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The End Machine – The Quantum Phase – Recensione

07 Marzo 2024 3 Commenti Yuri Picasso

genere: Hard Rock
anno: 2024
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. Black Hole Extinction
02. Silent Winter
03. Killer Of The Night
04. Hell Or High Water
05. Stand Up
06. Burning Man
07. Shattered Glass Heart
08. Time
09. Hunted
10. Stranger In The Mirror
11. Into The Blazing Sun

Formazione:

Girish Pradhan: Lead Vocals; George Lynch: Guitars; Jeff Pilson: Bass; Steve Brown: Drums

 

Infinito per qualità e quantità George Lynch.
A settembre saranno 70 (!!!) candeline, e ancora in quante band, progetti (e conseguente attività live) rimane il mastermind o semplicemente è chiamato a dare il proprio notevole contributo? Non vi era modo più indicato per lodare lo stakanovismo del guitar hero natio dello stato di Washington, chiamato oggi a rispondere delle composizioni presenti in ‘The Quantum Phase’. Coadiuvato dal fido Jeff Pilson, Steve Brown (fratello di Mick), la novità risiede dietro al microfono, con il singer Girish Pradhan (Girish Chronichle) a sostituire lo storico Robert Mason (anche ex Lynch Mob, ex Warrant).

L’impegno e la solerzia emergeranno a getto continuo dall’ugola di Pradhan, a partire dall’opener “Black Hole Extinction”, contraddistinta da riffing serrati ed essenziali.
Rispetto al precedente Mason, suona un’attitudine maggiormente metal dalle linee vocali del singer mantenendo un interessante policromia laddove la struttura del brano lo richiede:
a partire dai suoni più abrasivi come in “Stranger in The Mirror” risaltata da un basso nervoso e tonante, a pezzi che soddisfano maggiormente l’orecchio dei più tradizionalisti come il singolo apripista “Silent Winter”.
“Killer Of The Night” spicca per il suo galoppare in tentazioni Class con un chorus trascinante e maestoso dove la linea vocale di Girish Pradhan apre a un assolo virtuoso del mastermind.
La linea di basso nella successiva “Hell or High Water” risuona indiavolata ed ispirata e conferma una band di professionisti meravigliosamente amalgamata nonostante rappresenti l’esordio per il cantante proveniente da Gangtok (India).
Ennesimo ottimo lavoro di Jeff Pilson dietro al mixer, abilmente capace di massimizzare in termini di qualità qualunque suono, di ciascun membro della band, con una produzione asciutta e risoluta complice una linea di arrangiamenti moderna, lontane da eccessive sovraincisioni (un brano come “Time” contraddistinto da un ottimo lavoro solista risulterebbe ideale da suonare live).
“Burning Man” sembra voler puntare uno sguardo alle prime composizioni della band di Don mediante l’arpeggio apripista salvo poi virare in un mid tempo collaudato nella natura elettroacustica delle sei corde. Pezzi meno ispirati come “Shattered Glass Heart”, “Hunted” e la conclusiva “Into The Blazing Sun” non rovinano l’equilibrio e la sensazione di un lavoro piacevolmente fruibile nella sua interezza, adempiendo le aspettative di partenza.

Nonostante il nostro guitar hero abbia artisticamente offerto il meglio di se decadi fa, e comprensivamente non disponga di alcuna novità che non sia già stata scritta o sottolineata nei suoi progetti più riusciti (Dokken, SweetLynch, Lynch Mob), conferma, ancora, il proprio naturale ed instancabile istinto, encomiabile, con un lavoro che abbraccerà i gusti dei suoi fan devoti sparsi per il globo.

© 2024, Yuri Picasso. All rights reserved.

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