza più matura on stage. Voce sempre al Top, una bella scaletta (che vede anche con Trouble in a red Dress un omaggio ai “3 leoni”) ed una band di supporto (rigorosamente inglese) che sa il fatto suo chiudono il cerchio.
Ci aspettavamo un bell’inizio con Bailey e così è stato… l’antidoto migliore per dimenticare la delusione Joe Lynn Turner.

SETLIST

Long Way Down
Bad Reputation
Dirty Little Secret
Trouble in a Red Dress (The Three Lions cover)
Dirty Angel
In the Name of the King

VEGA

02-02-Vega-Frontiers-Rock-03

Adoro questa band che su palco con l’innesto in pianta stabile del nuovo chitarrista Marcus Thurston aggiunge energia e grinta ad uno spettacolo che si preannuncia elettrizzante. Avevamo già visto la band a Madrid subito dopo l’uscita del loro splendido Kiss of Life e rivederli ora sul palco ci fa capire quanto questi ragazzi siano cresciuti musicalmente.
Bravi davvero, uno dei migliori suoni di questa due giorni, la voce di Workmann si ama o si odia, ma è certo che il frontman dei Vega sa il fatto suo e tenga il palco con dovizia e professionalità. I pezzi caricano e spingono, l’esecuzione è da manuale e la gente apprezza tanto che i VEGA sul palco portano via lo scettro agli Eclipse del giorno prima in quanto a carica e adrenalina!

SETLIST

Kiss of Life
The Wild, the Weird, the Wonderful
What the Hell
Gonna Need Some Love Tonight
Wherever We Are
Into the Wild
White Knuckle Ride
Stereo Messiah
All or Nothing
Hands in the Air

TED POLEY

02-03-Ted-Poley-Frontiers-Rock-03

Ted Poley meriterebbe un articolo a parte. CARISMA allo stato puro, per tre giorni è stato un vero intrattenitore passando buona parte del suo tempo a disposizione in mezzo ai fans… sa farsi amare e voler bene, e la gente giustamente lo adora. L’amicone con il sorriso sulle labbra come marchio di fabbrica che tutti vorremo avere!
Aspettavo con impazienza la salita sul palco del biondo anche perchè a suo supporto dietro agli strumenti prende posto quella che ritengo potrebbe essere una delle migliori band italiane del panorama (e già vista con Mitch Malloy e altri…) ovvero Alessandro Del Vecchio (tastiere e cori), Mario Percudani (chitarre), Anna Portalupi (basso) e Alessandro Mori (batteria).
L’indiscusso Re del palco è lui, Ted Poley, ma la classe messa in scena dal resto della band (Percudani superlativo) fa da perfetto altare all’esplosiva vulcanità di Ted. Nel giro di pochi secondi si è catapultati, come lo scorso anno, nel mondo dei Danger Danger. Incentrata infatti sulla discografia dei DD, con la presentazione però del suo nuovo singolo, lo show di Poley cattura il pubblico, che applaude, canta e urla a squarciagola.
Bella e inaspettata la salita sul palco di Issa per un duetto con Ted sulle note di One Step From Paradise… e qui il cameo che entrerà di diritto nella storia del Festival. Ted infatti nel presentare il pezzo sostituisce la parola Paradise con quello che lui ritiene essere la sua traduzione italiana (e qui voci dicono che la colpa sia della nottata brava e di un certo Primo Bonali) ed ecco che ne esce uno splendido “One Step From Pompino”… IDOLO!

SETLIST

Beat the Bullet (Danger Danger song)
Man Alive (Bone Machine cover)
Under the Gun (Danger Danger song)
Don’t Walk Away (Danger Danger song)
Going Blind
Feels Like Love (Danger Danger song)
Bang Bang (Danger Danger song)
One Step From Paradise (Danger Danger song) (with Issa)
Naughty Naughty (Danger Danger song)

PINK CREAM 69

02-04-Pink-Cream-69-Frontiers-Rock-01

Una teutonica Macchina da Guerra! David Readman snocciola una prestazione vocale da Formula 1, da buoni tedeschi forse risultano un po’ freddini (ma se arrivi da un posto che si chima Karlsruhe.. 🙂 ) ma le capacità non si discutono. Se anche l’uomo della security sotto palco rimane impressionato dalla loro esibizione vorrà pur ben dire qualcosa. Pagano purtroppo un po’ l’orario scelto da molti per cenare e così la loro esibizione parte con una sala un po’ svuotata.
Alla fine però raccolgono una marea di meritati applausi e sicuramente si portano a casa uno dei più convincenti show della kermesse.
Unica nota particola è la scelta della scalette che prende a piene mani dai primi tre album della band che vedevano Andi Deris alla voce, ma tant’è, le versioni piazzate ad arte da Readman sono comunque superlative e quindi nulla da dire.

SETLIST

Keep Your Eye on the Twisted
Hell’s Gone Crazy
Special
Lost In Illusions
Talk to the Moon
Break the Silence
Do You Like It Like That
The Spirit
No Way Out
Livin’ My Life for You
Wasted Years
Welcome the Night
Shame

HOUSE OF LORDS

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Visti ormai parecchie volte con questa nuova formazione… e continuano a piacermi. Anche perchè va detto che questa è la prima volta che mi capita di vederli effettivamente su di un palco realmente degno della loro fama. Degli “storici” House of Lords resta il solo frontman James Christian, ma questa nuova incarnazione che ormai da tempo è stabile ha raggiunto un’ottima sinergia. Cosa che sul palco si fa ben notare.
Qualcuno può discutere la scelta di avere basi e tastiere campionate, ma per il resto, merito anche una discografia passata e attuale ricca di ottimi pezzi e di una scaletta studiata con occhio, lo spettacolo è di quelli che catturano. Gli House of Lords negli ultimi anni hanno calcato spesso il suolo italico facendosi un’ottima fama anche per la loro sempre splendida disponibilità ed il calore che la gente emana verso di loro ne è la conferma.
Splendida l’interpretazione della sempre ammaliante I Wanna Be Loved.

SETLIST

Sahara
Big Money
Battle
Cartesian Dreams
Love Don’t Lie (Stan Bush cover)
Come to My Kingdom
I’m Free
Drumagogery
Can’t Find My Way Home (Blind Faith cover)
Rock Bottom
I Wanna Be Loved
Pleasure Palace

LYNCH MOB

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Resa sonora non delle migliori quella che segue la salita sul palco degli storici Lynch Mob di George Lynch, e anche lo stesso Lynch non sembra essere in una delle migliori serate, tanto da dare l’impressione di voler osare giusto il minimo indispensabile per portare a casa la serata.
Per fortuna ci pensa un Oni Logan (voce) nettamente sugli scudi a reggere una sortita non delle più felici tanto che bisognerà aspettare l’infilata di cover dei Dokken per vedere il pubblico prendere coscienza di chi c’è sul palco.
Potevano sicuramente fare di più ma alla fine con qualche tocco qua e la riescono comunque a raggiungere e superare la sufficienza.

SETLIST

She’s Evil But She’s Mine
River of Love
Hell Child
Revolution Heroes
21st Century Man
Madly Backwards
All I Want
Into the Fire (Dokken cover)
Alone Again (Dokken cover)
Tooth and Nail (Dokken cover)
Mr. Scary (Dokken cover)
Wicked Sensation

PRIDE OF LIONS

02-07-Pride-Of-Lions-Frontiers-Rock-20

Ricordo qualche critica iniziale sul fatto che i PRIDE OF LIONS fossero headliner di un Festival come questo… bene, quello che ricorderò io è forse uno dei più belli, emozionanti, coinvolgenti e assolutamente strepitosi live a cui ho assistito. Roba che è riuscita a giocarsela con la chiusura dello scorso anno ad opera dei Night Ranger.
Jim Peterik è il nonno rock che tutti vorremo avere, stereotipo della Rockstar nella migliore delle sue eccezioni! Sale sul palco con una solarità, un’energia ed una carica che sono assolutamente contagiose. Bastano poche note della potente voce di Toby Hitchcock per rendersi conto di trovarsi di fronte ad un mostro di bravura, tanto che non ci sarebbe stato da stupirsi se nel parcheggio durante i suoi incredibili acuti fosse partito più di un antifurto.
La band che segue i due poi è di quelle che ti ruba gli occhi con un Mike Aquino (chitarra) che mostra tutto il suo feeling di classe e quel suo tocco leggermente blues che sembrano stati forgiati apposta sulle spalle di una band come i Pride Of Lions. Notevole anche la presenza scenica del “folletto” Klem Hayes al basso, le sue movenze qualcosa di assurdo ed ipnotico.
Se lo show portato in scena è di quelli da incorniciare per gli annali è anche grazie ad una scaletta che, oltre alla magnificenza (e mai parola fu più azzeccata parlando di una band che per il sottoscritto è la migliore incarnazione attuale di un AOR puro) firmata Pride OF Lions, snocciola con disinvoltura e riusciti arrangiamenti pezzi che arrivano dritti al cuore come High On You, Man Against the World, I Can’t Hold Back. Pezzi estratti dalla carriera degli immensi Survivor e messi li per omaggiare la scomparsa di una voce unica come quella di Jimi Jamison. Non capita spesso di ritrovarsi con gli occhi umidi e ancora meno spesso vedere buona parte della sala con le lacrime agli occhi.
Bella anche la sorpresa di vedere Marc Scherer (che con Peterik ha dato da poco alla luce il progetto Peterik/Scherer proprio per Frontiers) salire sul palco per presentare due brani del suo disco di esordio.
Si conclude tra gli applausi sull’encore che vede una splendida versione di The Courage to Love Somebody e della incredibile Eye of the Tiger cantata da Toby con il fuoco nelle vene!

DITEMI A CHE COSA ABBIAMO ASSISTITO SIGNORI MIEI?

SETLIST

It’s Criminal
Sound of Home
Let Me Let You Go
Unbreakable
Music and Me
High on You (Survivor cover)
Oceans (Survivor cover)
Man Against the World (Survivor cover)
I Can’t Hold Back (Survivor cover)
Risk Everything (Peterik/Scherer song)
Cold Blooded (Peterik/Scherer song)
Born to Believe in You
Gone
Heaven on Earth

Encore:

The Courage to Love Somebody
Eye of the Tiger (Survivor cover)

IN CONCLUSIONE

Questo è il FRONTIERS ROCK FESTIVAL, un Evento che va Vissuto, Amato e soprattutto Supportato, perchè quello che ci potrebbe regalare negli anni a venire, se avesse la possibilità di crescere, sarebbe qualcosa di impagabile!

… PHOTO DIARIO DEL FRONTIERS ROCK FESTIVAL

leggi sulla pagina facebook di Denis Abello il fotodiario del Frontiers Rock Festival

PHOTO REPORT DEL FRONTIERS ROCK FESTIVAL

Tutte le foto del Frontiers Rock Festival 2015 sono a cura di Tommaso Barlettawww.tommasobarletta.com
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Ten – Live at Bat City / Kyttaro Club – Atene 8/9 Maggio 2015

12 Maggio 2015 11 Commenti Lorenzo Pietra

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8 Maggio 2015 , Atene @BAT CITY

Rivedere Gary Hughes “On the road” non può che far piacere a noi Rockers, ancor di più in una notte speciale totalmente acustica, in una città storica come Atene….potevamo quindi mancare noi di Melodicrock.it? Assolutamente no!!

L’atmosfera del piccolo locale Bat City è incredibile e l’attesa per il concerto acustico di Gary Hughes finisce alle 21:30 in punto quando lo show ha inizio.
Gary fin dai primi accordi riesce a catturare i presenti grazie ai suoi fedeli musicisti e la sua vocalist/compagna. La scaletta azzeccata conquista i pareri favorevoli e pesca brani scritti per altri artisti (Bob Catley), brani dei Ten e naturalmente suoi pezzi solisti.

1)Shelter from the night
2)Big Bad Wolf
3)At the end of the day
4)Against the wind
5)Tender is the night
6)Precious Ones
7)Fear of the Dark
8)Without You
9)Return of the Mountain King
10)Wrecking Machine
11)Love Song
12)Book of Secrets
13)Heart like a Lion
14)Shapeshifter
15)The Rainbow
16)The Quest
17)Soliloquy/The Loneliest Place in the world

FOTO:  https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10206598902162159.1073741845.1560106605&type=1&l=1922bd5e90

9 Maggio 2015 , Atene @Kyttaro Club

……….ma è la serata “elettrica” a farsi attendere di più….. ci spostiamo al vicino Kyttaro Club, più capiente e con un palco in grado di far esplodere l’energia dei grandi TEN.

Sono le 22:30 e l’intro March of  the Argonauts rende l’attesa ancora più lunga … ma l’arrivo del gruppo sul palco spezza ogni tensione ed ecco Gary Hughes apparire sulle note di Fear The Force! Suoni potenti, band a mille e Gary Hughes in piena forma aprono lo show in quel di Atene…si prosegue con Gunrunning e il pubblico, già caldo, si fa sentire cantando e inneggiando la band. La scaletta è stata da subito una sorpresa, con pezzi solitamente poco suonati o addirittura dal vivo mai eseguiti. I fan non possono che essere contenti e canzoni trascinanti come Wildest Dream, The Robe, Goodnight Saigon non fanno che confermare l’entusiasmo, oramai alle stelle, di tutti i presenti. La band con tre chitarristi riesce ad amalgamare bene i suoni ed a spartire gli assoli in modo coerente, le tastiere onnipresenti e il duetto basso/batteria non sbagliano un colpo rendendo la serata perfetta. Curioso vedere che dalla scaletta non è stata suonata Barricade, ed alla fine del concerto è stato chiesto al gentilissimo Gary Hughes come mai questa defezione… Lui, scusandosi e mettendosi a ridere, dice che non avendo gli occhiali non l’ha vista e l’ha scambiata per Valentine, la traccia successiva!

Setlist:

1) March of the Argonauts (Intro) / Fear the Force
2) Gunrunning
3) Spellbound
4) A Smuggler’s Tale
5) Wildest Dreams
6) The Robe
7) Apparition
8) Ten Fathoms Deep
9) Don’t Cry
10)Glimmer of Evil
11)Goodnight Saigon
12)Battlefield
13)Valentine
14)After the Love Has Gone
15)Red

Encore:
16)Lamb to the Slaughter
17)The Name of the Rose

La band si è dimostrata disponibilissima e soprattutto umilissima, aspettando i fan, ringraziandoli, facendo foto e bevendo una birra in compagnia…

Un esempio per molti, anzi per tanti tanti gruppi…..

FOTO: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10206598971683897.1073741846.1560106605&type=1&l=24d3292d68

Jeff Scott Soto, Terry Ilous & Jorge Salán – acoustic night @ Blue Rose di Bresso (MI) – 24/02/15 – live report

04 Marzo 2015 1 Commento Denis Abello

Jeff Scott Soto, Terry Ilous, Jorge Salan
report a cura di Denis Abello
photoreport a cura di “BarbaraHeArt Photography”http://www.barbaraheart.it/

Due grandi voci come quelle di Jeff Scott Soto e Terry Ilous, abituate letteralmente con la loro esuberanza a ribaltare i palchi, messi a “riposo” su due sedie con una chitarra in mano… so che detta così può sembrare la cosa più contronatura (musicalmente parlando) di questo pianeta per due scalmanati frontman come sanno esserlo JSS e Terry Ilous!
Eppure questa era la scena che ci siamo trovati davanti agli occhi in quel del Blue Rose di Bresso (MI) nella serata di martedì 24 febbraio. Se già vedere il duo Ilous / Soto con una chitarra in mano può lasciare un po’ interdetti, ma lo stesso Soto era interdetto su questo tanto da ammettere candidamente la sua non ottima preparazione con lo strumento, cosa che si rivelerà quanto mai falsa visto che anche strimpellando corde il buon omone Soto farà un figurone.
Ecco però che in soccorso ai due su questo punto troviamo come terzo membro dell’improbabile duo / trio il talentuoso chitarrista spagnolo Jorge Salán che saprà durante la serata accompagnare in maniera impagabile le due stelle vocali.

continua