LOGIN UTENTE

Ricordami

Registrati a MelodicRock.it

Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.

effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!

Recensione

78/100

Video

Pubblicità

Newman – Ignition – recensione

12 Ottobre 2020 2 Commenti Paolo Paganini

genere: AOR
anno: 2020
etichetta: AOR HEaven

Tracklist:

1. End Of The Road
2. Chasing Midnight
3. Ignition
4. Worth Dying For
5. To Go on Loving You
6. Moving Target
7. Last Chance
8. Life In The Underground
9. Wild Child
10. Promise Me
11. The Island
12. Welcome To The Rush

Formazione:

Steve Newman: (Voce, chitarra, tastiere)
Rob McEwen: (batteria, percussioni)
Dave Bartlett: cori in “End Of The Road”, “Ignition” e “Moving Target”
Mark Thompson-Smith: cori in “Worth Dying For” e “Welcome To The Rush”

 

Agli appassionati di AOR il nome Newman non suonerà certo come una novità. Sono oltre vent’anni infatti che il compositore inglese calca le scene del nostro genere preferito, deliziandoci ogni volta con dischi di pregevole fattura. E’ il caso anche dell’ultimo arrivato Ignition lavoro che si muove con disinvoltura tra poro AOR d’annata e venature hard rock di fine anni 70. La carica la suona “End Of The Road” il cui intreccio chitarristico mi riporta alla mente il geniale Mike Slamer.

Il ritornello di “Chasing Midnightr” è ruffianamente ottantiano mentre le tastiere alla Miami Sond Machine della title track spiazzano e deludono un po’ allo stesso tempo. Fin dall’inizio si avverte che il vero punto debole del disco sono i suoni; troppo plafonate le chitarre e poco incisiva la batteria che sa di drum machine. Peccato perché lo slancio di brani quali “Worth Dying For” e “Moving Target” viene parzialmente smorzato. “Last Chance” è uno dei pezzi più AOR-oriented ed il risultato premia i Newman ponendolo tra i momenti migliori dell’album. “Life In The Underground”, “Promise Me” e “The Island” profumano di Toto e Journey messi insieme mentre un piccolo passaggio a vuoto si registra con l’anonima “Wild Child”. In chiusura la rampante “Welcome To The Rush” vicina agli Steelhose Lane dell’esordio.

IN CONCLUSIONE

Un lavoro penalizzato da una produzione non proprio brillante e ciò nonostante capace di catturare l’attenzione degli amanti dell’AOR più puro ed incontaminato.

© 2020, Paolo Paganini. All rights reserved.

Print Friendly, PDF & Email

Ultime Recensioni

Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli

2
0
Would love your thoughts, please comment.x