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Recensione

79/100

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Houston – IV – Recensione

08 Ottobre 2021 5 Commenti Vittorio Mortara

genere: Aor
anno: 2021
etichetta: Frontiers

Tracklist:

She Is The Night

You're Still The Woman

Hero

A Lifetime In A Moment

Heartbreaker

Storyteller

Heart Of A Warrior

Until The Morning Comes

I Will Not Give In To Despair

Such Is Love

Into Thin Air

Formazione:

Hank Erix - Vocals

Carl Hammar - Guitars

Soufian Ma’Aoui - Bass

Richard Hamilton - Keyboards

Oscar Lundström – Drums

 

Giungono al quarto disco (più due di covers) gli svedesi Houston, da sempre portabandiera di un AOR dalle
tinte classiche, suonato da musicisti dalle doti tecniche più che buone e capaci di un songwriting piuttosto
vario ed efficace. Ed anche in questo IV ritroviamo tutti gli ingredienti che hanno reso piacevoli i suoi
predecessori. Certo, è inutile aspettarsi chissà quale innovazione: qui non troverete nessuna concessione al
modernismo né alcun indurimento del sound. Però vi assicuro che l’album scorre via che è una bellezza, pur
non contenendo alcun singolo bombastico. E vi dirò di più: la vostra opinione sulla qualità aumenterà di
ascolto in ascolto! Hank Erix non è un superdotato delle corde vocali: la sua voce si appiattisce un poco sulle
tonalità più acute, ma risulta sempre gradevole nell’ interpretazione. Carl Hammar ha buon gusto negli assoli
e divide volentieri la scena con l’ottimo Richard Hamilton, emulo di Jonathan Cain alle tastiere. La sezione
ritmica tiene il passo. La produzione made in Frontiers è al livello delle altre uscite per la stessa etichetta,
anche se, devo dire, la differenza con quanto ascoltato sull’ ultimo Night Ranger si sente.

Passando ai brani, un’intro alla Jean Michel Jarre fa partire “She is the night” evocando un’atmosfera da
poliziesco anni 90 estremamente coinvolgente, per poi lasciare il passo al singolo apripista “You’re still the
woman”, AOR ultraclassico interpretato alla perfezione dall’ intera band. “Hero” prende spunto dai migliori
Survivor, edulcorando leggermente la formula originale e piazzando un ottimo refrain. Kenny Loggins,
invece, fa capolino nel ritmo spedito di “Lifetime In A Moment” ed il miglior Robert Tepper viene omaggiato
in “Heartbreaker”. Se proprio vogliamo cercare tracce dell’AOR anni 2000, allora forse le possiamo scorgere
in “Hero” e nella sua struttura riconducibile al viking-rock dei maestri Eclipse e One Desire. Ma subito dopo
si torna a 30 anni fa con “Heart Of A Warrior”, bel pezzo influenzato ancora una volta a Foreigner e Survivor.
“Until The Morning Comes” va crescendo ed aumentando il pathos fino all’azzeccato ritornello. “I Will Not
Give In To Dispair” sembra estrapolata dal repertorio degli Age Of Reflection e pertanto non è uno dei miei
pezzi preferiti. Per me il top è la successiva “Such is love”, up tempo che richiama “Heartless” di Aldo Nova e
ti spara una bella dose di adrenalina in vena! Chiude “Into Thin Air”, vagamente bonjoviana, bellissima
canzone di AOR tanto canonico quanto emozionante.

Per concludere, questi Houston a mio giudizio sono un ottimo acquisto per la nostra Frontiers, tanto che li
metterei fra le punte di diamante delle nuove leve! Accostatevi all’ album senza aspettative di ritornelli ultra
catchy o di spunti originali tendenti al moderno, e vedrete che non rimarrete delusi. Coglierete, ascolto
dopo ascolto, le influenze e riferimenti a mille band storiche, la cura negli arrangiamenti ed il gusto dei
musicisti. E poi, se già non li avete, procuratevi anche i precedenti tre album che, vi garantisco, valgono
assolutamente la pena!

Bravi Houston, e grazie perché ci ricordate ogni volta quanto è sempre stata bella la nostra musica!

© 2021, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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