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Recensione

80/100

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Voodoo Circle – Whisky Fingers – recensione

31 Gennaio 2016 58 Commenti Matteo Trevisini

genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: AFM

Tracklist:

01. Trapped In Paradise
02. Heartbreaking Woman
03. Watch And Wait (I Got My Eye On You)
04. Medicine Man
05. The Day The Walls Came Down
06. Heart Of Stone
07. Straight Shooter
08. The Rhythm Of My Heart
09. Devil Takes Me Down
10. 5 O’Clock
11. Been Said And Done

Formazione:

ALEX BEYRODT - chitarre
DAVID READMAN - voce
FRANCESCO JOVINO - batteria
ALESSANDRO DEL VECCHIO - tastiera e voce
MAT SINNER - basso e voce

 

 

Devo essere sincero, il primo ascolto di questo Whisky Fingers mi ha procurato una sensazione di fastidio da tanti deja vù, rimandi e citazioni (scopiazzature come vocabolo rendeva forse male….) nei confronti del culto del “serpente bianco”.
Poi ho pensato ai Kingdom Come di Lenny Wolf e a quanto non me ne fregasse nulla che lo stesso Robert Plant li chiamasse “Kingdom Clone” oppure che Gary Moore, insieme a Ozzy, pubblicasse un brano dal titolo Led Clones il quale attaccava i cloni dei Led Zeppelin, citando bands come appunto i Kingdom Come e gli stessi Whitesnake!!!
…io preferivo santificare le mie orecchie con i loro meravigliosi album. Allora mi sono messo ad ascoltare senza pregiudizi, lasciando in disparte il mio fanatismo talebano nei riguardi di qualsiasi cosa abbia fatto in vita sua Mr. David Coverdale.

D’altro canto il collettivo di musicisti che si cela dietro il nome Voodoo Circle non ha di sicuro carenza di qualità e talento… Beyrodt nel suo curriculum ha nomi come Primal Fear, Sinner e Silent Force. Readman è da decenni il singer dei Pink Cream 69. Mat Sinner, factotum dei Sinner, quà suona il basso.
Il curriculum di Alessandro Del Vecchio invece, per ampiezza, dovrebbe essere compilato sui rotoloni Regina ma basti dire Hardline, Revolution Saints e Silent Force tra i tanti. Francesco Jovino non è da meno venendo dagli U.D.O. e lui stesso dai Primal Fear… Insomma, con tanto talento si ha da subito la sensazione che i musicisti coinvolti non siano stati messi insieme solamente per rubacchiare dalla discografia di Coverdale ma che abbiano impacchettato un prodotto che piacesse prima di tutto a loro stessi con rispetto e passione: la paura semmai e che la band, visti i trascorsi, desse alle canzoni quella patina “metallosa” tipica delle band di provenienza… invece, già al secondo ascolto, la colla calda dell’hard blues proposto dalla band comincia a colare giù attraverso i padiglioni auricolari fino al midollo… produzione impeccabile, sezione ritmica con suoni possenti e la chitarra di Alex Beyrodt che va a forgiare un suono molto potente vicino alle atmosfere del mai troppo compianto John Sykes.

L’iniziale Trapped In Paradise è un patchwork di suoni del periodo americano degli ‘snake con un hammond però che ruggisce prepotente ed un chorus arioso ed energico: la vera sinergia tra i primi Whitesnake e quelli successivi, dai suoni più cromati.
La qualità di tutto il disco è molto elevata: dalla tonante e sensuale Heartbreaking Woman alla zeppeliniana Watch And Wait (I Got My Eye On You)….
Le galoppanti Medicine Man e Straight Shooter… la bella ballad The Day The Walls Came Down: l’hammond è sempre molto presente ovunque donando un suono pastoso e molto seventees (Jon Lord ?…chi ha detto Jon Lord ???)
Heart Of Stone è un hard blues classico piacevole e caldo con ancora un maestoso Del Vecchio che detta legge sui tasti d’avorio: il suo genio c’è e si sente in ogni singola nota di questo disco, sia musicalmente sia vocalmente. La prova di Readman è da incorniciare per tecnica, estensione e interpretazione ma Alessandro sa perfettamente quando intervenire per arricchire ancor di più l’impianto vocale di un brano.
L’ugola di Readman ancora in evidenza in The Rhythm Of My Heart che rimane su ritmi pacati come la canzone precedente…bellissimo il solo blues di Alex Beyrodt che rimarca un po’ ovunque che non basta la tecnica per fare un buon chitarrista ma ci vogliono palle e feeling…
La lancetta del contachilometri torna ad impennarsi con la veloce Devil Takes Me Down ed il mid-tempo di 5 O’Clock per poi lasciare spazio alla conclusiva Been Said And Done, un altro classico brano “old ‘snake”.

IN CONCLUSIONE

Questa “joint venture” italo tedesca sa da fare! Album derivativo? Sicuramente! Non un capolavoro ? assolutamente! …ma dalla sua ha una produzione potente e canzoni molto buone, suonate con gusto e personalità…Vale ancora la regola che bisogna badare se un album abbia ottime canzoni ?? …si ? e allora chi se ne frega !! I Voodoo Circle hanno centrato in pieno il loro bersaglio personale. Se amate il Serpente bianco ed un certo tipo di hard blues sporco e lascivo… fate vostro questo album e fatevi rapire dalle sue canzoni e vedrete che la famosa colla calda nominata prima ve lo incollerà allo stereo!!!

 

 

 

© 2016 – 2022, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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