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Stoccolma, dove i negozi di dischi ancora vivono – Speciale

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Stoccolma, dove i negozi di dischi ancora vivono – Speciale

14 Agosto 2013 54 Commenti Denis Abello

negozi_musica_stoccolmaUno speciale realizzato da Matteo Alidori per raccontare di un mondo (Stoccolma, Svezia) dove ancora i negozi di dischi vivono e proliferano e stanno diventando sempre più una risorsa anche turistica. Da leggere e riflettere…

Denis Abello

Scrivo questo articolo per raccontarvi di come nella bella Svezia i negozi di dischi hanno deciso di non chiudere. Anzi sono una linfa vitale per la gioventù svedese e acquolina in bocca per i turisti fanatici. Quei luoghi che nel Bel paese hanno deciso di far abbassare le saracinesca per lasciare il posto ad altre attività.

Inizio il mio itinerario soffermarmi sul primo dei cinque negozi che intendo elencare.
Il SOUND POLLUTION, ubicato in una delle strade ciottolate nella bellissima isola di Gamla Stan rappresenta il record shop specializzato in metal.
E’ gestito da un simpatico cinquantenne con al seguito occhialini dalla montatura alla John Lennon che lo rendono più simile ad un professore di conservatorio che ad un commesso. Con molta dimestichezza riordina scaffali e controlla su un vecchio computer ordini e resi. All’interno del negozio si spazia fra sottogeneri metal catalogati dalla A alla Z.
I prezzi si aggirano intorno alle 190 corone (al cambio attuale circa 0,115 euro, quindi ad oggi circa 21/22 euro) per le novità e dai 40 ai 100 (ad oggi dai 4,5 agli 11,5 euro) per le offerte. Direi ottimi visto l’assortimento.

Spostandomi di qualche metro trovo il PLUGGED RECORDS.
L’atmosfera è totalmente diversa. Qui regna il Jazz; ed io, abbastanza novello riguardo al genere mi faccio consigliare artisti made in sweden dal proprietario . Ecco che, con estrema gentilezza mi delizia con tre cd che mi fa ascoltare comodamente su una poltroncina. Il negozio è davvero suggestivo, assomiglia più ad un salotto di casa che ad un classico negozio di dischi.
Dopo circa 15 minuti di ascolto opto per l’acquisto di due cd che consiglio (Tingsvall trio). Qui il commesso si supera in fatto di stile; mi presenta i due cd incelofanati, mi regala una spilla e diversi adesivi e, come se non bastasse mi segna sulla mappa della città il nome di due locali per passare una serata all’insegna della buona musica.
Muovendomi per Stoccolma mi accorgo che non c’è davvero strada che non abbia un negozio di dischi, perfino la catena di abbigliamento Urban Outfitters dedica due spazi per vendita vinili.

Eccomi in direzione St.Eriksgatan (via fra l’altro consigliatami dal vocalist di una band emergente che ho avuto la fortuna di ascoltare la sera prima). Beh che dire, ne ho contati cinque, uno più bello dell’altro, anche se a mio parere RECORD HUNTER è il mio negozio di dischi.
Insegna che riprende l’underground di londra, negozio che si articola su due piani. Assortimento senza rivali : catalogo – piano terra, nice price – downstairs. Originale in questa città la possibilità di esibire le super offerte, 20-30 corone (circa dai 2 ai 3,5 euro) in un tavolo all’esterno dei negozi. Record Hunter ne ha due.
Non a caso rimango colpito da alcuni titoli che nel nostro paese sono ancora a prezzi medio alti, e che qui non arrivano al corrispettivo dei nostri 5 euro.
Direi nel complesso il già citato rappresenta una valida alternativa al Sound Pollution, anche se qui trovi un po’ di tutto, oltre al metal e all’hard rock.

Per concludere in bellezza voglio menzionare BENGANS ubicato in zona centrale.
Bengans ha i connotati della grande catena, direi quasi un “HMV” svedese; se non sbaglio ce ne sono altri in svezia.
Enorme nella metratura, vasto assortimento sia di hard rock sia di AOR. Trovo addirittura i singoli che da noi ormai sono spariti da tempo.
Ed ecco portar via Reckless Love, Erik Gronwall, H.e.a.t, The Poodles e Nightwish.

L’itinerario finisce qui, spero di essere stato esaustivo e, soprattutto di avervi invogliato a fare spese da queste parti…. Si, proprio qui, in questo nord europa dove hanno deciso di non far morire la musica, ovvero cultura di tutti.

articolo scritto da Matteo Alidori

© 2013 – 2016, Denis Abello. All rights reserved.

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