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DON’T KNOW WHAT YOU GOT (TILL IT’S GONE) – CINDERELLA: best of power ballads

DON’T KNOW WHAT YOU GOT (TILL IT’S GONE) – CINDERELLA: best of power ballads

23 Febbraio 2016 18 Commenti Iacopo Mezzano

don't know cindererla
DON’T KNOW WHAT YOU GOT (TILL IT’S GONE) – CINDERELLA
di Tom Keifer

1988

IL TESTO e LA TRADUZIONE

I can’t tell ya baby what went wrong /  Non ti so dire ragazza cosa sia andato storto
I can’t make you feel what you felt so long ago / Non riesco a farti sentire ciò che provavi tempo fa
I’ll let it show / Te lo mosterò
I can’t give you back what’s been hurt / Non posso ridarti ciò che è stato compromesso
Heartaches come and go and all that’s left are the words / I mal di cuore vanno e vengono e tutto ciò che lasciano sono le parole
I can’t let go / Che non posso lasciar andare via

If we take some time to think it over baby / Se ci prendessimo un po’ di tempo per pensarci ragazza
Take some time, let me know / Prendi un po’ di tempo, fammi sapere
If you really want to go / Se davvero te ne vuoi andare

RIT
Don’t know what you got till it’s gone / Non sai quello che hai finchè non se ne va
Don’t know what it is I did so wrong / Non so che cosa ho fatto di così sbagliato
Now I know what I got / Adesso so cosa mi resta
It’s just this song / E’ solo questa canzone
And it ain’t easy to get back / E non è facile riaverlo indietro
Takes so long / Ci vuole così tanto

I can’t feel the things that cause you pain / Riesco a sentire le cose che ti hanno fatto male
I can’t clear my heart of your love it falls like rain / Non posso liberare il mio cuore dal tuo amore, cade come pioggia
Ain’t the same / Non è la stessa cosa
I hear you calling far away / Ti ho sentita che chiamavi da lontano
Tearing through my soul I just can’t take another day / Lacerandomi l’anima, non posso sopportare un altro giorno
Who’s to blame / Chi è da biasimare?

If we take some time to think it over baby / Se ci prendessimo un po’ di tempo per pensarci ragazza
Take some time, let me know / Prendi un po’ di tempo, fammi sapere
If you really want to go / Se davvero te ne vuoi andare

RIT

Do you want to see me beggin’ baby / Vuoi vedermi supplicare ragazza?
Can’t you give me just one more day / Non mi puoi dare solo un altro giorno?
Can’t you see my heart’s been draggin’ lately / Non vedi che ultimamente il mio cuore sta strisciando?
I’ve been lookin’ for the words to say / Sto cercando le parole per dirtelo

RIT

 

Quando si ha voglia di tornare indietro nel tempo e ricordare una storia d’amore passata che ancora ferisce o che si è ritagliata un posto particolare nel cuore, Don’t Know What You Got (Till It’s Gone) dei Cinderella diventa automaticamente la power ballad di riferimento.

Composta dal leader e frontman del gruppo Tom Keifer e inserita nel loro secondo album, il celebre Long Cold Winter (1988), fu il brano di maggior successo della storia della band, avendo toccato la posizione numero 12 della Billboard Hot 100 nel novembre del 1988, e la numero 10 della Mainstream Rock. Fu inoltre in classifica in Canada (#68) e nel Regno Unito (#54), e fu inserita alla posizione 18 nella classifica delle 25 più grandi power ballad di sempre secondo l’emittente VH1.

Il brano, che fu registrato nei Bearsville Studios nei pressi di Woodstock, New York, sbaragliò la concorrenza sfruttando al meglio il pathos solitario del suo testo pieno di tristezza e carico di nostalgie. E’ inimitabile l’interpretazione che ne da Keifer, sugli scudi con il suo inconfondibile cantato graffiato e con le note in crescendo della sua chitarra, ma sono particolarmente curati anche gli arrangiamenti e l’accompagnamento della chitarra di un Jeff LaBar supportato dal preciso lavoro ritmico di Eric Brittingham al basso (e ai cori) e Fred Coury, con l’insieme esaltato da una produzione calda e avvolgente, fatta di suoni nitidi e eccezionalmente profondi.

Altra fonte di successo del singolo fu il suo iconico video musicale, registrato nei pressi del Mono Lake nel Bodie National Park, nella Sierra Nevada. Il filmato contiene l’indimenticabile l’immagine della band che suona immersa nella natura, tra alcuni splendidi scorci colorati dal rossore del tramonto e gli edifici della città fantasma di Bodie, con Keifer a interpretare il pezzo solitario mentre suona un pianoforte posto sulle fresche rive del lago.

Le liriche del brano raccolgono quella serie di pensieri che vorticano nella mente di ogni uomo o donna che abbia subito l’abbandono da parte della sua metà. Non ti so dire ragazza cosa sia andato storto è la frase che apre il testo e che spinge il protagonista a creare un dialogo, non per forza immaginario, con la ragazza lontana. L’espressione non riesco a farti sentire ciò che provavi tempo fa, te lo mosterò diviene così una sorta di prima promessa nei confronti dell’amata, quasi un ammissione che questa canzone sarà eseguita per lei, con il cuore aperto, sperando di farle cambiare idea. Non posso ridarti ciò che è stato compromesso è la presa di coscienza dell’uomo, che riconosce quanto sarà difficile ricostruire il rapporto, ma che allo stesso tempo sa che nonostante i mal di cuore vadano e vengano (e siano dunque da affrontare con coraggio, pensando che sono parte della normalità all’interno di una esistenza, specie negli anni giovanili) tutto quello che lasciano sono le parole che non posso lasciar andare via. A dirla breve? Ci sono delle cose che devono essere dette, ed è ciò su cui vuole finire a parare il testo di questa canzone.

Se ci prendessimo un po’ di tempo per pensarci ragazza, prendi un po’ di tempo, fammi sapere se davvero te ne vuoi andare è la bellissima frase che finisce per anticipare ogni ritornello del brano. E’ una richiesta sincera di una ultima chance, di una possibilità data dal tempo, l’unica e ultima pedina in grado di poter riavvicinare (attraverso la nostalgia reciproca) le due parti divise.

Ora però un bel respiro, e lasciamo spazio a uno dei più bei refrain della musica d’amore in chiave rock: non ti rendi conto di quello che hai finchè non lo perdi, non so che cosa ho fatto di così sbagliato, ma adesso so cosa mi resta: è solo questa canzone. Non è facile riaverlo indietro (il soggetto è: il nostro amore, ndr), ci vuole così tanto. Nessun ulteriore commento, il pensiero qui è già perfettamente chiaro da se. Ed è magnifico.

La seconda strofa della canzone è quella più carica di rimorsi, quella più sofferta. Riesco a sentire le cose che ti hanno fatto male, non posso liberare il mio cuore dal tuo amore, cade come fosse pioggia, ma non è la stessa cosa. Le goccie di pioggia hanno qui una doppia rappresentazione: sono le lacrime della ragazza di fronte al dolore che le è stato dato, e che probabilmente ha causato la fine del rapporto, ma sono anche il supplizio che patisce l’uomo, una tortura sotto forma di una clessidra che goccia dopo goccia scandisce il tempo che scorre via lontano dall’amata. Ti ho sentita che chiamavi da lontano, lacerandomi l’anima. Non posso sopportare un altro giorno, chi è da biasimare? è il definitivo grido di pietà del protagonista, che cerca di dire alla donna: quello che stai soffrendo non è poi così lontano da quello che patisco io.

In mezzo ai due ritornelli finali della canzone, l’ultima espressione inedita di questo testo. Vuoi vedermi supplicare ragazza? Non mi puoi dare solo un altro giorno? Non vedi quanto ultimamente il mio cuore stia strisciando? Sto cercando le parole per dirtelo. E’ l’ultimo definitivo tentativo dell’amante di far capire alla donna quanto sia ancora vivo il suo amore. E’ scritto quasi come una supplica, come una preghiera, ed è il gesto disperato che lancia l’ultimo assalto al cuore di lei. La riavrà tra le sue braccia?

PERCHE’ QUESTA CANZONE MERITA UN POSTO NEL NOSTRO BEST OF POWER BALLADS?

Don’t Know What You Got (Till It’s Gone) ha il pregio di risultare molto più autentica, emozionale e sincera delle tante altre notevoli ballad composte in quegli anni. Merito della prestazione assoluta di un Tom Keifer, compositore ed interprete, perfettamente a suo agio nei panni dell’amante sofferente (grazie anche all’unicità della sua voce, che perfettamente si sposa a queste emozioni), e più in generale dell’eccellenza tecnica e della maturità raggiunta dai Cinderella nel 1988, al loro secondo album in studio.

Molto probabilmente uno dei più bei lenti rock di sempre.

IL VIDEO

© 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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