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AOR – L.A. Darkness – Recensione

02 Maggio 2016 5 Commenti Nico D'andrea

genere: AOR / Westcoast
anno: 2016
etichetta: Escape Music

Tracklist:

01. The Smartest Girl In L.A.
02. The Locked Soul*
03. One Foot In Heaven*
04. Blueprint For Love
05. Desire Turning Into Dust
06. Heart In Pawn*
07. Seven Storms
08. Why Girls Say No
09. Dangerous Fascination
10. Burnin g Rainbows (Instrumental)

* migliori pezzi

Formazione:

Frederic Slama - Chitarre e Tastiere
Tommy Denander - Chitarre,Tastiere, Batteria,Basso

Ospiti:

Kevin Chalfant - Voce e cori
Steve Overland - Voce e cori
Jeff Scott Soto - Voce e cori
Paul Sabu - Voce e cori
Jesse Damon - Voce e cori
Henry Small - Voce e cori
Philip Bardowell - Voce e cori
Rick Riso - Voce e cori
Alessandro DelVecchio - Cori
Colin Rodgers - Basso, Batteria

 

Scende l’oscurità su Los Angeles con il quindicesimo (!!!) capitolo della soap opera AOR, diretta dal chitarrista/tastierista francese Frederic Slama.
La cadenza con cui il bravo musicista transalpino ripropone il tema sulla città degli angeli ha dell’incredibile.
Ancor più incredibile si conferma il roster di vocalist che accompagna questa sua nuova release.
AOR rimane in effetti uno dei progetti di punta dell’etichetta britannica Escape, seconda ormai in prolificità solo alla nostra quasi omonima (Journey connection) Frontiers.

Sfortunatamente la ripetitività non aleggia solo sui titoli degli album pubblicati nella lunga saga, tanto da sembrare incagliata nella struttura compositiva di pezzi ormai prodotti in serie.

La “denanderdizzazione” dei suoni non aiuta poi nella ricerca di un risultato migliore, rispetto a quello uscito dai pochi ma faticosi ascolti del disco.
È infatti ancora Tommy Denander il primo complice di Slama nella stesura del progetto.
Mi spiace scriverlo ma dopo i flop targati 2015 di Radioactive ed Impera, il chitarrista svedese pare ancora piuttosto a corto di idee.

Nel suo profetico titolo, L.A. Darkness sposta il baricentro stilistico (spesso in bilico nei lavori precedenti tra AOR e Westcoast) verso un sound più rockeggiante ma senza trarne particolare beneficio.

Titoli come The Smartest Girl In L.A. (nonostante la presenza di JS Soto) e Why Girls Say No lasciano ben poco spazio alla creatività.
Pezzi che portano il peso,nella loro troppo lineare andatura, di tutti i cliché del genere AOR.

Le cose vanno addirittura peggio con Desire Turning Into Dust (cantata dall’ex Unruly Child Philip Bardowell) e Seven Storms.
Una traccia quest’ultima completamente fuori contesto, per il proprio fastidioso retro gusto Classic Rock di bassa lega.

Eppure nella prima metà del platter era apparsa,seppure a sprazzi,la luce.
Merito della solita convincente performance del compagno di scuderia Steve Overland.
The Locked Soul e Heart In Pawn escono dal mucchio grazie all’inconfondibile timbro del frontman di FM ed Overland (ovviamente).
Lo stesso vale per l’ottima One Foot In Heaven, interpretata però da un certo Signor Kevin Chalfant (The Storm,Two Fires).

Difficile andare oltre per avventurarsi in improbabili descrizioni particolareggiate dei vari brani. Troppi i cliché , troppe le canzoni e le sonorità ascoltate ormai decine di volte.

CONCLUSIONE

Buio pesto per la nuova “fatica” di Frederic Slama a marchio AOR.
L.A. Darkness scivola addosso lentamente senza lasciare traccia, finendo per perdersi nel fiume di uscite assolutamente trascurabili di questo (fino ad oggi) deludente 2016.

© 2016, Nico D’andrea. All rights reserved.

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