Heaven & Earth – Dig – Recensione

Dig” è il titolo del terzo studio album degli Heaven & Earth di Stuart Smith, che con il loro hard rock melodico riescono a farsi spazio con un lavoro di alto livello. Dopo due album pieni di ospiti illustri Stuart Smith decide di dar vita ad una propria band reclutando l’ottimo Joe Retta alla voce, Chuck Wright al basso, Richie Onori alla batteria e Arlan Schierbaum alle tastiere. Il risultato è a dir poco esaltante; un hard rock devoto ai Deep Purple e ai Led Zeppelin con un’alta dose di melodia e grandissimi assoli.

Ma iniziamo subito a parlare del disco…..intro strumentale e attacco potente con la maestosa Victorious, dove Stuart Smith diventa il Blackmore della situazione con grandi riff e assolo da manuale. Il singolo No Money, No Love rientra su un hard rock più classico, patinato, dove il refrain la fa da padrone mentre la prima ballad I Don’t Know What Love Is è qualcosa di stupendo; il lento incedere con la chitarra acustica, l’assolo melodico e dolce, la voce di Retta sugli scudi con un ritornello da brividi. Canzone incredibile. Man & Machine apre le danze con un hammond in primo piano e una chitarra devota ai primi Deep Purple; il tutto condito con un talk box onnipresente. House Of Blues, come da titolo, è un hard/blues con ancora le tastiere e la chitarra che si intrecciano mentre Back In Anger sembra uscita  ancora una volta dalla penna di Blackmore; batteria indemoniata, hammond in sottofondo per una cavalcata hard rock di altri tempi! Waiting For The End Of The World si sposta su un hard rock più ottantiano, ricordando e non poco, i Magnum. Refrain arioso con le tastiere che sovrastano le chitarre. Un mid tempo che “spezza” l’album. Sexual Insanity apre con un dolcissimo arpeggio di chitarra e un basso pulsante che tiene il ritmo. La canzone si sussegue con le tastiere e degli sprazzi di hard-rock veloci e potenti con contaminazioni di Aerosmith. Rock & Roll Does è un tributo agli Zeppelin. L’intro infuocato, l’hammond e le chitarre che sembrano parlarsi e la batteria secca e diretta aprono lo show ad uno Stuart Smith ispirato come pochi! A Day Like Today col suo intro di violini lascia spiazzati; il pianoforte barocco,i flauti, una canzone  fuori dagli schemi dove Joe Retta diventa il menestrello della situazione. Good Times vira su lidi rock moderni e a parte qualche sprazzo di hammond molto interessante, non lascia il segno mentre la conclusiva Live As One è una ballad maestosa; archi e violini lasciano spazio alla voce ispirata di Retta e un pianoforte dolce apre le porte ad una chitarra che esplode in un refrain pieno di cori e con il solito hammond come tappeto. Canzone da manuale.

IN CONCLUSIONE

Con questo terzo album Stuart Smith e gli Heaven & Earth centrano in pieno l’obiettivo e l’ammirazione per Richie Blackmore è notevole in tutto il lavoro. Un album senza filler, con canzoni coinvolgenti e una band di altissimo livello.