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70/100

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Whitesnake – The Purple Album – Recensione

10 Giugno 2015 39 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. Burn
02. You Fool No One (interpolating Itchy Fingers)
03. Love Child
04. Sail Away (featuring Elegy For Jon)
05. The Gypsy
06. Lady Double Dealer
07. Mistreated
08. Holy Man
09. Might Just Take Your Life
10. You Keep On Moving
11. Soldier of Fortune
12. Lay Down Stay Down
13. Stormbringer

Formazione:

David Coverdale – voce
Tommy Aldridge – batteria, percussioni
Reb Beach – chitarra, cori
Michael Devin – basso, armonica, cori
Joel Hoekstra – chitarra, cori

 

 

Deep Purple! Nome storico dell’Hard Rock internazionale, uno di quei nomi in grado da solo di far da cardine ad un genere musicale e ad una generazione…
David Coverdale! Voce e Icona dell’hard rock con i suoi Whitesnake…
Due nomi che si uniscono, come lo fu nel periodo ’73 – ’76, per dar vita questa volta ad un album che è un puro omaggio a quello che è stato il vero “trampolino di lancio” della carriera di Mr. Serpente Bianco. Chi conosce la storia di Coverdale e dei Whitesnake sa infatti che una parte della sua carriera ha incrociato le linee storiche proprio di questo gruppo (periodo mark III – Burn e Stormbringer – e mark IV – Come Taste the Band).
Detto questo, se tutti dopo il favoloso Forevermore (qui la recensione) datato 2011 erano in trepidante attesa di un nuovo album, ancora di più che nelle fila dei Whitesnake ora si trova anche un signor songwriter e chitarrista come Joel Hoekstra (ex Night Ranger, dotato di un tocco molto personale) che avrebbe potuto dare il suo contributo, ecco che la notizia di questo The Purple Album ha lasciato più di un fans interdetto.
Diciamo però che se ti chiami David Coverdale e dalla tua hai un curriculum che da solo può essere letto come un Vangelo dell’Hard Rock allora puoi anche fregartene per un momento e fare un album tributo giusto per il gusto di toglierti qualche sfizio e fare qualcosa che per te ha anche un valore sentimentale.
Tutto bellissimo se non fosse che un umile recensore si trova così in una giornata afosa di inzio estate a chiedersi quali cause avverse lo abbiano portato di fronte ad una tastira a scrivere questa recensione (si, diciamolo, non avrei dovuto farla io la recensione di questo album… ma questa è un’altra storia… :D), recensione tra l’altro di una band che adora (e quindi fin qui nessun problema), ma omaggio ad una band storica come i Deep Purple di cui, lo ammetto, sono in possesso di un unico magistrale lavoro a titolo Slaves & Masters (con un fenomenale Joe Lynn Turner alla voce… peccato che sia un album che i Deep Purple da anni stiano cercando di cancellare dalla loro discografia… 😀 ).
Date queste premesse è ancora da capire se dare in mano un album a chi praticamente questi pezzi li conosce “di striscio” sia una genialata o pura follia…

… e sia quel che sia il fatto è che ora son qui e ammetto che far scorrere queste versioni Whitesnekiane di pezzi Purpleiani come Burn, Sail Away, Mistreated, Holy War per chiudere su Soldier of Fortune e Stormbringer risulta comunque un bel passatempo.
I pezzi modernizzati e a tratti vitaminizzati dal veleno del serpente rendono e se questa la vediamo come una sorta di rodaggio per la nuova Mark “ormai si è perso il conto” che vede l’innesto in formazione di Joel Hoekstra ed il ritorno nei ranghi di Tommy Aldridge allora abbiamo tra le mani un gran bell’album. Suonato e prodotto con grande maestria da una serie di Artisti dotati di indubbio talento.
Per capire la bravura dei coinvolti consiglio l’ascolto di You Keep On Moving e di Soldier of Fortune dalle esecuzioni sublimi e su cui Coverdale è ancora in grado di lasciare senza fiato ben più di un fans del lontano 1987.

IN CONCLUSIONE

Piacevole, scorre via in modo semplice, resta il tarlo del fatto che un album di pezzi inediti avrebbe fatto di certo vibrare i cuori riempiendoli di ben altre emozioni… e se a questo aggiungiamo la moltitudine di live dei Whitesnake usciti negli ultimi anni allora viene spontaneo chiedersi se questo omaggio ai Deep purple serviva o no!
Fatto sta che almeno abbiamo visto che questa formazione in quanto a bravura e talento è l’ennesimo centro messo a segno da sua maestà David Coverdale… ora però la vogliamo messa sotto (e di brutto!) su materiale inedito! Non ci sono live, omaggi, se o ma che tengono!

 

 

© 2015 – 2022, Denis Abello. All rights reserved.

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