Recensione

Issa – The Storm – Recensione

18 Gennaio 2012 3 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2011
etichetta: Frontiers Music

Gradito ritorno per la singer norvegese Issa; a distanza di un anno dall’ottimo esordio “Sign of Angels” la bionda cantante torna a far parlare di se con il nuovo “The Storm“, il quale ricalca le orme del precedente lavoro, ma con una piccola sterzata verso l’AoR  più classico; infatti, per l’occasione, si è avvalsa di grandi collaborazioni tra cui Tony Martin, Robert Sall, Magnus Karlsson e Randy Goodrum. Il disco appare molto più omogeneo e “personale” del precedente ed anche le canzoni sembrano appartenere di più alla personalità di Issa. Questo non ha potuto far altro che accostarla a nomi quali Robin Beck, Heart o Belinda Carlisle….

…ne è la prova il singolo apripista Looking for Love, che con le sue tastiere e chitarre che si intrecciano ricorda i migliori momenti AoR degli anni 80. Please Hold On è invece un mid-tempo dolce con un ritornello che ti entra subito in testa. Take a Stand ci porta su terreni più pop-oriented, non perdendo mai la sua classe, grazie anche al bell’assolo di chitarra. Invicible è una ballad dolce, tenera,ma allo stesso tempo grintosa, Issa vocalmente a suo agio su queste sonorità…. Two Hearts parte con un bell’intro di chitarra e il basso a tenere il ritmo, peccato per il ritornello non trascinante. La lunga Black Clouds ci riporta un sound stile Looking for Love (la tastiera in sottofondo è molto simile) ma con un tocco di hard rock,ancora un ritornello trascinante e tastiere ad accompagnare…fantastica! You’re making me e Gonna Stand By You, col loro intro rockeggiante, hanno echi del precedente album Sign of Angels,con un sound più cupo e chitarre più presenti, senza mai dimenticare le immense melodie… We’re on Fire riporta le tastiere in primo piano,il sound torna ad essere più leggero, ma ancora una volta un gran ritornello porta la song ad alti livelli. Too Late for Love è un tributo ai Bon Jovi; l’attacco di batteria, l’arpeggio di acustica e l’ingresso prepotente della chitarra elettrica sfociano in un ritornello da accendini in aria….Da menzionare il bellissimo guitar solo….What Does It Take è il lato più hard di Issa e rockeggia come non mai, voce e song da manuale! Da sentire! Si conclude con la titletrack The storm, intro di piano e chitarra….Issa canta sottovoce, sembra non voler disturbare tale melodia…ma  “The Storm” vuole esplodere nelle nostre casse  e il suo bel riff ci porta al solito super ritornello. Gran bel finale!!!

IN CONCLUSIONE

Disco ben fatto, ben prodotto e ottimamente cantato; mi sento di consigliarlo agli amanti delle sonorità AoR più classiche. Issa questa volta ha centrato il bersaglio, soprattutto per aver scelto una strada ben precisa senza aver solcato troppi generi come nel precedente album. I soliti maligni diranno che con i “nomi” presenti nel disco è stato fin troppo facile, ma ritengo che questa ragazza abbia potenzialità e soprattutto una stupenda voce per dimostrare di poter diventare “grande”.

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