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Kissin’ Dynamite – Not The End Of The Road – Recensione

20 Gennaio 2022 7 Commenti Vittorio Mortara

genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Napalm Records

Tracklist:

1. Not The End Of The Road
2. What Goes Up
3. Only The Dead
4. Yoko Ono
5. Good Life
6. Coming Home
7. Defeat It
8. No One Dies A Virgin
9. Gone For Good
10. All For Halleluja
11. Voodoo Spell
12. Scars

Formazione:

Johannes (Hannes) Braun – voce
Ande Braun – chitarra
Jim Müller – chitarra
Steffen Haile – basso
Andi Schnitzer – batteria

 

Accidenti, mi sto rendendo conto di apprezzare parecchio tutto quello che arriva dalla Germania! Le auto, la birra, la cucina, il gluwein, le bionde e la musica! Un po’in tutti i generi c’è qualche tedesco che mi piace un sacco. Sarà forse che la mia “educazione musicale” è cominciata con gli Scorpions? Oppure nelle mie vene, oltre a litri di barbera, scorre anche qualche boccale di ottima lager? Tutta questa premessa per dirvi che adoro i Kissin’ Dynamite! Questi ormai non più giovanissimi ragazzoni germanici suonano insieme dai tempi delle scuole superiori. Il loro stile parte dal metal quintessenziale degli Accept guarnito con lo sfarzo delle band che erano solite suonare al Rainbow ed al Wiskhey A Go Go a fine anni 80, spolverato qua e là con l’ironia dissacrante dei conterranei Rammstein e mantecato con un pizzico di hard rock mitteleuropeo alla Gotthard. E la ricetta da luogo a bella musica. Leggera e spensierata, in grado di smuovere buone quantità di adrenalina nel fruitore che, alla fine dell’ascolto, si ritrova con una smorfia di soddisfazione stampata sulla faccia. Intendiamoci, nessuno dei 7 dischi dei Kissin’ è un capolavoro assoluto, ma tutti e 7 ti lasciano quella stessa sensazione di grande soddisfazione. Sarà per l’ottimo lavoro delle chitarre, in grado di creare un wall of sound energico e melodico allo stesso tempo. Sarà per i cori, tamarrissimi, ma capaci di lasciare segni indelebili nella corteccia cerebrale di chi ascolta. Sarà per i suoni puliti e perfettamente calibrati. Sarà per la voce di Hannes, flessibile ed adatta a tutti i risvolti.

“Not the end of the road” è prodotto dallo stesso Braun in collaborazione con Jacob Hansen. La title track è un manifesto dell Kissin’ Dynamite sound: riff scarno, giusto supporto delle keys, tempo spedito, cantato lineare e un ritornello che più facile non si può! E dopo essere partiti così bene, la successiva “What goes up” non può fallire il colpo. E il riffone funkeggiante che la apre mette subito in chiaro che non è così: parte un mid tempo alla Firehouse che non fa prigionieri con quei na-na-na e quel chorus diretto come un pugno in faccia. “Only the dead” è la canzone che i Bon Jovi non riescono più a scrivere ormai da un pezzo. “Good life” è un brano promozionale per una campagna di raccolta fondi a favore della lotta ai tumori infantili, e vede la partecipazione di Guernica Mancini delle Thundermother e di Charlotte Wessels e Alea der Bescheidene dei Saltatio Mortis . Musicalmente si tratta di un brano piuttosto leggero, corale e dalla carica positiva, perfettamente in linea con le proprie finalità. Con “Yoko Ono” viene fuori la vena goliardica (vedere il video per credere) giocata tramite una ottima orchestrazione delle linee vocali, controcanti e allusiva voce femminile. Gran pezzo! “Coming home” è una delle mie preferite, così rilassata ma così emozionante, soprattutto a livello del crescendo che porta al refrain e dell’ottimo lavoro dei due axemen. Il ritmo si alza sulla seguente “All for halleluja”, granitica come un pezzo dei maestri Accept modernizzato dai suoni di oggi. Ed aumenta ancor più su “No one dies a virgin”, scoppiettante up tempo progettato per fare sfracelli dal vivo. Pausa acustica con la gradevole ballad Gotthardiana “Gone for good” che dà modo ad Hannes di sfoderare l’ennesima buona prova interpretativa. “Rock you like a hurricane” fa capolino nel riff tagliente di “Defeat it” e, in generale, tutta la struttura del brano paga tributo ai maestri di Hannover! Super! In “Voodoo spell” la band dimostra di aver appreso correttamente la lezione di Desmon Child su come creare un potenziale hit coinvolgente ed immediato. Ed infine arriva il lento più bello: la romantica “Scars” ci fa adagiare su un morbido tappeto di acustica e ci riscalda con una calda coperta intessuta di vocals romantiche ed archi.

Non siete ancora corsi a comprarvi una copia di “Not the end of the road”? Beh che aspettate? Fatelo subito! Questo è il miglior disco di una band di livello superiore. Ben composto, ben suonato, ben prodotto. Consigliato ai nostalgici come ai neofiti. Ai fans degli Scorpions e dei Bon Jovi, ma anche a quelli degli Eclipse. Perché a questi ultimi i Kissin’ Dynamite non hanno niente da invidiare. Anzi! Godono di una produzione migliore e di una maggiore attitudine al divertimento. Bravi ragazzi! La strada per voi non è sicuramente finita!

© 2022, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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