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Recensione

80/100

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Vandenberg – Sin – Recensione

25 Agosto 2023 10 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard Rock
anno: 2023
etichetta: Mascot Label Group

Tracklist:

1. Thunder And Lightning
2. House On Fire
3. Sin
4. Light It Up
5. Walking On Water
6. Burning Skies
7. Hit The Ground Running
8. Baby You’ve Changed
9. Out Of The Shadows

Formazione:

voce; Mats Levén, batteria: Koen Herfst, basso: Randy van der Elsen, chitarre: Adrian Vandenberg

 

Se siete in astinenza da Serpente Bianco e gli innumerevoli cloni usciti negli ultimi anni non vi hanno soddisfatto, qui sicuramente troverete pane per i vostri denti. Oggettivamente, qui ci troviamo di fronte a qualcosa di più di una mera operazione nostalgia, perché Adrian Vandenberg è parte integrante e cuore pulsante del sound Whitesnake dal 1987 in avanti ed è inutile che vi dica quanto Slip Of The Tongue oriented sia il mood d quest’album. Per convincervi basterà guardare i video di Sin, dove un simpatico serpente (ovviamente bianco) slinguetta allegramente già dai primi frame… Parte dell’ illusione è sicuramente alimentata dalle vocals di Mats Levén, che non ha nessun timore di andare a percorrere il sentiero Coverdaliano nella impostazione vocale, riuscendo molto spesso a ricreare l’illusione dei tempi che furono.

Ci troviamo quindi di fronte a nove tracce di hard rock bollente e anthemico, dove le atmosfere a cavallo degli anni 80/90 la fanno da padrone (sicuramente la produzione di Bob Marlette aiuta moltissimo), non si disdegna però di riesplorare le radici seventies dell’hard/blues oltre alle sonorità tipiche dei Rainbow/Dio. Il guitar sound è massiccio e tirato ed erge un muro sonoro d’altri tempi nei pezzi più hard, mentre cesella con precisione e delicatezza i pezzi più soft, inoltre si nota una notevole ispirazione compositiva e pur senza l’intento di inventare nulla, quello che viene proposto trasuda feeling e passione allo stato puro e questo non può che far piacere anche agli incalliti fruitori di hard rock come noi.

Pezzi torridi come Thunder And Lightning, Sin e Burning Skies, mi accendono esattamente come 40 anni fa, mentre il lento Baby You’ve Changed, mostra che non importa essere melensi per esprimere emozioni. In sostanza mi sento di dire che Sin è il disco che gli Whitesnake avrebbero dovuto fare, ma che da Good To Be Bad (incluso) in poi, non hanno più fatto.

© 2023, Samuele Mannini. All rights reserved.

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