The Cruel Intentions – Venomous Anonymous – recensione

Quattro anni e una pandemia dopo l’esordio sulla lunga distanza No Sign Of Relief, torna all’attacco col suo secondo lavoro in studio il gruppo portabandiera dello sleaze metal made in Norvegia, The Cruel Intentions. La band, fondata nel 2015 dal cantante Lizzy DeVine, dal bassista Mats Wernerson, dal chitarrista Kristian Solhaug e dal batterista Eiliv Sagrusten (in seguito sostituito da Robin Nilsson), ha da subito attirato su di sé una certa curiosità da parte di fan e addetti ai lavori per via della presenza del frontman svedese, noto per i suoi trascorsi nei Vains Of Jenna. Della bontà del debut album di questo gruppo vi avevamo già parlato all’epoca della sua pubblicazione (qui), ma sarà riuscito questo nuovo capitolo del combo scandinavo a bissare quel piccolo e moderno gioiellino rock and roll? Vi sveliamo subito il finale e vi diciamo che secondo noi sì, c’è riuscito appieno. Lo ha fatto mettendo in tavola gli stessi ingredienti, rigiocandosi una formula vincente fatta di chitarre aggressive, ritornelli ossessivi e cori possenti, su cui le vocals taglienti come rasoi di DeVine vanno a nozze! Impreziosito dal contributo di Erik Mårtensson (Eclipse, Nordic Union, W.E.T.), che oltre a fornire chitarre aggiuntive e backing vocals ha mixato, masterizzato e prodotto l’album, Venomous Anonymous si attesta su livelli altissimi fin dall’opener “Reapercussion”, singolo e video che assieme a “Sunrise Over Sunset” e “Kerosene” ha aperto le danze qualche mese fa. Livelli da cui, di fatto, non scende mai, nemmeno quando si avventura in un pezzo in lingua svedese (“Salt I Ditt Sår”) o quando preme un po’ il piede sul freno (“Bad Vibes”). Veloce, roccioso, melodico e a tratti persin zuccheroso, questo disco fa della qualità del songwriting il suo punto di forza assoluto. Pescando qua e là da Ratt, Poison, Guns N’ Roses e Hardcore Superstar, ma con un marchio di fabbrica ben evidente, i The Cruel Intentions confezionano un sequel che supera in gradimento il suo predecessore, seppur di pochi punti. Un album, il primo, il cui valore è stato riconosciuto anche dal regista e produttore cinematografico James Gunn (The Suicide Squad, Guardiani della Galassia) che ha voluto ben tre canzoni nella colonna sonora di Peacemaker, serie sequel di The Suicide Squad focalizzata sull’omonimo personaggio interpretato nel film dal famosissimo wrestler della WWE John Cena.

IN CONCLUSIONE

Solitamente è uso di chi scrive concludere la recensione con una nota sul packaging, assente questa volta in quanto la curiosità di ascoltare questo lavoro in anteprima ha prevalso sull’attesa di ricevere il prodotto fisico!