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Recensione

87/100

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Scorpion Child – Acid Roulette – Recensione

02 Luglio 2016 3 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Nuclear Blast

Tracklist:

1. She Sings I Kill 5:03
2. Reaper's Danse 3:41
3. My Woman In Black 4:11
4. Acid Roulette 5:49
5. Winter Side Of Deranged 3:14
6. Séance 1:06
7. Twilight Coven 3:50
8. Survives 4:24
9. Blind Man's Shine 4:38
10. Moon Tension 3:24
11. Tower Grove 4:13
12. Might Be Your Man 5:56
13. Addictions 6:33

Formazione:

Aryn Jonathan Black // Voice
Christopher Jay Cowart // Lead
Jon "Charn" Rice // Percussion
Alec "Mexecutioner" Padron // Bass
Aaron John "AJ" Vincent // Heavy Keys

Contatti:

https://www.youtube.com/watch?v=rbsf_tWHk3A

 

L’hard rock acido e sanguigno degli Scorpion Child ritorna nei negozi con il secondo album del giovane gruppo statunitense, intitolato Acid Roulette e disponibile dal 10 giugno per la major Nuclear Blast.

Con la volontà di non apportare tante variazioni al sound presentato con l’esordio di qualche anno fa, ma allo stesso tempo di virare verso lidi compositivi più personali, gli Scorpion Child danno vita a un platter squisitamente hard rock, caldo e polveroso, etereo e turbolento. Migliore del bel debutto, perchè più maturo e come già anticipato meno derivativo dell’hard rock anni settanta di Led Zeppelin, Deep Purple, e compagnia bella, l’album poggia solido su una produzione d’altri tempi, grezza ma ben tarata, cupa e carica di groove, che mette in ampio risalto il talento tecnico-compositivo di un gruppo che fonda il suo stile sul riffing geniale del chitarrista Christopher Jay Cowart, qui ancora una volta ben accompagnato da una carica sezione ritmica e da un cantato acido e carismatico a cura del bravo cantante Aryn Jonathan Black.

Il disco, che segue la tormentata trama di un protagonista maschile che annega le proprie pene d’amore in fumi del alcool mentre osserva la sua vita scivolare via, presenta un songwriting molto solido e compatto, assolutamente vario e sempre ispirato. L’opener She Sings, I Kill fa da perfesto manifesto al platter mettendo in moto l’opera attraverso un sound hard rock settantiano di grande fattura. Seguono Reaper’s Danse, che sfiora il metal classico di Judas Priest e Iron Maiden, e la super hit bluesy My Woman in Black, che con la successiva Acid Roulette accarezza influenze deepurpleriane attraverso il bel suono delle sue tastiere e del suo hammond. Winter Side Of Deranged poi è una cavalcata hard rock classica, mentre Twilight Coven è un altro inno rock dominato dal groove e dal rullare massiccio della batteria. Fuori dagli schemi Survives, che con uno stile operistico alla Queen mostra il lato più alto, intonato, pulito e melodico della vocalità eccellente del cantante A.J. Black, che rimane sugli scudi anche con la rocciosa Blind Man’s Shine e con la radiofonica (e bellissima) Moon Tension, dai rimandi alla Cheap Trick. Infine Tower Grove torna nei reami dell’hard rock puro d’annata, seguita da una bombastica Might Be Your Man e dalle sfumature melodiche di Addictions, altra grande hit di un album davvero di livello.

IN CONCLUSIONE

Eccolo qui un altro colpo gobbo degli americani Scorpion Child, che danno forma a un secondo platter magnifico tanto quanto il primo, ma più originale e variopinto. Siamo senza dubbio al cospetto di una delle migliori giovani realtà hard rock classiche presenti sul mercato discografico odierno, per come è capace di toccare vette inimmaginabili ai più con soli due album alle spalle.

Uno dei dischi dell’anno per il più puro genere di appartenenza.

© 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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