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Pierpaolo “Zorro11” Monti – intervista

Pierpaolo “Zorro11” Monti – intervista

15 Gennaio 2015 31 Commenti Alessandro Lifonti

pierpaolo_zorro11_montiNon ci sono ormai più dubbi sul fatto che negli ultimi anni la scena AOR e Melodic Rock italiana abbia avuto un’accelerata a livello internazionale proponendo sul panorama sempre più Artisti, Album e Progetti di valore.
Uno degli esponenti di spicco di questa nuova corrente “AOR, Melodic Rock made in Italy” è sicuramente Pierpaolo “Zorro11” Monti, batterista e songwriter, che con il suo progetto Shining Line (qui la recensione) ha saputo scrivere un piccolo pezzo di storia della nostra musica. Da li si sono susseguiti per lui acclamati progetti come Charming Grace (qui la recensione) o la partecipazione nel primo Lionville (qui la recensione) nonchè altre partecipazioni come compositore in progetti internazionali quali i Moonland featuring Lenna Kuurmaa (qui la recensione), per arrivare oggi alla partecipazione come produttore e arrangiatore in uno dei progetti più interessanti dell’anno che è Room Experience e che vede un volto italiano nuovo (Gianluca Firmo) in fase compositiva e il grande David Readman (Pink Cream 69, Voodoo Circle) alla voce.
Doverosa quindi da parte di MelodicRock.it questa intervista, come sempre a cura del nosto Alessandro Lifonti!

Denis Abello

intervista a cura di Alessandro Lifonti

INTERVISTA A PIERPALO “ZORRO11” MONTI

MR: Amici di MelodicRock.it, siamo qui oggi con Pierpaolo Monti, conosciuto da tutti come Zorro. Zorro ricopre un ruolo molto importante nella scena Aor/melodicrock del nostro paese, essendo musicista, autore, e produttore. Pierpaolo, grazie per rispondere alle nostre domande.
Z: Ciao Alessandro, grazie di cuore a te per questa intervista! E’ davvero un piacere condividere questa chiacchierata insieme, e grazie per le tue gentilissime parole, anche se assolutamente immeritate visto che mi ritengo tutt’altro che importante! 😉

MR: Partiamo dalla tua infanzia. Il tuo strumento é la batteria. A che età hai incominciato a suonarla, e come mai? Chi erano i tuoi idoli musicali da ragazzino?
Z: Ho iniziato a suonare molto tardi, intorno ai 16/17 anni. Qualche anno prima infatti avevo scoperto il mondo del rock melodico (“Waking Up The Neighbours di Bryan Adams ha cambiato la mia esistenza per sempre all’età di 14 anni), e la profonda passione che sentivo per la musica mi ha portato a tentare vari approcci con diversi strumenti, tutti andati non molto bene purtroppo (con gli strumenti a corda putroppo non sono mai riuscito a trovare il giusto feeling!). Un bel giorno un mio ex compagno di classe delle scuole superiori (un polistrumentista che da anni militava nella banda musicale del proprio paese di residenza) mi propose per passare il tempo di fare delle jam insieme a lui nella sala musicale di cui era il custode, con la volontà di insegnarmi i rudimenti di batteria per seguirlo mentre improvvisava al pianoforte. Da lì in poi sono iniziati i miei primi tentativi di emulazione delle parti di batteria dei brani di Bryan Adams, che considero tutt’oggi l’artista che ha dato una svolta al mio modo di ascoltare musica e che ha acceso dentro di me il grande fuoco per questo meraviglioso genere che è il rock melodico. 😉

MR: Come mai il soprannome di “Zorro”?
Z: E’ una storia simpatica ma molto semplice, in sostanza durante l’adolescenza ero piuttosto avvezzo a combinare marachelle e disastri di ogni genere con gli amici di allora, riuscendo in qualche maniera a farla sempre franca. Un giorno, durante l’ennesima situazione di pericolo scampata, un mio amico del tempo (durante un discorso tra i vari componenti della compagnia) esclamò davanti a tutti una frase del tipo “io non so come cavolo sei riuscito a scappare pure stavolta, sei peggio di Zorro”… tutti in quel momento si misero a ridere e iniziarono di conseguenza a chiamarmi così. 🙂

MR: Quando hai mosso i primi passi nel mondo della musica?
Z: Alla fine degli anni novanta fondai la mia prima band, i Sovversivo, insieme ad amici comuni dell’epoca, iniziando dal classico background di cover band rock per poi spostarmi subito a comporre brani inediti. Non sono mai stato, infatti, un grande amante delle cover bands in genere, ho sempre sentito dentro di me la necessità di comporre, suonare e proporre musica propria, cosa che ho potuto fare pressoché da subito grazie al comune interesse sviluppato con i membri dei Sovversivo. Dopo 3 demo in studio e molteplici concerti dal vivo (una sessantina circa nel giro di quattro anni, alcuni dei quali in apertura di nomi affermati della scena heavy come Virgin Steele, Omen, Labyrinth ed Extrema) sentii la necessità di staccarmi dal resto della formazione per l’impulso di dedicarmi alla scrittura di songs maggiormente improntante sul classico rock melodico (il genere da me sempre amato), cosa non possibile nei Sovversivo che invece erano nati per esplorare sonorità a metà tra musica hard ‘n’ heavy con molteplici influenze. Presi quindi la sofferta decisione di dividermi da loro per intraprendere un nuovo percorso, cosa che si realizzò al seguito di un inaspettato e casuale incontro col mio attuale socio di Shining Line e Charming Grace, Amos, dopo alcuni anni di distanza trascorsi dalle compagnie adolescenziali frequentate insieme anni prima. Tutto partì da lì.

MR: Nel 2008, proprio insieme al tuo grande amico Amos Monti, hai dato vita al progetto Shining Line, poi successivamente uscito nel 2010! Raccontaci tutto quello che vuoi riguardo a Shining Line….
Z: Mamma mia, ma tutto tutto tutto? Credo avrei bisogno di un paio di anni di tempo per raccontare tutto quello che è successo tra il 2007 e il 2010, anno di uscita di Shining Line! :))) Cercando di essere un attimino serio ma anche sintetico per non annoiare, dopo aver passato quasi un anno nelle nostre zone alla ricerca di un singer di valore in grado di districarsi con disinvoltura nelle sonorità melodiche capimmo di esserci imbattuti in un’impresa con poco senso, visto che già trovarne uno adatto dall’altra parte della penisola sarebbe stato tutt’altro che semplice. Proposi quindi ad Amos di investire tutti i nostri risparmi per dar vita ad uno studio project in cui tentare di coinvolgere molti dei nostri singers preferiti della scena AOR, il tutto con il supporto di un valido produttore in grado di guidarci in un’avvetura per noi totalmente nuova, sì elettrizzante ma sconosciuta. Ricevuto il sì da Amos contattai il nostro comune amico Alessandro Del Vecchio proponendogli di guidarci in questo difficile percorso, ed una volta avuto il suo ok chiedemmo un prestito in banca (da saldare negli anni successivi con rate mensili da pagare con duri sacrifici) per poterci permettere un budget necessario a coprire le spese di produzione, registrazione e coinvolgimento dei vari ospiti, visto che i nostri risparmi purtroppo non erano sufficienti. Una volta avuta la benedizione da Alessandro partimmo con le registrazioni nel Gennaio del 2008, iniziando a muovere i primi passi all’interno del sogno che, in qualche maniera, da sempre cullavamo dentro di noi, il tutto facilitato al seguito della fitta rete di contatti creata dal sottoscritto con gli artisti di tutto il mondo grazie al ruolo portato avanti negli anni di caporedattore di Hardsounds prima ed organizzatore di eventi live poi. Dopo le prime risposte positive ottenute dai vari artisti contattati (a cui sinceramente rimanemmo increduli), l’euforia per questa grande avventura iniziò a crescere, il tutto dovuto anche al fatto che forse in pochi avrebbero scommesso prima un solo centesimo al cospetto di artisti italiani dietro un progetto all star di rock melodico. Il coinvolgimento di Michael Voss per il mix e mastering dell’album fu l’ultimo tassello incastonato per Shining Line, che venne finalizzato in Germania da Michael stesso nei suoi studi affiancato da me, Alessandro ed Amos.

MR: Nel 2011 e nel 2012, hai partecipato come musicista e songwriter a diversi lavori. Lionville, Wheels of fire, Moonland, etc…). Come sono state queste esperienze lavorative per te?
Z: Ogni lavoro che ti permette di esprimerti come artista ti arricchisce dal punto di vista musicale ed umano, portandoti a contatto con tantissima gente diversa e permettendoti di metterti in gioco confrontandoti con numerosissimi approcci e visioni musicali. Tante collaborazioni poi si sviluppano nel corso del tempo e tante altre invece tendono a rimanere isolate, nella stessa identica modalità con cui le persone sviluppano affinità e/o rapporti di amicizia nella vita di tutti i giorni. Sono comunque grato ad ogni singolo artista con cui ho lavorato per il tempo condiviso insieme, anche a quelli che, per vari e differenti motivi, non si sono dimostrati corretti o ricettivi nel già citato rapporto di collaborazione.
Riguardo a Moonland, che è una collaborazione molto recente concretizzatasi nell’uscita del disco lo scorso hanno, io e Dave abbiamo avuto per la prima volta l’occasione e l’onore di proporre un nostro brano per un progetto esterno, cosa che ci ha riempiti di orgoglio visto il grande risultato finale del disco stesso dovuto al sempre impeccabile lavoro di produzione di Alessandro Del Vecchio.

MR: Arriviamo poi al 2013, anno di pubblicazione di un altro splendido progetto: Charming Grace! Qui hai suonato la batteria e sei stato il principale songwriter. Hai co-prodotto questo album insieme al tuo amico Davide Barbieri, cantante dei Wheels of fire. Il disco ha riscosso talmente tanto successo che é stato pubblicato successivamente anche nel Sol Levante.
Raccontaci tutto, Zorro 😉
Z: Charming Grace è stata una sfida cruciale, il primo lavoro in cui ho deciso di cimentarmi nel ruolo di co-produttore a fianco del da te già citato socio Dave Rox. La scelta di mettersi in gioco in ruolo così importante per entrambi non è stata semplice, sapevamo bene che da lì a breve ci saremmo trovati nella necessità di dover gestire con le nostre sole forze nomi affermati del panormama melodico internazionale, cosa impegnativa da trattare per due new-comers alle prime armi per quanto riguarda un ruolo così delicato e fondamentale nel percorso di creazione di un album. Fortunatamente l’alchimia con Dave è stata pressoché immediata, e il completamento del team con l’inclusione dell’altro mio socio Amos ci ha permesso di affrontare questa nuova realtà nella miglior maniera possibile, anche grazie al sempre presente supporto dietro alle quinte di Alessandro Del Vecchio, pronto a sostenerci in tutti i momenti di difficoltà e a confezionare il prodotto al meglio grazie ad un lavoro di mix e mastering di grande livello. L’entusiasmo nei confronti del progetto ci ha ripagato di tutti gli sforzi fatti, permettendoci di raggiungere anche il mercato giapponese con un’uscita dedicata con tanto di bonus track inedita, e regalandoci alla fine del 2013 la presenza all’interno di numerose Top Lists stilate dai siti e magazines specializzati del settore. Una grandissima soddisfazione dopo più di un anno di intenso lavoro in studio, portato avanti in contemporanea alla difficile perdita di mia madre al seguito di una terribile patologia all’inizio del 2012.

MR: Attualmente stai lavorando ad un nuovo progetto dal titolo “Room Experience “. Qui abbiamo a che fare con un nuovo songwriter: Gianluca Firmo. Gianluca ha scritto tutte le canzoni. Come l’hai conosciuto?
Z: Gianluca è entrato in contatto con Dave dopo aver presenziato ad alcuni live dei New Jersey, la tribute band dei Bon Jovi di cui Dave stesso fa tutt’ora parte in qualità di frontman. Dopo essersi scambiati alcuni messaggi, Gianluca ha chiesto a Dave alcuni pareri su brani di propria composizione, che aveva scritto e registrato da solo nel corso degli anni all’interno della propria stanza. Dave mi contattò proponendomi di ascoltare insieme i brani, e già ad un primo impatto capimmo di trovarci di fronte a materiale assolutamente valido, che avrebbe potuto fare un vero salto di qualità se suonato e ri-arrangiato da un valido team di musicisti e completato dal reclutamento di alcuni ospiti di livello internazionale. Dopo un breve consulto proponemmo a Gianluca di produrre le sue composizioni se fosse stato disposto ad investire il denaro necessario per coprire le spese necessarie, cosa che accadde nel giro di poco tempo. Reclutati quindi musicisti fidati come Amos al basso e Steve De Biasi alle chitarre (conosciuto per la collaborazione nata al seguito della sua partecipazione a Charming Grace), iniziammo i lavori esattamente un anno fa. 😉

MR: Stai lavorando a questo project insieme a Davide Barbieri. Avete scelto il grande David Readman come cantante. Com’é nata la scelta di David on vocals?
Z: La scelta del singer di Room Experience è stata ponderata a lungo, questo perché lo spettro di scrittura di Gianluca è particolarmente vario e tende a spaziare all’interno di tutte le influenze del rock melodico, raggiungendo quindi molteplici tonalità e stili di interpretazione. Era quindi necessario coinvolgere un singer particolarmente versatile e di grande temperamento, in grado di destreggiarsi con disinvoltura sia nelle parti più morbide ed emozionali, sia in quelle più alte ed esplosive. La scelta di David Readman si è rivelata vincente sotto ogni punto di vista, il suo apporto vocale è stato semplicemente sensazionale rendendo giustizia nel migliore dei modi a tutti gli ottimi brani composti da Gianluca.

MR: Zorro, hai coinvolto diversi musicisti per questa avventura! Sappiamo che l’ottimo chitarrista Ivan González (ex 91 Suite, ed attuale Secret) é uno tra i tanti. Ci vuoi svelare qualche altro nome?
Z: La scelta di coinvolgere Ivan è stata azzeccatissima, e devo dire che da buon follower di lunga data della scena melodica sono stato fan dei 91 Suite sin dall’uscita del loro primo album nel 2002. Da allora ho seguito sia il percorso artistico di questa band con il loro bellissimo secondo album, sia il nuovo progetto Secret da poco uscito sul mercato, che ritengo senza dubbio una delle migliori releases dello scorso anno. Ivan è un chitarrista di grandissimo livello, padrone di un gusto melodico fuori dalla media e in grado di apportare il proprio stile senza snaturare l’iniziale essenza inclusa nei demo di partenza.
Oltre a Ivan abbiamo pensato di selezionare degli ospiti mirati in grado di dare brillantezza alle esecuzioni ed ulteriore blasone al disco, quindi abbiamo optato per alcuni strumentisti internazionali di prim’ordine come l’axeman Sven Larsson (già nelle file di Street Talk, Lionville e Charming Grace), Boris Matakovic (sax-player degli hard-rockers teutonici Human Zoo) e la vocalist finnica Minna Ora alle backig vocals, cui si aggiunge il coinvolgimento di altri nomi della nostra penisola come il bravo Stefano Zeni (già chitarra dei Wheels Of Fire), Aurë (female vocalist che ha debuttato in Charming Grace, oltre che nome già conosciuto dai lettori del sito per il suo ruolo di redattrice), Andrea Gipponi (numerosi big ndella scena mainstream italiana nel suo notevole curriculum) al basso e Nicoletta Tona alla chitarra.

MR: A che punto siete con Room Experience ?
Z: Room Experience è finalmente pronto! Alessandro Del Vecchio ci ha consegnato proprio due giorni fa il master definitivo, inutile dire che siamo soddisfattissimi del lavoro fatto e davvero orgogliosi del risultato finale! A breve termineremo i lavori su artwork e grafiche, ed inizieremo a contrattare con le varie etichette per il prossimo rilascio sul mercato.

MR: Oltre a RE, ci sono altri progetti all’ orizzonte per Pierpaolo Monti?
Z: Assolutamente sì! Non riuscendo a stare troppo tempo con le mani in mano, infatti, io e Dave ci rimboccheremo le maniche a brevissimo per iniziare i lavori sul debut EP solista di Aurë, che uscirà sul mercato per l’etichetta nostrana Street Symphonies. Sarà un lavoro molto interessante, incentrato su classiche sonorità AOR (da sempre il genere musicale preferito dalla stessa Aurë come intravisto nelle sue recensioni presenti su questo sito), e che vedrà il coinvolgimento di una manciata di importanti nomi della scena internazionale a livello strumentale più il supporto in fase di songwriting di un paio di apprezzatissimi nomi del genere. Per il sottoscritto poi si tratta una specie di ritorno alle origini, nel senso che affideremo le parti di chitarra a Matteo Serra, partner musicale con cui fondai i Sovversivo alla fine degli anni novanta (formazione in cui milita tutt’ora), una collaborazione rinata al seguito del suo coinvolgimento con ottimi risultati all’interno del mio progetto Charming Grace.

MR: Zorro, parliamo di numeri: quante copie hanno venduto Shining Line, e Charming Grace? E quante copie vendono al giorno d’oggi, artisti di grosso calibro come per esempio Whitesnake, Europe, Night Ranger, e Tesla, quando escono con un nuovo prodotto? Giusto per farci un’idea 😉
Z: Partiamo da un presupposto: avere cifre reali da parte delle etichette odierne è sempre più difficile, il business nell’ambiente musicale è arduo e sono poche le realtà che riescono a perseguire un marketing vincente come la nostrana Frontiers. Su Shining Line le stime ufficiali in mio possesso di Avenue Of Allies parlano di 2600 copie tra fisico e digitale incluso il mercato giapponese (il tutto fermo agli statements di Novembre 2013), mentre per Charming Grace mi è impossibile fare una stima reale visto che la stessa Avenue Of Allies non si è ancora degnata di darci degli statements aggiornati (putroppo come per Shining Line non riceviamo nulla da più di un anno, gli unici statements ricevuti su Charming Grace sono stati quelli a otto mesi dall’uscita del disco che riportano poco più di 800 copie tra fisico e digitale). Tenendo conto che gli album hanno il loro massimo punto di vendita nel primo anno di vita (quindi con altri 6 mesi di longevità sul mercato), e che negli statements non è presente il dato di vendita giapponese che ha usufruito di un’uscita ad esso dedicato, credo che le vendite di Charming Grace possano essersi sicuramente avvicinate a quelle di Shining Line, un risultato tutt’altro che trascurabile vista l’attuale crisi del mercato discografico che ha denotato un vistoso calo di vendite dal 2012 in poi. Purtroppo mi risulta difficile fare paragoni con i grandi nomi del genere non conoscendo per ovvi motivi i loro risultati di vendita, ma se prendiamo come riferimento il comunicato stampa rilasciato poco tempo fa da AOR Heaven in cui la stessa etichetta si lamentava di numeri che erano crollati nel migliore dei casi a circa 1500 unità vendute per ogni album (ricordiamo che AOR Heaven ha sotto contratto nomi di lungo corso per gli affezionati della scena hard melodica come Stage Dolls, Bangalore Choir, Grand Illusion, Newman e Bai Bang più una serie di new-comers di tutto rispetto come White Widdow, Miss Behaviour e Outloud) allora possiamo renderci conto che i numeri raggiunti dai nostri prodotti italiani sono tutt’altro che da buttare via.

MR: Cosa ci manca in Italia, dal punto di vista musicale (aor/melodic rock/ hard rock) per arrivare a competere con gli altri paesi, come per esempio quelli scandinavi? Di chi sono le colpe? Rispondi a ruota libera 😉
Z: Manca innanzitutto il rispetto tra colleghi, forse il motivo principe per cui la scena nostrana non è mai decollata in tanti anni di attività. Da “buon” costume del nostro paese, infatti, per molti è più facile rosicare per i piccoli successi ottenuti da altri invece che gioire per ciò che questi possono apportare alla salute della scena stessa, finendo per utilizzare i vari ambienti mediatici come interviste, social network e via dicendo per sparlare dei colleghi che hanno combinato qualcosa di buono invece che utilizzare lo spazio offerto per fare promozione a sé stessi, alla propria musica ed al resto della scena. Basterebbe un bel bagno di umiltà per rendersi conto che i traguardi si raggiungono con impegno, sudore, correttezza e spirito di sacrificio, e non per paraculate varie o cosiddetti capitali monetari inesistenti visto che siamo tutti finanziariamente nella stessa barca, quella barca sempre più malmenata da bassi stipendi lavorativi, tasse a go go e malgoverno dei nostri politicanti. In Svezia la scena funziona perché i musicisti ed i songwriters si scambiano spesso e sovente ruoli e favori nelle varie bands e progetti di appartenenza, tralasciando intelligentemente le cosiddette “guerre dei poveri” ed evitando di denigrare le singole scelte artistiche di ognuno di questi, siano esse relative a bands con la fortuna di poter uscire a suonare dal vivo, oppure studio projects creati con la volontà di condividere la propria arte con altri elementi posizionati in diverse zone della propria nazione di appartenenza o di altri posti nel mondo: lì la parola d’ordine è qualità, non stupidità.
Fortunatamente un buon gruppo di musicisti e songwriters, negli ultimi anni, si è unito per dar vita ad un rapporto di amicizia e collaborazione rinnovato e positivo, e questa cosa ci ha permesso di guadagnare una nuova presa di coscienza da parte degli organi di stampa internazionali e dei fans in giro per il mondo, che considerano da qualche tempo il nostro paese una inaspettata terra da tenere d’occhio in relazione ai prodotti di questi generi musicali.
Mancano poi le strutture, nel senso che è sempre più arduo approcciarsi a locali disposti ad offrire palco e serata a gruppi vogliosi di proporre un proprio repertorio al contrario delle solite e oramai diffusissime cover e tribute bands. Manca l’organizzazione sociale, visto che in Svezia l’apparato burocratico funziona e non nega agevolazioni agli stessi artisti che nella vita si mantengono con un altro lavoro.
Manca infine in alcuni casi, e questo è davvero triste dirlo, il supporto di alcuni fans, perché mi capita sempre più di sovente di leggere molte critiche rivolte ai progetti in studio per l’assenza della dimensione live di questi, quando poi facendo i salti mortali per organizzare una data dal vivo (chiedendo favori a destra e a manca per renderla possibile) riesci a raggiungere a malapena le 50 persone che accorrono per l’evento, cosa che ovviamente non fa felici i proprietari dei locali (e qui si capisce il motivo per cui le cover bands hanno sempre una preferenza da parte dei proprietari): perché quindi un artista, che magari lavora fuori casa 14 ore al giorno per mantenere la propria passione (in molti casi weekend incluso) e sfrutta il pochissimo tempo libero a disposizione per registrare e fare musica, dovrebbe dannarsi l’anima per organizzare concerti desolati in cui sono pressoché assenti le facce di tutti coloro che reclamano sul web l’assenza di eventi live nel nostro territorio? Questa è la triste realtà purtroppo.

MR: In passato mi hai raccontato numerosi aneddoti riguardanti le rockstars con cui hai lavorato. Ti va di svelarne qualcuno ai nostri lettori?
Z: Ci sono davvero tantissimi aneddoti, alcuni buoni ed altri invece meno, che meriterebbero di essere raccontati… ma come puoi immaginare non tutti per ovvi motivi possono avere una dimensione “pubblica”. 🙂
Tra quelli positivi posso sicuramente citare quello relativo al coinvolgimento in Charming Grace di Moon Calhoun (la storica voce che ha fronteggiato il bellissimo “How Long” del grandissimo maestro della sei corde Michael Thompson), una bellissima storia di amicizia e profondo amore per la musica. Moon infatti, per chi non lo sapesse, è affetto da gravi problemi motori a causa di un incidente ciclistico avvenuto nella metà degli anni novanta, trauma che lo costringe tristemente da anni sulla sedia a rotelle. Sono sempre stato un grandissimo fan della sua meravigliosa voce ed ero tristissimo a causa dei pochissimi lavori in studio in cui era stato presente negli ultimi anni, ma non sapevo davvero come proporgli una possibile collaborazione visto che Moon non ha un recording studio a casa ed è per ovvi motivi davvero limitato negli spostamenti. Tramite alcune chiacchierate con amici comuni e fans della scena sono venuto a conoscenza del fatto che Jeff Paris condivide con Moon un solido rapporto di amicizia da numerosi anni, per cui ho contattato Jeff chiendendo se lui avesse un’idea per permettere a Moon di apparire come guest in Charming Grace. Jeff Paris mi ha proposto di andare a prendere di persona Moon per portarlo a registrare nel suo studio casalingo, cosa semplicemente sensazionale visto che poi lo stesso Jeff ha partecipato al disco con delle meravigliose backing vocals a supporto delle voci soliste di Moon e Dave (il titolo del pezzo in cui appare è “The Way You Feel Inside” per chi fosse interessato). Per il sottoscritto questa è stata una grandissima prova di umiltà e incrollabile amicizia da parte di due nomi che, ne sono sicuro, sono amati da una grandissima fetta di fans del genere!

MR: Zorro, ti ringraziamo nuovamente per la tua disponibilità. In bocca al lupo per il tuo nuovo progetto!
Z: Grazie di cuore a te Alessandro e a tutto lo staff di Melodicrock.it, non ci sono parole adatte per tributarvi i meritati ringraziamenti per tutto quello che fate a supporto della scena nostrana e degli artisti che la popolano! MR.it è infatti oramai una vivace comunità in cui tutti ci ritroviamo per scambiare pareri, confrontarci ed esprimere le nostre opinioni, un punto di incontro che permette agli artisti di avere feedbacks su quanto da loro partorito nelle impegnative ma bellissime giornate in studio, magari alla fine di una lunga settimana lavorativa! Invito chiunque ad inviarmi una email al mio indirizzo info@shiningline.com per salutarci e scambiare due chiacchiere insieme, e vi ricordo che sia Shining Line, che Charming Grace, che il nuovissimo progetto Room Experience hanno pagine Facebook aggiornate con tutte le ultime novità in corso… cliccate il vostro pulsante like! Un salutone a tutti!

Per maggior informazioni:

http://www.shiningline.com
http://www.facebook.com/ShiningLineOfficial
http://www.charminggraceaor.com
http://www.facebook.com/CharmingGOfficial

© 2015, Alessandro Lifonti. All rights reserved.

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