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Recensione

90/100

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King Kobra – King Kobra – recensione

24 Maggio 2011 3 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Rock This House
02. Turn Up The Good Times
03. Live Forever *
04. Tear Down The Walls *
05. This Is How We Roll
06. Midnight Woman
07. We Got A Fever *
08. Top Of The World *
09. You Make It Easy *
10. Crying Turns To Rain *
11. Screamin' For More
12. Fade Away *

* migliori canzoni

Formazione:

Paul Shortino - vocals
David Michael-Philips - Guitar
Mick Sweda - Guitar
Johnny Rod - Bass Guitar
Carmine Appice - drums

 

King Kobra… un altro grande nome del passato che torna prepotentemente in scena! La Frontiers Records ancora una volta stupisce riportando in auge un moniker che sicuramente molti di voi pensavano morto e sepolto da anni di Grunge!
Invece l’Hard Rock granitico spinto dall’incedere del “martellatoreCarmine Appice (Vanilla Fudge, Rod Stewart, Ozzy Osbourne) cerca una sua nuova strada in questo rinascimento Hard and Melodic Rock che sta prendendo sempre più forma in questi anni.
Non a caso prima però ho parlato di “nuova strada“, infatti i King Kobra si presentano in una nuova veste che vede la voce di Paul Shortino (Rough Cutt, Quiet Riot) sostituire lo storico Marcie/Mark Free (tornata da poco nella reunion degli Unruly Child).
Già la totale differenza vocale tra le due grandi voci fa presumere che questi King Kobra poco avranno da spartire con la band originale e a noi non resta che testare con le nostre orecchie se comunque hanno ancora qualcosa di valido da dire in questo nuovo millennio…

LE CANZONI

… non so se hanno ancora qualcosa da dire, ma da urlare di sicuro!!! Rock this House mette subito in mostra la carica della band e la forma spettacolare di Shortino. Altra conferma di trovarci di fronte ad un gruppo al 100% arriva con la seguente Turn Up The Good Times, più tagliente rispetto al pezzo precedente con uno Shortino ancora una volta strepitoso.
Mi sto rendendo conto dell’effettiva portata di questo nuovo lavoro siglato KK che parte l’attacco di Live Forever. Più suadende rispetto ai pezzi che l’hanno preceduta, con la voce di Shortino che si fa più calda e soffusa mentre la melodia meno hard rockeggiante e più ricercata ci abbraccia in tutta la sua incredibile forma e lascia allo stupendo giro del ritornello il compito della stoccata finale… canzone incredibilmente bella!
Un cuore che palpita, vetri in frantumi ed un riff di chitarra che traccia il percorso prima che il solito Shortino faccia la sua comparsa sulle note dettate da una band veramente in stato di grazia… Tear Down The Walls arriva diretto come un pugno di ricercato Hard Rock allo stomaco!
Il continuo si fa sempre più esaltante e This Is How We Roll non fa che mantenere i nostri sensi nettamente all’erta sulle sue veloci note. Su pezzi come questi la batteria di Appice e le chitarre di Michael-Philips e di Mick Sweda non sono seconde
a nessuno… Rock the Nation, This is How We Roll! \m/
Ancora grande forza quella che regna sovrana nei KK e che con Midnight Woman ci riportano indietro a sonorità che hanno fatto la storia dell’Hair Metal! Ci lasciamo ancora trasportare dal groove di We Got A Fever in cui un fantastico Shortino duetta in perfetta armonia con le maestose chitarre di Michael-Philips e di Sweda, classe da grandi del Rock!
Carichi al massimo i KK scaricano tutta la loro forza trascinante sulle note di Top Of The World che ancora se ce ne fosse bisogno fissa nettamente in alto la qualità messa in scena dal nuovo corso dei Kobra!
You Make It Easy semplicemente cattura con quel suo coro angelico a cui fa da netto contrasto la voce di Shortino. Un pezzo di grande appeal che nel ritornello lascia assolutamente senza difese!
E’ arrivato il momento di rallentare e farsi letteralmente travolgere dai brividi che regala la splendida Crying Turns To Rain, e così, mentre sulle sue note il nostro cuore va letteralmente in frantumi, non ci resta che chinare il capo di fronte alla
maestosità della voce di uno Shortino da applausi che se supportato da pezzi come questi e da una band stratosferica come i KK può letteralmente mettere KO nomi nettamente più blasonati del panorama Hard Rock attuale!
Ci resta ancora il tempo per l’ultimo giro offerto dalla velocissima Screamin’ For More che sul ritmo forsennato della batteria ci accompagna verso l’ultima perla di questo gradito ritorno… e così concludiamo nel più classico degli stili lasciandoci dolcemente cullare dalle note e dalla poesia di Fade Away che grazie ancora una volta alla splendida voce di Shortino attesta l’ultimo grande punto a favore di questi King Kobra.

IN CONCLUSIONE

Estasiato, non saprei che altro dire. Un album di sano e vecchio Hard Rock in cui una voce, due chitarre, un basso ed una batteria bastano a creare la magia. Diciamo subito che qui però non si parla di artisti qualunque, ma di Artisti con la A maiuscola, tutta gente che ha tracciato le fila del periodo d’oro di questo genere.
Carmine Appice, David Michael-Philips, Mick Sweda, Johnny Rod e Paul Shortino confezionano un lavoro nettamente di alto livello che può e deve trovare un suo posto in questo 2011 tra gli appassionati del genere.
Certo questi non sono i vecchi King Kobra e penso che neanche lo volessero essere… come capita spesso in questo periodo molti “vecchi” nomi tornano a calcare le scene con line-up o stili che non ripercorrono magari le loro origini  e questo può lasciare scontenti più di un vecchio fans, ma vorrei ricordare lo stato comatoso in cui questo genere ha cercato di sopravvivere negli anni ’90 dove più di una grande band si è vista tagliata fuori dal mercato nel giro di un paio di anni.
Ora finalmente stiamo assistendo ad una nuova rinascita che riporta alla luce vecchi nomi che in più di un caso non possono essere visti come una continuazione del passato, ma come una nuova ripartenza! Penso sia questo il caso dei nuovi King Kobra che poco hanno da spartire con gli omonimi degli anni ’80 (anche se a parte Shortino la band è la stessa), ma penso che questo passi nettamente in secondo piano ed un album come quello che ho tra le mani vada valutato per quello che è, cioè un grandissimo lavoro che riporta in primo piano artisti che si meritano di stare tra i grandi della musica del genere… per cui,  Rock On King Kobra!!!

© 2011 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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