Lace – On your way – Recensione

Un Ep di sei pezzi! Una voce, quella di Davide Merletto, in grado di caratterizzare ogni brano! Una moltitudine di ospiti di livello, Stefano Lionetti (Lionville), John Macaluso (Malmsteen, Symphony X), Roland Grapow (Helloween, Masterplan),   Alberto Bof (®Academy Award ®Grammy ®Bafta ®Golden Globe winning “A Star Is Born”),  Francesco La Rosa (Extrema) ed Andrea Torretta (Daedalus, Meganoidi)!

Mettiamo nel calderone anche sei brani curati e arrangiati che senza aggiungere nulla al genere lo impreziosiscono e supportano con classe ed eleganze. Ecco quindi che mescolati questi ingredienti ci troviamo tra le mani esattamente questo On Your Way, primo lavoro “esplorativo” a titolo Lace dietro il cui monicker si nasconde Davide Merletto, già conosciuto ai più per la sua militanza in Planethard e Daedalus.

Partiamo quindi con la titletrack On Your Way, un bel pezzo che si lancia su note di batteria e chitarra taglienti e sostenute per sfociare in un ritornello ultra catchy e melodico! Cavoli se la cosa funziona! Ancora una bella grinta messa in campo per la successiva My Lost Goodbye che mostra un tratto però più radiofonico rispetto al precedente brano anche se in parte ne ripercorre la formula… molto Lionville nello stile del ritornello!

Arriviamo quindi alla prima ballad (ne troveremo due, non poche per un EP di 6 pezzi… ah… ed è una cosa che apprezzo! 🙂 ). Suggestiva, arrangiata benissimo e con Merletto che giostra con maestria sulle note. Chitarra Funky / Rock sulle note della successiva I Give You My Word dall’emozionate ritornello. Ancora una volta si apprezzano gli arrangiamenti di livello.

Si chiude così il giro con la rilassata e suggestiva ballata Dancing Star per sigillare definitivamente questo EP sulle note della radiofonica  Lost in Your Hands!

Un antipasto di quello che speriamo possa essere presto un disco completo. Merita attenzione per la qualità generale del tutto. Bravo Davide!

Perfect View – intervista con la Band

A pochi giorni dall’uscita della nuova fatica dei Perfect View a titolo Bushido (The Way of The Warrior), opera rock dedicata al mondo dei samurai che sarà pubblicato il 28 aprile tramite Lions Pride Music, non ci siamo fatti scappare l’occasione di una succulenta intervista con la Band!

intervista a cura di Samuele Mannini e Denis Abello

PRIMA LA PRESENTAZIONE!

MR.it: Parliamo dei Perfect View! Diteci chi siete e qual’è stato il vostro percorso per arrivare qui oggi!
JOE: La band nacque nel 2008 con l’intento di fare musica originale che rappresentasse le varie influenze che ci avevano indelebilmente marcato nel corso della nostra adolescenza. Quasi da subito riuscimmo a firmare un contratto discografico con l’etichetta tedesca Avenue Of Allies che pubblicò il nostro album d’esordio, “Hold your dreams”, nel 2010. Dopo questo album ci fu il primo cambio di lineup con l’ingresso di Frank, che è ancora oggi accanto a me. Il secondo album, “Red Moon Rising”, uscì nel 2014 sempre per la stessa etichetta ed è stato il primo album ad avere anche una edizione giapponese con la label Rubicon Music. Dopo questo album ci fu un altro cambio di lineup (in questo caso tastierista e cantante) per poi rimetterci al lavoro giungendo così, nel 2018, al terzo capitolo, “Timeless”, che vide anche un cambio di etichetta. Approdammo infatti alla danese Lions Pride Music, etichetta che ci contattò e si dimostrò molto interessata alla nostra musica. Ora eccoci giunti al quarto album, con un cambio di formazione ancora più corposo perché sono entrati a far parte dei Perfect View un nuovo batterista (Davide “Dave” Lugli, che è arrivato nella band appena dopo l’uscita di “Timeless” e quindi ha fatto anche i live di supporto/promozione di quell’album), un nuovo tastierista (Alberto Bettini) e, ultimo “acquisto”, un nuovo cantante (Damiano Libianchi). Con questa rinnovata formazione abbiamo dato vita, come percorso naturale di una crescita che per qualcuno di noi è appunto ben più che decennale, al nostro lavoro più ambizioso ed impegnativo, un concept album anch’esso in qualche modo frutto di influenze che soprattutto per me e Frank, affondano le radici anche in gloriose “rock opera” del passato. Abbiamo trovato nei nuovi arrivati una grande disponibilità musicale ed il sapersi intelligentemente calare nella realtà di una band/situazione che ormai ha un minimo di storia e tradizione, che segue un percorso ben preciso da anni. Il risultato è a mio avviso una ulteriore evoluzione della proposta musicale della band, con nuove sfumature derivanti soprattutto dal percorso di maturazione e dall’intenzione di scrivere un concept album ma anche dagli inevitabili differenti colori musicali delle performances dei nuovi elementi dei Perfect View.

ADESSO PARLIAMO DELL’IMMINENTE USCITA DI BUSHIDO

MR.it: Perché in un periodo storico che vira molto sulla musica usa e getta, vi siete messi in testa di fare un concept album che tradizionalmente è più ostico?
FRANK: Semplicemente perche’ abbiamo una grande necessita’ di stimoli e sfide. Questa e’ stata davvero impegnativa e chi avra’ desiderio di acquistare il disco o seguire la band dal vivo capira’ velocemente di cosa stiamo parlando. Come diceva Joe, abbiamo condiviso un background musicale che affonda radici anche nelle rock opere come The Wall, Quadrophenia, Music From the Elder, Operation Mindcrime, Tommy….insomma, subito dopo l’uscita di “Timeless” proposi a Joe di valutare di farne uno tutto nostro e piano piano “Bushido” ha preso forma. Si tratta di una impresa titanica che a noi ha dato tantissime soddisfazioni nel realizzarla ma che solo voi addetti ai lavori e chi acquistera’ il CD potra’ realmente definire se sia stato fatto un buon lavoro o meno.

MR.it: Perché l’ambientazione giapponese nello specifico? Siete forse stati influenzati dalla jap culture derivata da manga e anime?
FRANK: Da tempo sentivo la necessita’ di ringraziare quella parte di fan Giapponesi che ci supportano dal nostro secondo album “Red Moon Rising”, perche’ non capita tutti i giorni il privilegio di avere fan ed etichetta di un paese da sempre molto attento al nostro genere musicale. Questo album e’ stato scritto per uno di loro in particolare. Quindi mi sono semplicemente ispirato alla sua storia. Con molta discrezione ho unito una storia di vita reale, con una parte romanzata dedicandogli il ruolo di un giovane che diventa un Samurai dopo un lungo e tortuoso viaggio. Mai come in questo caso, oltre alla band abbiamo avuto bisogno di diversi collaboratori esterni fondamentali per la sua riuscita. Ad esempio, mi sono confrontato per i cenni storici, con dei fan Giapponesi cosi’ come per i Kanji che sono stati inseriti nel video di “Compassion”, disegnati a mano da Nobuya Tamaki. Altri mi hanno aiutato negli inserti in lingua Giapponese (Mauro Baratta) a rendere la storia ancor piu’ romanzata (Grazia Fraccon), ma il piu’ grande dei ringraziamenti lo facciamo a Simone Muci, un giovane di grande talento ve lo assicuro, difatto colui che ha creato dal mio immaginario, il personaggio “Koji” rendendolo reale e che trovate sulla copertina del disco.

MR.it: Quale è in sintesi il messaggio del concept di Bushido?
ALBERT: Il messaggio che abbiamo voluto dare con il nostro concept e’ credere sempre in se stessi e nella realizzazione dei propri sogni, nonostante i limiti, anche se fisici. Con la perseveranza e la dedizione gli obiettivi della vita si riescono a raggiungere.

MR.it: Com’è stato l’inserimento del nuovo cantante e avete dovuto fare delle modifiche al materiale eventualmente già pronto? Tra l’altro siamo molto felici della scelta visto che c’è stata una “spinta” anche dall’interno della nostra redazione… 😀
DAVE: L’inserimento di Damiano è avvenuto tramite un casting avvenuto con la collaborazione di Gianni D’Addese (Tastierista di Umberto Tozzi, vocal coach e vecchio amico della band) il quale ci ha messo nelle condizioni tecniche ideali per poter ascoltare e scegliere tra i vari candidati che avevano dato la loro disponibilita’. Non abbiamo dovuto apportare modifiche in quanto il materiale era gia’ pronto e Damiano è riuscito ad inserirsi bene mettendoci del suo e contemporaneamente, seguendo le linee vocali preparate/lavorate da Joe e Frank, direi che il connubio sia avvenuto in modo piuttosto naturale. Abbiamo apprezzato tanto il suo impegno nell’affrontare il viaggio (dopo essere stato indirizzato da voi) e mettersi alla prova.

MR.it: Riuscite a lavorare insieme come band oppure usate la tecnologia per lavorare a distanza?
JOE: Io e Frank facciamo parte della vecchia scuola, quella che vede la sala prove come elemento imprescindibile nell’economia di una band che faccia musica propria. Il nostro modo di lavorare quindi è sempre stato quello di suonare assieme, in presenza, nella nostra sala prove. Credo che sia un metodo insostituibile per avere risultati che suonino “veri”, da band reale e non come un progetto assemblato a tavolino che magari formalmente può pure essere impeccabile ma che poi manca di una certa genuinità e… pathos. “Bushido” è nato in pieno periodo di pandemia, con lockdown e “coprifuoco” a rendere tutto parecchio difficile. Questo ha allungato sicuramente i tempi ma abbiamo continuato a lavorare come siamo sempre stati abituati a fare. Ovviamente abbiamo registrato i demo ognuno nel proprio home studio (cosa che abbiamo fatto anche nei precedenti album peraltro) ed inevitabilmente ci sono state alcune decisioni/riunioni fatte a distanza ma l’album è comunque stato sviluppato in sala prove. L’unica deroga a questo consolidato metodo è stato il lavoro sulle linee vocali. Damiano è di Roma ed è arrivato con noi nel Dicembre del 2021, dopo averci pienamente convinto alle audizioni che stavamo facendo per trovare il nuovo cantante. La musica di tutti i brani era già pronta e con lui abbiamo, per forza di cose, lavorato a distanza, inviandogli i demo di 2/3 brani per volta e lasciandogli sviluppare linee vocali che si sposassero con la sua vocalità e che poi noi andavamo ad arrangiare, sistemare, integrare con idee vocali che avevamo già scritto, etc. Circa una volta al mese Damiano veniva da noi per un weekend nel quale concentravamo il lavoro sulle linee vocali e cori aggiungendo la registrazione di queste parti ai demo già esistenti. Quindi anche in questo caso siamo comunque riusciti in un certo senso a lavorare anche in presenza senza disdegnare di sfruttare la tecnologia e le comodità che può dare.

MR.it: Prevedete concerti in Italia e all’estero durante il periodo estivo?
DAMIANO: Abbiamo in programma sia qualche concerto che alcuni meet & greet per presentare l’album da qui alla fine dell’estate, per il momento soltanto in Italia. A fine Maggio parteciperemo al Festival Rock Camp di Trieste e sarà una bella occasione per tornare da quelle parti dove i Perfect View hanno ottimi ricordi, come quando aprirono il concerto degli Harem Scarem anni fa.
Siamo inoltre in attesa di novità (molto speciali) per l’autunno!

INFINE UN PO’ DI “CULTURA GENERALE” DAL PUNTO DI VISTA DEI PERFECT VIEW

MR.it: Dall’interno, come vedete la scena AOR / Hard Rock italiana? A noi sembra che a dispetto di ottime band si resti sempre un po’ in disparte rispetto all’ondata Scandinava, la vostra opinione?
ALBERT: Purtroppo la scena AOR italiana in questo momento storico non e’ delle migliori. La tendenza musicale in Italia vira sempre di più alla standardizzazione, e questo influisce negativamente sulle band che propongono musica originale fuori dagli schemi, come la nostra, con il nostro concept per esempio. Ormai la scena AOR e’ stata monopolizzata da quella scandinava, e questo a causa di scelte arbitrarie dettate a tavolino per conto terzi. Su questo aspetto ci sono etichette discografiche specializzate in questo genere che invece di promuovere valide band del territorio nazionale ( e ce ne sono diverse ), investono su band estere, nello specifico per la maggior parte svedesi, portando il sound ad essere sempre uguale a tal punto da far fatica a distinguere una band da un’altra.

MR.it: Avete qualche band attuale Italiana che vi sta piacendo particolarmente (oltre a voi stessi 😀 )? E se guardiamo all’estero?
DAMIANO: Personalmente stimo da sempre i Lionville, pur avendo un cantante certamente non italiano, per quanto bravissimo.Inoltre ammiro i One Desire, i Poets Of The Fall e trovo d’ispirazione gli Evergrey di Tom S. Eglund per quanto riguarda la scena Metal. Mi piacciono anche i Threshold.
FRANK: Trovo interessanti gli Arcadia, Lionville, Danger Zone, ma le mie preferenze restano fuori terra italica. Adoro i Ghost, gli H.E.A.T., Eclipse, Rekless Love, Nestor, The Warning e Chez Kane

MR.it: Il vostro sogno segreto come Band / Artisti?
DAVE: Il nostro sogno sarebbe di riuscire a vivere totalmente la nostra passione nel creare musica insieme, farla conoscere anche ai giovani e soprattutto nel nostro paese dove sta mancando un po’ la curiosità di conoscere le nostre realta’…poi un tour in Giappone non ci dispiacerebbe affatto!

SALUTI!

TUTTI: Grazie a tutto lo staff di MelodicRock.it per lo spazio che avete concesso alla band e per portare avanti la scena del Melodic Rock, con grande passione e competenza.

MR.it: Grazie ragazzi per il tempo che ci avete dedicato e speriamo ci siano presto possibilità di incontrarci sotto ad un palco!

 

Se volete saperne di più su Bushido (The Way of The Warrior):

Perfect View: la band italiana annuncia la Rock Opera Bushido

Perfect View: comunicato stampa della band con aggiornamenti sulla release di Bushido.

 

Qui sotto il primo singolo “Compassion” tratto da Bushido (The Way of The Warrior)

 

 

 

 

 

 

 

BAD BONES live @ Punka Rolla Vol.3 (Caramagna Piemonte) – 15/04/2023

Serata atipica per il sottoscritto quella del Punka Rolla Vol.3 in quel di Caramagna Piemonte. Organizzata da dei giovani Punk Rocker della zona l’evento porterà sul palco tanto trash metal e in chiusura una ventata di sano hard rock stradaiolo con i nostrani BAD BONES.
Neanche da dire ma noi eravamo li più che altro per i Bad Bones ma nonostante questo, e non essendo io particolarmente amante del genere, ho comunque apprezzato in apertura band valide come ALLTHENIKO, LILITH LEGACY e ALCHEMIST.

Se Alchemist e Alltheniko hanno già il loro bel seguito mi ha soprattutto galvanizzato la presenza di una band di giovanissimi come i Lilith Legacy, dediti ad un trash metal spinto. Oltre a questo molti ragazzi giovanissimi anche nel pubblico! C’è ancora speranza gente!

Andiamo però diretti a quello che per noi è il clou della serata, i BAD BONES! Tornati ad essere un power trio come agli esordi, anzi la formazione è proprio quella degli esordi, i nostri perdono per strada ogni velleità più “soft” che in parte contraddistingueva gli album Demolition Derby (2016) e High Roller (2018) e tornano a quell’hard rock sporco e stradaiolo dei loro primi passi.

CHE BOTTA GENTE! Se su disco i BAD BONES possono dire la loro (ascoltatevi il loro ultimo album Hasta el Final, qui la nostra recensione) è sul palco che questi ragazzacci sono destinati a stare. Storie di vita da band underground si fondono nel sound di questi tre amici indemoniati. La sezione ritmica composta dai fratelli Steve (basso) e Lele (batteria) Balocco supporta l’istrionico Mekk (voce e chitarra) in un turbinio di storie e racconti che fanno da intermezzo ad una svalangata di note Hard Rock / Blues sporche e grezze che vengono lanciate in faccia al pubblico con sicurezza e perizia che solo chi sale e scende perennemente da un palco è in grado di fare.

Lo show è assicurato e l’alchimia della band è di quelle che si scrivono macinando chilometri di vita e strada insieme! Lo spettacolo da ampia visibilità ai pezzi dell’ultimo album inserendo alcune cover e piccole chicche dal passato della band!

Quando finisce uno show dei BAD BONES ti senti dentro più sporco, meschino e cattivo ma dannatamente più sincero con te stesso! Quello dei Bad Bones è un vero spettacolo di Note e Storie di Vita che vale la pena vedere! Hasta El Final Gente!

ROCK IN FLAMES Festival 2023

Torna il ROCK IN FLAMES Festival per la sua V edizione organizzato dalla Shake Me Records Events.

L’evento si terrà a Salerno presso il Centro Sociale in Via Guido Vestuti il 29 Aprile 2023 con apertura porte previsto per le 21:00.

Sul palco si alterneranno Shake Me – Psycho Jungle – Hydrokina e il main event della serata sarà MICHELE LUPPI (Whitesnake).

Qui di seguito la locandina dell’evento:

Bad Bones – Hasta El Final! – Recensione

Ritorno al passato per i Bad Bones che dopo la dipartita del cantante Max e del chitarrista Sergio “SerJoe” Aschieris (ora nella band di Enrico Ruggieri) recuperano il veccho cantante e chitarrista Mekk Borra!
Ritorno al passato anche nel sound, perchè se con gli ultimi due album si era presa una strada dal tratto più soft, levigato e radiofonico qui si torna su quello che è il cuore pulsante dell’anima della band di questi tre amici. Così i due fratelli fondatori Steve Balocco (basso) e Lele Balocco (batteria) riunendo le forze con Mekk riportano il sound della band a quel “rumore” stradaiolo e polveroso da power trio debitore a gente come i Motörhead!

Otto pezzi quindi che piazzano cazzotti a destra e sinistra e si parte subito in territorio caro al buon vecchio Lemmy (R.i.p. \m/) con Bandits. Cattivo, sporco e grezzo ci introduce alla successiva e politically scorrect Behind The Liar’s Eye. Bella l’anima blues di Rattlesnake… però a questo punto i nostri mostrano di non voler comunque rinnegare il loro recente passato e con un colpo da maetro piazzano una radiofonica Wanderers & Saints. Che gran pezzo gente, da brividi lungo la schiena per noi vecchi Rocker Romantici e Noltalgici ma con ancora l’Anima che brucia per la musica!
Gretto e cattivo arriva Sand on My Teeth a cui segue un vero manifesto alla libertà come appunto è Libertad! Ultima dose Hard Rock nelle vene con To Kill Somebody e Home!

Cazzo che disco diretto e sincero che piazzano i Bad Bones. Pochi pezzi, pochi cazzi e tanta voglia di fare una musica che amano, e se ci metti l’anima, anche noi non possiamo che innamorarci un po’ del sound di questi ragazzi cresciuti a pane e hard rock sporco e cattivo!

Thomas Lassar – From Now On – Recensione

Se siete amanti dell’AOR sicuramente il nome Thomas Lassar vi suonerà quantomeno familiare, in caso contrario non c’è problema, sono qui io per parlarvi di Mr. Lassar!
Un passato con gli svedesi Crystal Blue, quelli di quel gioiellino di Caught In A Game (1994), in cui nei primi album appare come tastierista e corista per diventarne anche voce con l’album Detour (2003). Oltre ai Crystal Blue lo troviamo anche come tastierista con i Last Autumn Dream di ‘II’ ed infine presterà la sua voce anche al progetto Charming Grace del nostro Pierpaolo “Zorro” Monti sul brano Still Dreamin’.

Non proprio un novellino che si presta qui però al suo primo grande salto nel vuoto da solista con questo album a titolo From Now On! Titolo che risuona anche come una dichiarazione d’intenti per il futuro. Accasato alla corte della Burning Minds di Stefano Gottardi e di, non per caso, Pierpalo “Zorro” Monti, cosa ci propone allora il nostro Lassar in questa sua prima corsa in solitaria?

Niente di nuovo in realtà per chi ha l’orecchio “abituato” all’AOR, e sinceramente neanche me lo sarei aspettato. Però quello che c’è in questo From Now On è sicuramente una cura “rassicurante” per gli AORSTER incalliti. Pezzi orecchiabilissimi, un bel sound brillante con il giusto grado di bombasticità dosato per non strafare e soprattutto un tappeto di buona musica disegnato dalla voce delicata e piacevole di Thomas!
Tre pezzi dal tiro classicissimo come When My Ship Comes In, Losing Faith, Whatever I Do mettono subito a proprio agio l’ascoltatore per poi buttarlo nella più ricercata In Control, che tra cori, controcori e tastiere raffinate mette a segno un sicuro punto sulla qualità di questo lavoro. Delicatissima Back Where I Started che sigla la prima metà di questo lavoro.
Messa in tasca in maniera positiva, sia nostra che per Lassar, la prima metà di questo From Now On non resta che fiondarsi nel garbo e nella grazia della seconda parte. Già, grazia, garbo e delicatezza, perchè è questo alla fine che ritroverete in questo From Now On, anche quando la chitarra accenna qualche riff più spinto come in The Beginning of the End.
Se vi state chiedendo che fine abbia fatto in un album come questo il pezzo ultra catchy ecco che vi arriva in risposta The Only One! Ora è tutta una rincorsa in discesa da godersi sulle note di Turn Back Time e Take Me Higher per arrivare a chiudere in assoluta delicatezza sulle note del piano di From Now On.

Un album che in alcuni passaggi mi ha riportato alla mente i REO Speedwagon, e già questo è nettamente un buon segno! AOR, nient’altro che AOR quello che troverete in questo From Now On… ma come diceva un amico, c’è AOR e AOR e questo è di quello buono, da tutti i punti di vista da cui lo si guardi!

Elektradrive – a Torino un concerto evento con la line up originale per i 40 anni della band!

Segnatevi data e luogo: 23 giugno 2023 – Mc Ryan’s (Viale Europa 60 Moncalieri, Torino)

Gli storici Elektradive si esibiranno per un concerto evento in formazione originale per festeggiare i 40 anni di carriera della Band! Per gli amanti del grande AOR un evento imperdibile!

Per l’occasione saliranno sul palco:

Elio Maugeri: voce, chitarra ritmica
Simone Falovo: chitarre, cori
Stefano Turolla: basso, cori
Alex Jorio: batteria, cori
Eugenio Manassero: tastiere, cori

e suoneranno pezzi da:

1984 – Smoko Records single
1986 – Over the space – debut album
1989 – DUE
1993 – Big city
2009 – Living 4
also one of the first songs from Overdrive times!

LeBrock – Gone (EP) – recensione

Un nuovo EP per gli inglesi LeBrock. Dopo l’uscita del full lenght Fuse (2021), che seguiva i due bellissimi EP Action & Romance (2016) e Real Thing (2018), ma che mancava forse di centrare completamente il colpo, quella che è la Band che fa da miglior unione tra il nuovo filone del Retro Sinthwave e l’AOR più radiofonico ci riprova con un EP che raccoglie gli ultimi singoli usciti… ed il centro questa volta è totale!

Cosa è mancato a Fuse? L’Urgenza!
Quell’urgenza nel sound firmato dal chitarrista e produttore Michael Meadows e quell’urgenza data dalla voce (splendida) di Shaun Phillips. Il resto era tutto li, il sinth, il suono pulito e brillante al neon che tanto fa anni’80, quel revival non anacronistico… eppure a Fuse mancava l’urgenza!

Urgenza che ritroviamo in questo Gone e che riporta i LeBrock ai fasti di Action & Romance con pezzi che sono vere cavalcate radiofoniche. Si vola subito sulle note di Running Wild e quel brivido di adrenalina che la musica a firma LeBrock regala scorre lungo ogni singolo nervo del corpo e risulta da subito impossibile non intonare a piena voce il suo ritornello.
Chemistry è sognante desiderio che vibra sulle note della chitarra mentre See Me è manifesto di quell’urgenza di cui parlavamo in intro di recensione! Can’t Breathe è il pezzo più easy e radiofonico e Gone è l’ennesima medaglia al petto di una delle band più interessanti degli ultimi anni.

Un EP, 5 soli pezzi, eppure il valore totale del lotto proposto è talmente alto che non serve neanche spendere ulteriori parole in proposito! Fatelo vostro!

Secret – Stop This World – Recensione

Ci sono coppie che funzionano. Nella vita, al cinema e anche nella musica. Se si parla di Melodic Rock il duo spagnolo Jesús Espín (voce) e Iván González (chitarra) sicuramente è una garanzia ed una di quelle coppie che insieme sembra non sbagliare un colpo.
Conosciuti principalmente per la militanza nella bella melodic rock band 91 Suite (qui la recensione del loro ultimo lavoro) i nostri portano anche avanti un progetto parallelo a nome Secret in cui si permettono qualche sperimentazione in più. Senza quindi snaturare il loro “sound madre” con radici che affondano nel melodic rock, con i Secret, Jesús ed Iván innestano varie influenze che vanno dal pop al country confezionando un album vario che se proprio vogliamo delimitare in uno stile potremo definire “soft rock”.
Jon Bon Jovi nella sua veste solista, Richard Marx, qualcosa di Brian Adams e dello splendido progetto country rock Darkhorse di Paul Laine. Questo è tutto quello che possiamo trovare nei 10 brani che compongono questo bel lavoro a firma Secret!

La voce di Jesús Espín, che si avvicina per intonazione e stile al Jon Bon Jovi solista e di These Days, è un bel biglietto da vista che introduce l’album sulle note dal tratto country rock di Stop This World, impreziosita dalla collaborazione con Carolina Reymundo.
Classico melodic rock spaccacuori radiofonico per la successiva Until it’s over. Ritornello ultra catchy da cantare a squarciagola. Tre pezzi, tre centri, infatti anche il pop/rock della successiva Where do we go from here non sbaglia il colpo.
Nothing to say, impreziosito da un bel video, è un piccolo gioiellino confezionato con cura. Say a Prayer è la ballatona stile rock country del lotto, emozionante e con una prova dei due portabandiera del progetto veramente di alto livello.
Si gioca in casa per un pezzo alla 91 Suite con la successiva If only for one night mentre New life è forse il pezzo dal taglio più moderno del lotto. Carina la cover di Dressed for success, anche se l’originale resta irraggiungibile. Comunque un bell’omaggio alla memoria di Marie Fredriksson.
Classe da vendere sul lento Everything is gone mentre si chiude sulle note scanzonate di Take it Easy.

Viene da chiedersi come mai una voce come quella di Jesús Espín non sia poi così conosciuta! Splendida a dir poco. A questo aggiungiamo il “tocco” (che pochi chitarristi possono vantare) nelle mani di Iván González e soprattutto 10 pezzi curati, vari e di facile ascolto che meriterebbero di portare questo Stop This World a svettare nelle classifiche che contano.
Un titolo da tenere a mente nelle top 10 di fine anno e un sicuro acquisto per chi ama il rock più easy!

Demon’s Down – I Stand – Recensione

Hard Rock massiccio dal tratto melodico per i Demons Down. Uno dei nuovi progetti a firma Frontiers Music che  questa volta mette insieme   la voce di James Robledo (Sinner’s Blood, Solista) con i chitarristi Francesco Savino (False Memories) ed il più noto Jimi Bell (House of Lords, Autograph), oltre al batterista Ken Mary (ex-House of Lords, Alice Cooper, Fifth Angel, etc.) e al bassista Chuck Wright (Quiet Riot, bass, ex-House of Lords, etc.).

Nomi importanti, una gran bella voce a tenere le fila e dei pezzi che viaggiano in coppia sulle montagne russe. La tracklist infatti alterna pezzi buoni e di livello ad altri più anonimi.

Si parte con una prima marcia da passeggio. Così, anche se I Stand richiama gli ultimi House of Lords e Disappear ha un piglio spinto e roccioso, è solo con Down in a Hole che si comincia veramente a viaggiare a ritmi sostenuti. Un bel tappeto di tastiere lancia una chitarra affettata e una voce “Jorn style”. Centro anche per la successiva On My Way To You con un intro che ricorda Mother Love dei Queen.
Si cala un po’ con Where Will Our Tears Fall e Book of Love, lontani dall’essere brutti pezzi ma che ricordano brani già sentiti in questo genere.
Hard Rock bello roccioso per la successiva Stranded in The Middle Of Nowhere e si incasella anche un altro bel brano con Follow Me, impreziosito da tastiere di livello e un’ottima prova vocale di Robledo. Bel brano hard rock melodico è anche la successiva To The Edge Of The World. Search Over The Horizon e Only The Brave chiudono degnamente, ma senza scossoni, un lavoro che piazza alcuni buoni colpi, dimostrando che la band sa il fatto suo e può funzionare, ma che si alterna a brani nettamente più anonimi e che scivolano senza riuscire ad incidere il loro segno nell’orecchio dell’ascoltatore.

Una buona prima uscita a cui manca però il balzo verso la vetta!