Toby Hitchcock – Mercury’s Down – Recensione

Ed è arrivato anche il momento per Toby Hitchcock di dare alla luce il suo “personale” album solista, ma procediamo con ordine. Il singer americano, scoperto e portato alla ribalta da Jim Peterik per il suo attuale progetto musicale che prende il nome di Pride Of Lions (tre album all’attivo e il quarto in lavorazione), ha subito fatto breccia nel cuore di tutti gli appassionati di aor grazie alle sue prestazioni vocali incredibili. D’altronde, se l’ex Survivor ha scelto proprio questo giovane come cantante della band dopo aver lavorato con gente come Jimi Jamison (un nome su tutti) allora le doti di Hitchcock non dovrebbero essere messe in discussione. Per la Frontiers, proprio in attesa del quarto album dei Pride Of Lions, era giunto il momento che Toby pensasse ad un lavoro solista, un lavoro di puro melodic rock su cui ricamare e plasmare la sua voce. Di solista invece c’è da dire che c’è ben poco in quanto sempre alla Frontiers hanno pensato bene di sfruttare la nuova gallina dalle uova d’oro, un giovane che negli ultimi anni (nonostante sia nel giro da un bel po’ con i suoi Eclipse) sta avendo molto successo come songwriter, produttore e musicista e che risponde al nome di Erik Martensson. Dopo i successi con i W.E.T. ecco che a Martensson è stato affidato il compito di scrivere e arrangiare i pezzi di questo Mercury’s Down, orchestrando e producendo l’intero disco e perfino suonando tutti gli strumenti, lasciando ad Hitchcock il compito delle linee vocali principali. Per chi si aspettava un sound “Pride Of Lions” è meglio che fin da subito cominci a togliersi dalla testa le dolci estive melodie di Peterik perchè in questo disco a farla da padrone sono chitarre “pesanti” e corpose che navigano su una sezione ritmica fin troppo solida. Scelta vincente o troppo esagerata? Vediamolo insieme…
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