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Recensione

65/100

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The Poodles – No Quarter (live) – Recensione

27 Ottobre 2010 1 Commento Denis Abello

genere: Melodic Rock / Glam Rock
anno: 2010
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. Too Much Of Everything
02. Caroline
03. Seven Seas
04. Metal Will Stand Tall
05. Like No Tomorrow
06. One Out Of Ten
07. Lullaby For Jimmy
08. Drum Solo
09. Echoes From The Past
10. Thunderball
11. I Rule The Night
12. Night Of Passion
13. Flesh & Blood
14. Line Of Fire

Formazione:

Jakob Samuel – vocals
Pontus Egberg – bass
Henrik Bergqvist – guitars
Christian Lundqvist - drums

Contatti:

http://www.poodles.se/

 

 

Il primo album Live del gruppo dei “barboncini” (The Poodles) arriva dopo appena 4 anni di carriera che però gli ha già consacrati come una delle rivelazioni del panorama del melodic e glam rock internazionale.
Infatti i The Poodles capitanati dal loro vocalist Jakob Samuel hanno dato alla luce il loro primo album intitolato Metal Will Stand Tall nel vicino 2006. Album che con canzoni come Night of Passion,  Echoes From The Past e Song for You gli ha lanciati subito nell’Olimpo musicale.
A quest’album ne sono seguiti in breve tempo altri due,  Sweet Trade (2007) e Clash Of The Elements (2009) che hanno contribuito ad aumentare la loro popolarità, anche se forse la troppa iperattività del gruppo (3 album in 4 anni) ha in alcuni casi un pò limato la qualità degli ultimi due album.
Adesso però i The Poodles si trovano ad aver affrontato un tour di successo ed un cambio di etichetta che ora è la Frontiers Records e ci propongono questo nuovo live per far assaporare anche a chi non ha potuto apprezzarli dal vivo l’aria che si respirava sopra e sotto il palco.

LE CANZONI

L’inizio è un pò fiacco e Too Much of Everything non riesce dal vivo a trasmettere gli stessi brividi della versione in studio.  Si riprende invece alla grande la successiva Caroline che riesce a far arrivare un buon “live feeling”, ma la canzone “spara” già di suo e questo aiuta anche dal vivo.
Vale invece il discorso fatto per Too Mush of Everything anche per Seven Seas che non riesce a reggere il confronto con la versione in studio, per quanto risulti un bel pezzo alla fin fine.
Non ho mai apprezzato tantissimo l’entrata di Metal Will Stand Tall e neanche questa versione live mi convince, molto meglio durante il ritornello.
Like No Tomorrow è uno dei pezzi meglio riusciti di Clash of THe Elements e dal vivo non riesce ad avere la stessa presa e lo stesso mordente.
Bella invece la caratterizzazione regalata a One Out Of Ten durante il Live, ma la versione in studio è anni luce migliore.  Lullaby For Jimmy è un pezzo carino strumentale che si collega con la successiva Drum Solo. Tutto sommato creano un bell’intermezzo.
Echoes from the Past è uno dei miei pezzi preferiti dell’album Metal Will Stand Tall e devo dire che ho apprezzato l’originalità dell’attacco dato alla canzone rispetto alla versione del disco, originale e comunque bella anche dal vivo.
Thunderball nella versione di Sweet Trade è una vera e propria bomba! Qui non riesce a replicare lo stesso feeling emotivo e carica adrenalinica. I Rule The Night non mi è dispiaciuta anche se nel ritornello la voce sembra non reggere il tiro della canzone, peccato.
Night of Passion è forse il pezzo che ha regalato ai The Poodles la maggiore notorietà ed è una delle prove più originali presentate in questo Live ripercorrendo solo in parte la struttura del pezzo in studio e dandogli una maggiore caratterizzazione “live“. Niente di così stratosferico, ma si apprezza il minimo sforzo.
Flesh & Blood potrebbe avere la carica giusta da innalzare questo disco live verso l’eccellenza, ma non riesce purtroppo nell’impresa. L’album si chiude con Line of Fire, sicuramente la miglior prova vocale di Jakob Samuel in tutto l’album.

IN CONCLUSIONE

Non sono pienamente convinto di questa prima prova dal vivo dei The Poodles e lo dico ritenendomi un grande Fans delle loro 3 opere in studio. Dico questo principalmente perchè ho trovato la voce di Jakob Samuel leggermente sottotono rispetto a quanto sentito nei loro dischi.  Inoltre c’è da dire che l’album, a parte l’intermezzo strumentale, non offre assolutamente nulla di nuovo rispetto alla loro produzione e forse mi sarei aspettato da un gruppo come loro un pò più di originalità sul palco.
Detto questo comunque è anche da considerare che l’album racchiude un bel condensato della carriera dei 4 “cagnolini da compagnia, anche se data proprio la loro limitata produzione in studio (essendo nati solo nel 2006) consiglierei a chi si vuole avvicinare a questo gruppo di recuperare i primi tre album.  Io intanto attendo con ansia l’uscita di un loro nuovo album.

P.s.: esiste anche una versione cd + dvd (In the Flesh, non presente nel promo del disco), che sinceramente mi sentirei di consigliare ai fans più sfegatati. 😉

 

© 2010 – 2022, Denis Abello. All rights reserved.

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