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Recensione

90/100

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Hardline – Danger Zone – recensione

30 Maggio 2012 29 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Fever Dreams *
02. 1o,ooo Reasons *
03. Danger Zone
04. What I’d Like
05. Stronger Than Me *
06. Never Too Late For Love
07. Stay *
08. I Don’t Want To Breakaway
09. Look At You Now *
10. Please Have Faith In Me *
11. Show Me Your Love
12. The Only One

* migliori canzoni

Contatti:

Johnny Gioeli: Voce
Alessandro Del Vecchio: tastiere e cori
Thorsten Koehne: chitarre
Anna Portalupi: basso
Francesco Jovino: batteria

 

1992 – 2012… venti anni esatti separano la prima dall’ultima volta che un album ha potuto fregiarsi della scritta Hardline sulla propria copertina. Venti anni non facili fatti di un primo disco (Double Eclipse – 1992) arrivato quando il genere ormai sembrava non avere più futuro e altri due dischi (più un live) che con cambi continui di formazione non sono riusciti a mantenere il confronto con il primo splendido esordio.
Infatti, anche se Double Eclipse uscì in un periodo in cui il genere era ormai in declino, il tempo ha comunque saputo dare i giusti meriti a quello che ormai viene classificato come una delle gemme più preziose dell’Hard Rock melodico. Successo dovuto in primis all’eccezionale voce di Johnny Gioeli, ma anche dall’apporto non indifferente del “Journey” Neal Schon. La mancanza proprio di quest’ultimo nei successivi album (II del 2002 e Leaving the End Open del 2009) è stata per molti la causa che ha fatto si che questi due album non riuscissero a raggiungere il livello del loro illustre predecessore.
Arriviamo così al 2012 e a questo Danger Zone che segna il ritorno in territorio melodico di una delle più incredibili voci del panorama attuale e da anni ormai al soldo anche del “guitar wizard” Axel Rudi Pell.
Come nel ’92 trovavamo Schon e Gioeli in veste di mastermind nel 2012 troviamo il nostro Alessandro Del Vecchio (produttore e membro di varie band oltre che alle tastiere e cori negli Hardline) ad affiancare Gioeli e a tirare i fili della trama che sta alla base di questo Danger Zone e non è un caso inoltre che a ulteriore supporto troviamo una serie di vecchie “conoscenze” di Del Vecchio che vedono Thorsten Koehne (Code of Perfection, Eden’s Curse) alle chitarre, Anna Portalupi (Mitch Malloy, Skill in Veins) al basso e Francesco Jovino (U.d.o., Edge of Forever) alla batteria.

La prima prova del fuoco arriva sulle note di Fever Dreams, primo singolo estratto dall’album, ed è un fuoco che finalmente fa tornare a ardere le giuste corde emozionali come si conviene al nome Hardline. L’impatto è devastante e la voce di Gioeli irrompe sulle note del pezzo con una carica dirompente ben supportato dalla forza messa in campo dal resto della band… ma questi Hardline hanno appena iniziato a scaldare le loro armi e 10.000 Reasons mette a segno il secondo centro lasciando scorrere la sua melodia di puro rock melodico diretta nelle nostre orecchie.
Danger Zone perde l’immediatezza dei due pezzi che l’hanno preceduta in nome di una maggiore ricercatezza in cui la voce di Gioeli trova la sua alchimia su di uno splendido lavoro di tastiere (al pari solo di quello della successiva Stay).
Da qui l’unica soluzione possibile è quella d lasciarsi prendere dalla splendida prova vocale di un Gioeli come sempre sublime che ci conduce sulle note veloci di What I’d Like per approdare sulle calde sonorità di Stronger Than Me e Never Too Late For Love (già incisa da Philip Bardowell nel suo In the Cut). Da notare in quest’ultima il lavoro alla chitarra del tedesco  Koehne che stende un tappeto di note che insieme alla voce di Gioeli donano nuova vita al pezzo di Bardowell.
Entrano con prepotente dolcezza in scena le tastiere sulle note iniziali di Stay per quella che è una delle sicure Hit di questo Danger Zone. I Don’t Want To Breakaway è forse il pezzo più particolare di questo lavoro che basa buona parte della sua forza su una batteria travolgente e spaccaossa.
Quanto già sentito non basta a preparare l’entrata in scena di Look at You Now che risulta essere per chi scrive sicuramente uno dei pezzi da novanta di questo lavoro. Tutto si mescola in questo pezzo con una tale perfezione da lasciare senza fiato… molto commerciale, orecchiabile e forse anche un pò ruffiana ma un istant classic da 10 e lode.
Molto ispirata anche la successiva Please Have Faith in Me che ci accompagna per concludere verso altri due pezzi da cardiopalma come Show Me Your Love e la conclusiva The Only One.

IN CONCLUSIONE

Che la “Danger Zone” paventata dal titolo fosse quella in cui effettivamente si trovavano a giocare i nuovi Hardline? Ed è una zona sicuramente pericolosa in cui i fans hanno già ampiamente dimostrato in passato di non avere pietà, ma questa volta mi sento di dire che la nuova formazione riesce se non a uscirne totalmente incolume almeno a portarne fuori una band che funziona in maniera ottima e dei pezzi che riescono a creare il giusto tappeto di rock melodico su cui si può ottimamente appoggiare la voce di Gioeli qui in vero stato di grazia.
Se nell’esordio ci trovavamo di fronte ad un hard rock dai tratti melodici qui possiamo dire di trovarci di fronte ad un rock melodico dai tratti hard rock in cui si sente in maniera evidente il segno di Del Vecchio che senza voler per forza andare a imitare quell’esordio che tanto pesa nella storia degli Hardline ha voluto creare, in combutta con lo stesso Gioeli, un lavoro più personale che come un misto di razze amalgama lo stile dei due artisti ottenendo un risultato dal sapore esotico.
Notevole e tangibile anche l’apporto del resto della band. Ognuno porta il suo stile a servizio dei dodici pezzi e gli innesti dei restanti 3/5 del gruppo si rivela quindi quanto di più azzeccato ed anche in questo caso Del Vecchio dimostra di aver avuto buon occhio. Unica nota veniale che mi sento di fare è la mancanza di una vera e propria ballata, mancanza sopperita comunque dalla bellezza ed intensità di pezzi quali Stay, Look at Me Now o Please Have Faith in Me.
In definitiva un album consigliato senza riserve e finora uno degli album più interessanti di questo 2012!

© 2012 – 2016, Denis Abello. All rights reserved.

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