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Recensione

83/100

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House of Lords – Saint of the Lost Souls – Recensione

22 Marzo 2017 24 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01.Harlequin
02.Oceans Divide
03.Hit The Wall
04.Saint Of The Lost Souls
05.The Sun Will Never Set Again
06.New Day Breakin'
07.Reign Of Fire
08.Concussion
09.Art Of Letting Go
10.Grains Of Sand
11.The Other Option

Formazione:

James Christian – Lead Vocals
Jimi Bell – Guitars
Chris Tristram – Bass
BJ Zampa - Drums

 

Gli ultimi giorni del mese di marzo 2017 ci regalano il ritorno dei sempre più attivi e convincenti House of Lords con il loro decimo album in studio, intitolato Saint Of The Lost Souls e in uscita nei negozi su Frontiers Music in data 24.

Ancora una volta registrato e prodotto dal leader del gruppo James Christian, il platter prosegue – a livello sonoro – sulla falsariga dei suoi predecessori, presentando suoni più grezzi e caserecci rispetto agli standard del mercato (che puntano in modo ben più netto verso la limpidezza sonora dell’insieme), ma migliorandosi nella amalgama degli strumenti, prima davvero deficitaria e oggi penalizzante quasi soltanto nel sound di una batteria ancora plasticosa e vuota all’ascolto. Tolte queste incertezze in fase di registrazione, Saint Of The Lost Souls si mette però in mostra come un album dalle grandi qualità, dotato di un songwriting di prim’ordine (molto vario e dal tipico tratto epico-sinfonico in grande spolvero) e di una eccellente prova strumentale dei musicisti, con Jimi Bell a tratti davvero indomabile alla chitarra (tanto che alcuni suoi riff si avvicinano quasi agli standard del metal melodico) e il nuovo bassista Chris Tristram autore di una performance solida in supporto alle pelli del bravo BJ Zampa. Appare così-così il solo James Christian, i cui vocalizzi restano ancora riconoscibilissimi ed eleganti come pochi, ma che suonano in verità un po’ più forzati che in passato, segno di un età che – per lui come per altri – piano piano avanza..

E’ allora il lotto di canzoni, undici in totale, a fare in questo caso la differenza, spingendo l’ago della bilancia decisamente verso un giudizio favorevole e meritevole della palma di release da tenere in considerazione per i pagelloni finali del 2017. Questo anche in virtù del saccente utilizzo che il gruppo fa delle basi di tastiere (suonate anche da Michele Luppi), oggi nuovamente in primo piano come non accadeva da tempo, o meglio dai tempi in cui un certo Giuffria militava nella formazione. E fin dalla partenza ci dimostra proprio questo l’opener, singolo e video Harlequin, la cui intro di tastiere, mamma mia, è da strapparsi i capelli dalla testa, per un pezzo che ci riporta indietro nel tempo di almeno vent’anni e che rimane impresso nella mente fin dal primo ascolto. Magistrale ed elegante è anche Oceans Divide, a cui segue la ottima mid-tempo melodica Hit The Wall, tra i brani più belli non solo del platter ma anche della carriera recente del gruppo per come sa combinare alla perfezione ricercatezza sonora e melodicità. Non delude certamente neppure la title track Saint Of The Lost Souls, una canzone più rocciosa ed eleborata nelle sue parti, ma non meno melodica delle precedenti, che apre alla dolce ballad The Sun Will Never Set Again, molto ispirata nelle sue atmosfere e di grande qualità compositiva.

Parlavamo di un disco dotato di un ottimo songwriting, ed ecco che è allora impossibile trovare tracce riempitive (o filler), tanto che la numero sei in elenco, la pomp New Day Breakin’, potrebbe tranquillamente valere le stesse parole di elogio date alle precedenti. E ancora, vale eccome il tempo di un ascolto una Reign Of Fire che, senza alzare troppo il ritmo, calca la mano sull’ottimo binomio chitarre e tastiere, lasciando spazio alla rocciosa e ottantiana Concussion e alla ottima Art Of Letting Go, quest’ultima forte di uno dei refrain più particolari del lotto. Chiudono infine l’opera la metallica e possente sinfonia di Grains Of Sand, e The Other Option, che cala il sipario concentrando la sua forza ancora sulle chitarre e sulle epiche tastiere.

IN CONCLUSIONE

Nonostante qua e là qualche forzatura vocale di James Christian e una produzione ancora una volta lontana dagli standard alti del mercato, Saint of the Lost Souls è un album di tutto rispetto e godibilissimo, che da continuità al buono stato di forma del gruppo, migliorando alcuni particolari del suo songwriting.

Un lotto di canzoni inedite che annovera alcuni dei migliori componimenti della band del recente passato. Decisamente, un must buy.

 

© 2017, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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