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Recensione

75/100

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Catalano – Dark Skies – recensione

31 Marzo 2016 12 Commenti Matteo Trevisini

genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Fallstreak Records

Tracklist:

01. Metal Dreams
02. All We Need
03. Fall Awake
04. War Machine
05. Rxckin’ Barbie Doll
06. Heaven’s On The Run
07. Twisted
08. Stormchild
09. Dangerous Thing
10. Dark Skies

Formazione:

Roxxi Catalano – voce, cori, chitarra ritmica, synth, tastiere
Scott Ferrara – batteria, percussione, cori
Kyle D’Angelo – basso, cori

Ospiti:

Vojislav ‘Voya’ Milutinovic – guest guitar solos
Stevie ‘Strange’ Paoli – guest guitar solos
Rory Joy – guest guitar solo

 

Catalano??? …mmmh… maledetta demenza senile! Chi è Catalano ?….Google aiuta poco in questo caso …Catalano… famosa ditta di sanitari e ceramiche… direi di no! …Catalano Massimo? …no!…quello è il  comico “poeta” di Quelli della notte. Forse, Giuseppe Catalano ? …naa, niente da fare… quello era un roccioso centrocampista del Messina e dell’Udinese negli anni ottanta!
Forse è meglio impegnarsi meglio nella ricerca… qualcheparola chiave qua e là e…paff ! Trovato !!! Roxxi Catalano !!! …visto il nome direi che sia quello giusto!

Adesso voi vi domanderete giustamente: “…ma chi diavolo è Roxxi Catalano ???”… Roxxi Catalano è niente poco di meno che il singer  degli australiani De La Cruz passati alle cronache per aver pubblicato un acclamato EP autoprodotto nell’ottobre del 2011. Messi prontamente sotto contratto dalla Frontiers nel 2013 hanno pubblicato il loro full-length album di debutto Street Level che donava al mondo 12 pezzi senza infamia e senza lode di puro hard rock anni ’80 tra Def Leppard, Ratt, Motley e Whitesnake (…i soliti nomi da cui prendere spunto!) ed una miriade di altre citazioni più o meno volute.
L’album scorreva bene tra melodie trascinanti e riff semplici ma d’impatto: l’originalità però latitava parecchio e alla fine dell’ascolto si aveva la dolce amara sensazione di qualcosa riuscito a metà… un disco che sarebbe rimasto negli annali solamente per qualche canzone discreta baciata dalla bella voce graffiante di… si appunto! Roxxi Catalano !

Subito dopo la pubblicazione del disco di debutto la band ha cominciato a perdere importanti pezzi per strada iniziando un balletto di sostituzioni che ha snaturato e indebolito il progetto portandolo alla naturale implosione e decretandone di fatto la morte prematura.
Ora, a distanza di tre anni, Catalano si presenta in versione solista con questo Dark Skies. La domanda sorge spontanea… le coordinate sono le stesse oppure il buon Roxxi si è spinto verso altri lidi ? Direi che gli “aficionados” dei De La Cruz possono dormire sonni tranquilli in quanto Dark Skies potrebbe essere il naturale seguito del debutto della band “aussie”.

L’anthemica Metal Dreams messa in apertura è un biglietto da visita abbastanza chiaro: canzone veloce e con un drumming tonante… Roxxi sembra un giovane Stephen Pearcy dei Ratt alle prese con un classico dei Dokken “golden era”. Gli arrangiamenti – a differenza dei De la Cruz – sono metallici e affilati e la prima parte dell’album racchiude canzoni più heavy, sporche, sleazy e veloci… con cori da far venir giù gli spalti di uno stadio mentre nella seconda parte del platter si torna a riveder la luce nei cieli scuri di Catalano con melodie più ariose e arena rock (quelle più vicine al sound degli stessi De La Cruz!).
Ma andiamo con ordine e restiamo per alcune righe sul lato oscuro del disco di debutto dei Catalano.
La seconda traccia All We Need merita infatti un plauso per il riff killer ricordando le cose migliori degli Hardcore Superstar o dei Crashdiet con il suo ritornello vizioso e sporco. La voce di Roxxi grattugia per benino facendo vedere che oltre le corde vocali il singer possiede anche due palle quadrate.
Fall Awake mantiene alta la qualità e l’adrenalina con un altro succulento chorus che la fa entrare di diritto tra le tracce migliori dell’intero platter.
Gran lavoro alle chitarre dell’ospite Stevie Strange che regala un bel solo carico di gusto. War Machine è tellurica e pare un outtake di Pull dei Winger brillando però di luce propria… peccato solamente per la batteria… se ci fosse stata una produzione più potente
e pulita questa song sarebbe letteralmente esplosa !!!
Di nuovo ricompare il fantasma dei migliori Ratt con l’iperglam di Rxckin’ Barbie Doll, un concentrato di cattiveria sonica in puro stile Sunset Strip !
A metà disco i “cieli scuri” vengono squarciati da una luce solare e calda e, come per magia, le canzoni, a partire Heaven’s on the Run cominciano ad avere un taglio più melodico e sbarazzino tornando a pescare a piene mani nell’ arena rock muscoloso ma arioso tanto caro a Def Leppard, Danger Danger e Firehouse…
Twisted, Stormchild e soprattutto la cromata Dangerous Thing portano in dote ricchi chorus di alta classe melodica ed un groove deciso che dona all’ascoltatore più di un sorriso. La title track Dark Skies messa in chiusura non offre particolari emozionirisultando alquanto scontata.
Peccato per la produzione molto povera  che fa perdere calore e respiro ai brani soprattutto per quanto riguarda la sezione ritmica al dire il vero molto artificiale e piatta… maledetti computer !!!!

IN CONCLUSIONE

Un buon debutto per i Catalano che regalano tre quarti d’ora di sano e robusto hard rock spudoratamente ottantiano nella forma e nella sostanza.
A differenza però del debutto dei De La Cruz di tre anni fa le canzoni sono meglio centrate e più eterogenee . Dark Skies, insomma viaggia più fluido dando la sensazione che, a livello di scrittura, stavolta si è stati molto più ispirati… e stando molto attenti nel non farlo sembrare solo un banale “copia e incolla” di melodie e riff già sfruttati a sazietà. Dark Skies non vi cambierà la vita ma ve la renderà più piacevole e meno grigia

© 2016 – 2018, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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