W.A.S.P. – Golgotha – Recensione

 

Cosa ci fa una recensione degli W.A.S.P. su un sito che parla di musica rock, in più melodica?

La domanda è lecita, ve lo concedo, ma è altresì ponibile solo previa l’ascolto di Golgotha, l’ultimo disco pubblicato sul finire del 2015 dalla band per la label Napalm Records. Vi spiego perchè.

Dal disco Dominator (2007) ad oggi Blackie Lawless (l’iconico fondatore, compositore, cantante, strumentista e unico membro originale oggi rimasto nel gruppo, ndr) ha attuato una netta virata nel sound della sua band, ponendo fine a un periodo di semi-totale crisi compositiva che andava avanti ormai da decenni. Più precisamente, dalla pubblicazione del mastodontico concept album The Crimson Idol (1992), per molti (e anche per il sottoscritto) puro apice artistico della formazione grazie non solo alla sua immortale musica, ma anche alla incredibile vicenda narrativa del suo protagonista: Jonathan, la rockstar preda del suo stesso successo, il puro martire sull’altare dello spirito Rock. Avrei miliardi di parole da spendere su questo platter diamantino, ma non è questa la sede e non è questo il momento. Perciò.. Torniamo a noi.

Dicevamo: lasciatosi alle spalle lo spirito violento, scioccante e ribelle degli esordi (vedasi in approfondimento le vicende legante al brano Animal (Fuck Like A Beast) e le relative querele del PMRC), l’insuccesso delle ultime release (The Neon God e compagnia bella) e abbracciato sul suo cammino il Cristianesimo, Lawless ha optato per un quasi totale rinnovamento della sua creatura W.A.S.P.. Niente più shock rock, niente più glam violento. La band si è trasformata in uno splendido progetto tra hard rock e metal denso di robustezza e melodia, spesso accompagnato da testi di attualità, di denuncia, o, come in questo caso, inerenti al tema della religione. Un mutamento radicale che ha aperto a una sorta di nuova era, o di rinascita, in seno alla formazione, e che ha oggi in Golgotha il suo vertice assoluto, la sua vetta più estrema, il suo orizzonte più sereno. Siamo al cospetto del miglior prodotto che il gruppo abbia dato alle stampe, appunto, dal 1992 ad oggi? La mia personale opinione è rivolta verso il sì. Continue…