Ørjan Kvalvik (The Wheel) – Intervista

foto_the_wheelSe ricordate bene qualche settimana fa vi dissi, al termine di una entusiasta recensione, di segnarvi il nome di un gruppo esordiente e una data. Voglio rinfrescare la memoria a chi non ricordasse di cosa parlo.

La formazione in questione è quella dei norvegesi The Wheel, fondati a Oslo nel 2007 e già realtà live navigata, che il 16 settembre 2011 pubblicheranno il loro debutto discografico ominomo The Wheel, un lavoro virtuoso e dal profumo di antico, grazie in particolare a un sound hard rock molto anni’70/’80 (qui la recensione).

Bene, Melodicrock.it ha avuto l’onore di poter scambiare due parole con il chitarrista e leader del gruppo Ørjan Kvalvik. Ecco qui cosa è uscito dalla nostra chiaccherata.

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The Wheel – The Wheel – Recensione

 

Fondati a Oslo nel 2007, i norvegesi The Wheel hanno costruito la loro reputazione in patria suonando al fianco di artisti quali UFO, Ken Hensley e i The Quireboys e costruendosi quindi di diritto la nomea di rock solid live band, ovvero (diremmo noi) di realtà live navigata. Inseguendo il sogno del chitarrista/cantante Ørjan Kvalvik di riportare in vita le sonorità anni’70/’80, i The Wheel affrontano in questo 2011 il primo passo discografico, attraverso un album di debutto omonimo che sarà pubblicato il 16 settembre 2011 sotto l’etichetta discografica Wheel Music.

Incuriosito da una presentazione che descriveva la band affine a grandi nomi hard rock del passato e, lo ammetto, anche da una gran bella copertina, ho avuto il piacere di ascoltare in anteprima questo disco, ed ecco quindi le mie impressioni al riguardo.

LE CANZONI

L’intro di Stand Up, con quel suo riff molto stile Led Zeppelin, basta da sola a confermare che il gruppo, si, si ispira all’hard rock classico.  La vocalità combinata dei due cantanti, a intrecciarsi creando un tutt’uno che ricorda molto il primo Ozzy Osbourne, è un’altra piacevole conferma di come il binario intrapreso dalla band norvegese sia essenzialmente quello giusto. Stand Up è un pezzo valido e un perfetto inizio di questo lavoro.
Densa di rimandi a realtà come Montrose e Badlands è invece Into The Water, un pezzo molto ritmato e dagli splendidi riff antichi. La voce di Jan Erik Salvesen, qui supportata solo sui cori, ricorda molto Phil Mogg degli UFO, con quel suo mood blueseggiante, ma ancora di più Ray Gillen. Molto interessanti anche gli effetti della chitarra e l’assolo di Ørjan Kvalvik, che si rivela elemento dotato di una tecnica apprezzabile. Continue…