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Recensione

65/100

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Angelica – Thrive – Recensione

31 Dicembre 2013 74 Commenti Andrea Vizzari

genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Breaking My Heart; *
02. I Am Strong; *
03. To Your Rescue;
04. Can't Stop Love; *
05. Nothing Else You Can Break;
06. Riding Out The Storm;
07. Rain On My Parade;
08. Losers In Paradise; *
09. You Will Never Win;
10. This Kiss Is Just For You;
11. I'm Not Waiting; *
12. Take Me To Your Heart.

* migliori brani

Formazione:

Angelica Rylin – Voce solista
Per Bergquist – Chitarre
Daniel Flores – Batteria e Tastiere
Johan Niemann - Basso
Matt Guillory, Jesper Stromblad, Magnus Karlsson, Mats Lindfors, Per Bergquist – Assoli
Anders Wigelius, Angelica Rylin, Daniel Flores - cori

 

Dopo il buon esordio e i successivi ottimi album di Issa ecco arrivare nell’ambiente musicale una nuova fanciulla pronta a conquistare il cuore di tutti gli ascoltatori a suon di un rock melodico dichiaratamente ispirato da gente come Robin Beck, Heart e Romeo’s Daughter. In realtà, Angelica Rylin non è proprio una nuova arrivata essendo già singer dei Murder Of My Sweet (guidati da Daniel Flores) con cui ha rilasciato due album certamente non memorabili come “Divanity” nel 2010 e “Bye Bye Lullaby” nel 2012.
Per l’esordio da solista l’avvenente Angelica è ancora una volta sostenuta dall’amico Daniel Flores in veste di produttore/batterista/tastierista, Per Bergquist (Smash Into Pieces) alle chitarre e Johan Niemann (Murder Of My Sweet) al basso con l’aggiunta di ospiti come Jesper Stromblad (In Flames), Magnus Karlsson (Primal Fear) e Matt Guillory (James LaBrie). Nomi illustri quali Harry Hess (Harem Scarem), Alessandro Del Vecchio (Hardline) e Anders Wigelius (Wigelius) hanno invece collaborato alla stesura dei brani di questo “Thrive” che ricordiamo è uscito per Frontiers Records lo scorso 29 Novembre.

Il disco si apre con il singolo “Breaking My Heart Again” (videoclip a fine recensione) e “I Am Strong”, un’ottima partenza fatta di tastiere e ritornelli catchy con il bel timbro di Angelica a condire il tutto ma purtroppo andando avanti le successive canzoni sembrano non decollare fino in fondo, complice un songwriting buono ma non eccellente. Non che il disco sia brutto sia chiaro ma le canzoni sembrano scorrere col freno a mano, quasi un “howto” del rock melodico di base senza però avere la scintilla che serve per colpire sul serio l’ascoltatore. Questo si percepisce purtroppo ascoltando le midtempo “Nothing Else You Can Break”, “Riding Out The Storm” (linea vocale di Angelica non convincente in alcuni punti), “You Will Never Win” e “This Kiss Is Just For You” che poco o nulla lasciano dopo l’ascolto nonostante delle buone melodie e dei discreti ritornelli. Va meglio con la doppietta posta in chiusura “I’m Not Waiting” e “Take Me Yo Your Heart” (quest’ultima vede Matt Guillory alle tastiere) in cui il songwriting sembra questa volta funzionare esattamente come nelle due ballads del disco “Can’t Stop Love” e “Lovers In Paradise”, decisamente la punta di diamante di questo “Thrive” grazie alle atmosfere delicate e dolci in cui la voce di Angelica finalmente può esprimere al meglio tutte le sue potenzialità.

IN CONCLUSIONE

Davvero un peccato che una voce obiettivamente buona come quella di Angelica sia stata sfruttata non certo nel migliore dei modi.
Nonostante i nomi coinvolti il platter rimane confinato purtroppo nel calderone del “buon disco ma poteva essere decisamente migliore”: le canzoni ci sono ma non riescono a lasciare il segno come dovrebbero finendo nel dimenticatoio dopo un paio di ascolti lasciando l’ascoltatore con l’amaro in bocca. “Thrive” si presenta quindi essenzialmente come un disco di mestiere con una produzione non eccelsa (con tanto di chitarre “zanzarose”), buoni ritornelli e tastiere a profusione, il tutto condito dall’ottima voce di Angelica. Se i mezzi e le potenzialità per fare bene in futuro di certo non mancano, è però assodato che i grandi maestri da cui la singer svedese dice di ispirarsi sono ancora piuttosto lontani per cui non resta che attendere il prossimo disco.

© 2013 – 2016, Andrea Vizzari. All rights reserved.

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