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Work Of Art – Framework – Recensione

16 Settembre 2014 45 Commenti Alessio Minoia

genere: Aor
anno: 2014
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. Time To Let Go
02. How Will I Know?
03. Shout ‘Till You Wake Up
04. Can’t Let Go
05. How Do You Sleep At Night?
06. Over The Line
07. The Machine
08. Hold On To Love
09. Natalie
10. The Turning Point
11. My Waking Dream

Formazione:

Lars Säfsund – vocals
Robert Säll – guitars, keyboards
Herman Furin – drums

 

 

Questa recensione non vi parlerà dei Work Of Art. Non sciorinerò la loro (breve) discografia capace di partorire album seminali per la nuova primavera del Rock Melodico made in Europe. Non ricorderò che Robert Säll, chitarrista e principale compositore ha partecipato al progetto W.E.T. insieme a Jeff Scott Soto ed è songwriter per i Place Vendome e Bobby Kimball. Eviterò accuratamente di citare le indubbie influenze Toto (Isolation), Giant (Last of The Runaways), Journey (Raised on Radio) e Stage Dolls (omonimo 1988). Vorrei tediarvi il giusto nel rendere noto al mondo intero e dintorni circa le incommensurabili doti tecniche umilmente messe al servizio di un songwriting maturo imvece che alla creazione di pugnette musicali seduta stante. Tralascerei pertanto il dato che Framework arriva sui vostri scaffali a distanza di tre anni dal precedente In Progress (qui la recensione) di cui è una naturale continuazione cementando la managerialità musicale di una gestione capace di sfornare refrain indimenticabili conditi da un supporto strumentale mai sfuocato.

Certo, il compito di chi scrive è quello (forse) di informare, o meglio, indirizzare (esageriamo) l’eventuale compratore tra diversi piece of art, ma perchè dilungarmi su quanto Framework sia il compendio di quanto finora realizzato dal trio svedese, che ha deciso spudoratamente di pigiare il piede sull’accelleratore degli up-tempo anche se i momenti più easy listening non mancheranno. E’ pertanto inutile che i nostri lettori più fedeli, o top commenter per gli amanti dell’inglese, si precipitino ad insultare il sottoscritto sul perchè non siano stati indicati i momenti più entusiasmanti anche se, a onor del vero, Over The Line, My Waking Dream e How Will I Know? sono da orgasmo multiplo e la Youtube-anticipation Can’t Let Go inesorabilmente detta i tempi rispetto a quanto andrete ad ascoltare in questo dischetto.
Mi sarebbe piaciuto rimarcare il fatto che un album come questo nulla aggiunge e nulla toglie a quanto realizzato in precedenza a firma Work Of Art, pertanto se, come il sottoscritto, li venerate visceralmente avrete ottime ragioni per comprare a scatola chiusa l’album ma visto che non voglio scrivere nulla di tutto ciò questa chiosa finale non potrete mai leggerla.

IN CONCLUSIONE

Ma state ancora qui a leggere le puttanate seriali di chi non ha di meglio da fare che scrivere fregnacce? Uscite immediatamente di casa e acquistate Framework. Gustatevelo, assaporatene il gusto, lo stile, la ricercatezza negli arrangiamenti, la cesellatura dei chorus, cantate a squarciagola, accendete una candela votiva quale atto di fede in attesa di una loro venuta nel nostro paese dimenticato dal Rock con la R maiuscola e ringraziate gli Dei del fatto che esistano ancora di queste band. A proposito, andate in pace come agnelli tra lupi a diffonderne il verbo.

© 2014 – 2022, Alessio Minoia. All rights reserved.

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