Angels Or Kings – Kings Of Nowhere – Recensione

In poco più di vent’anni da quando -­ purtroppo senza ottenere grande successo – apparvero la prima volta sulla scena melodic­rock britannica, gli Angels or Kings si riaffacciano sul mercato discografico con il loro debut album, dal titolo “Kings Of Nowhere” in uscita il 24 ottobre per l’etichetta AOR Heaven e registrato presso i Mad Hat Studios sotto la guida di Sheena Sear e Mark Stuart.
Fondati a Manchester nel 1988 da ex membri di SAM THUNDER, CIRCUS e STRUTZ, riuscirono ad arrivare sino alla Oxford Road (la risposta inglese alla Sunset Strip) e a suonare in club come The Banshee e The Rockworld. Nel loro curriculum spiccano poi le serate d’apertura per band di notevole calibro, quali DARE e DANGER DANGER (per chi volesse approfondirne la conoscenza, consigliamo la lettura dell’eccellente libro di Tony Bell “Life In The Bus Lane”).
Dopo il doveroso preambolo, eccoci dunque pronti a tessere le lodi di questo bel dischetto che certamente colpirà gli appassionati del genere, soprattutto per l’ottima qualità del songwriting e dell’innegabile talento del singer Barrie Jackson (l’unico newcomer della band, sostituto del frontman originale Noel Fraser) e dei musicisti coinvolti. La maggior pecca, tuttavia, va riscontrata in una produzione chiaramente inferiore alle aspettative, la quale, nel tentativo di restituire un sound volutamente retrò e old­style, finisce invece per confezionare un prodotto sonicamente di medio-bassa lega, cui va aggiunto un approccio canoro eccessivamente esasperato di Jackson, sempre orientato al limite dello screaming e di conseguenza poco incline ad una variegata dinamica vocale.

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