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Recensione

75/100

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Jeff Scott Soto – Retribution – recensione

15 Dicembre 2017 11 Commenti Luka Shakeme

genere: Hard Rock / AOR
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

Retribution
Inside Outside
Reign Again
Feels Like Forever
Last Time
Bullet For My Baby
Song For Joey
Breakout
Dedicate To You
Autumn

Formazione:

Jeff Scott Soto – Voce , Tastiere
Howie Simon – Chitarra & Basso (eccetto “Reign Again” and “Song For Joey”)
Edu Cominato – Batteria
August Zadra – Chitarra “Reign Again”
Stephen Sturm – Chitarra “Reign Again”
Carlos Costa – Basso “Reign Again”
Paul Mendonca – Chitarra, Tastiere & Basso “Song For Joey”

Contatti:

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L’artista di cui mi accingo a parlarvi non ha bisogno di eccessive presentazioni. Uno dei più prolifici dell’intero panorama Hard ‘n Heavy, instancabile fucina di creatività, da sempre pronto a una nuova sfida e a un nuovi percorsi collaborativi con quotati colleghi. Ultimamente il suon nome è legato a filo doppio al progetto W.E.T. per indiscussi meriti sia artistici che di responsi di pubblico. Fra una pausa e un’altra è riuscito a tirar fuori il suo nuovo full solista. Jeff Scott Soto e l’amore famelico per la musica, ci regalano “Retribution”.

Retribution”, title track è un opener devastante per chi ama sonorità moderne. Riffing roccioso sul quale il grande Soto cesella linee vocali asciutte, salvo aprirsi in chorus più ariosi. Soto in veste solista va a briglia sciolta senza timori di sorta né condizionamenti. Avvisati rockers dalle coronarie troppo fragili o legati a un sound più morbido.
Inside Outside” non si discosta molto dal pezzo di apertura. Siamo sempre su ambientazioni oscure e dure; forse ritroviamo una maggiore armonia nelle aperture vocali rendendo il tutto molto fruibile. Per me altro episodio Hard Rock moderno andato perfettamente a segno.
Reign Again” vira invece su un più classico aor. La qualità non si discute e anche l’intensità in cui Soto riesce a esprimersi in tutti i contesti è disarmante. Interpretazione, timbro caldo e possente ricordano le caratteristiche per cui ci sia differenza fra un buon cantante e colui che in gergo si direbbe “fa un altro mestiere”.
Feels Like Forever” è la prima immancabile ballad. Stupenda; non ho altre parole per descriverla. Superfluo descrivere i brividi che la voce di un fuoriclasse riesce a trasmettere. Il lavoro certosino fatto sulle armonizzazioni e sui controcanti è chirurgico e pone sigillo su una vera perla del genere.
“Last Time” rimette il tutto su binari di un Hard Rock roccioso fatto di melodie ricercate e soli mirabolanti. Necessita più di un ascolto per essere metabolizzato ma tutto sommato direi che siamo pur sempre su livelli abbondantemente sopra la sufficienza.
“Bullet For My Baby” nonostante sia pur sempre granitica è probabilmente una delle tracce che ammalierà di più. Mettete due mostri sacri tipo Whitesnake e Mr. Big dei tempi d’oro e otterrete il mid tempo che vi scalderà il cuore dando una botta di vita anche ai rockers più cementificati. (letteralmente!! Nda)
“Song For Joey” ci rimette in stato letargico. Questa volta la ballad in questione è più eterea, nostalgica in cui Soto esprime al meglio la teatralità permeata del suo inconfondibile timbro che lo ha reso uno dei fuoriclasse dell’intero panorama Hard ‘n Heavy.
“Breakout” altra scheggia impazzita di ottima fattura. Probabilmente si tratta dell’episodio più quadrato e canonico fra quelli più tirati, malgrado le chitarre risultino pur sempre impetuose e chorus ficcanti contribuiscano a rendere il pezzo fruibile fin dal primo ascolto. Un altro episodio che non fa altro che confermare le ottime impressioni avute fin ora.
“Dedicate To You” naviga ancora una volta verso lidi più morbidi, con un aor impreziosito da un buon lavoro di tastiere che seppur non invadente riesce a enfatizzare i chorus, sempre misurati e decisamente aperti.
Autumn” in chiusura è una delicata ballad acustica ricca di enfasi confermando appieno le ottime impressioni di un lavoro come già anticipato che rasenta la perfezione. Un magico trasporto che solo il grande Soto può dare; pochissimi altri riescono a emozionare come fa l’istrionico singer statunitense su ambientazioni di questo tipo.

IN CONCLUSIONE

Un lavoro che risulterà tendenzialmente ostico ai fanatici dell’aor cotto e mangiato; viceversa potrà essere apprezzato da chi è avvezzo ad ascoltare platter più rocciosi. La melodia c’è, ma è più ricercata e siamo distanti dai progetti tipo W.E.T. per citare uno dei suoi ultimi progetti più in voga attualmente. Per non parlare del sound che è decisamente più compatto e vocalmente parlando a tratti più aspro ma sicuramente più espressivo e meno pianificato a tavolino. Mi sento in definitiva di consigliarlo a tutti gli amanti del’Hard ‘n Heavy senza alcun distinzione di sorta.

© 2017, Luka Shakeme. All rights reserved.

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