LOGIN UTENTE

Ricordami

Registrati a MelodicRock.it

Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.

effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!

Recensione

  • Home
  • /
  • Ultime Recensioni
  • /
  • Vanden Plas – The Empyrean Equation Of The Long Lost Things – Recensione

90/100

Video

Pubblicità

Vanden Plas – The Empyrean Equation Of The Long Lost Things – Recensione

24 Aprile 2024 2 Commenti Alberto Rozza

genere: Progressive Metal
anno: 2024
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. The Empyrean Equation Of The Long Lost Things
2. My Icarian Flight
3. Sanctimonarium
4. The Sacrilegious Mind Machine
5. They Call Me God
6. March Of The Saints

Formazione:

Stephan Lill - Guitars
Andy Kuntz - Vocals
Alessandro Del Vecchio – Keyboards
Andreas Lill - Drums
Torsten Reichert - Bass

Contatti:

Sito: https://www.vandenplas.de/

Facebook: https://www.facebook.com/VandenPlasOfficial/

 

Per questo 2024 in uscita il nuovissimo lavoro dei tedeschi Vanden Plas, super band progressive, iconica, di grandissimo spessore e sempre in grado di produrre brani di estrema qualità.

Si parte alla grande con la title track “The Empyrean Equation Of The Long Lost Things”, complessa, articolata, stupendamente cesellata, che scorre piacevolmente nonostante i suoi 8 minuti di durata: ottimo inizio! “My Icarian Flight” stupisce e incanta, per le sue parti vocali cristalline, limpide e allo stesso tempo intense e calde, che si mescolano alla trama musicale sempre azzeccata e raffinata. Arriviamo alla poderosa “Sanctimonarium”, dalla grande carica ritmica, ottimamente giocata sulla dinamica e su parti cadenzate, che la rendono vivace e coinvolgente. “The Sacrilegious Mind Machine” è un pezzone micidiale, movimentato, metalloso al punto giusto, una vera chicca piazzata non per nulla al giro di boa dell’album. Sulla componente puramente tecnica non c’è nulla da dire, ma la grande capacità di coniugarla alla melodia, per renderla fruibile e non pesante (e monotona!), è ben presente in questo lavoro: ne dà prova la superba “They Call Me God”, gagliarda, titanica e travolgente. Della durata di ben 15 minuti, variegati, eterogenei e sensazionali, “March Of The Saints” chiude trionfalmente questa piccola grande perla del nostro periodo storico, della quale si può dire veramente poco, se non contemplarne la bellezza e ringraziare i musicisti per aver prodotto un lavoro di questa portata.

© 2024, Alberto Rozza. All rights reserved.

Print Friendly, PDF & Email

Ultime Recensioni

Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli

2
0
Would love your thoughts, please comment.x