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Recensione

72/100

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Walk On Fire – Mind Over Matter – Recensione

05 Giugno 2017 12 Commenti Nico D'andrea

genere: AOR
anno: 2017
etichetta: Escape Music

Tracklist:

1. Mind Over Matter
2. Spinning Wheel
3. Pleasure of Pain
4. Reign Down
5. Long Live Love
6. Save Your Lies (We've had Enough)
7. Wicked
8. Bad Attitude
9. Madhouse
10. Big Gun
11. Price of Love
12. Drag me Down
13. Colour of Blood

Formazione:

Alan King - Voce e Cori
Dave Cairns - Tastiere e Chitarre
Mike Casswell - Chitarre
Trevor Thornton - Batteria
Phil Williams - Basso

Ospiti:

Richard Cottle - Tastiere e Programming

Contatti:

www.escape-music.com

 

Se avrete la bontà di arrivare alla fine di questa recensione capirete come il punteggio che ho dovuto ad assegnare a questo album, abbia poco a che vedere con l’effettiva qualità delle composizioni…ma andiamo per ordine :

Il gradito ritorno degli inglesi Walk On Fire , porta ancora oggi in dote la fama da culto di cui  gode l’album di debutto Blind Faith (MCA 1989)…ma non basta.
Sotto il monicker Walk On Fire si celano infatti i nomi di alcuni musicisti capaci di vantare collaborazioni e militanze con artisti del calibro di Asia, Bryan May, Keith Emerson ecc.

Beh…un simile pedigree non tradisce minimamente le attese, quando la lente attenta del recensore meticoloso si sofferma sulla voce “arrangiamenti e songwriting”.
Pleasure Of Pain, Reign Down, Long Live Love e The Price Of Love sono senza mezzi termini delle vere e proprie gemme AOR.
I pezzi in questione in particolare sono sostenuti da arrangiamenti di prim’ordine, impreziositi da linee melodiche avvolgenti e mai banali.
Il tocco definitivo è offerto dall’avvincente infusione di synth e programming accreditati al noto tastierista Richard Cottle (David Bowie, Seal).

Il sound proposto dal combo britannico è comunque un guitar-oriented AOR assimilabile ai Foreigner più “tecnologici” di Inside Information ed in parte al loro big seller Agent Provocateur.
Per togliere quel pizzico di irriverenza mista a scalpore che un simile paragone potrebbe generare, è però giusto precisare che il suono del disco non beneficia del trattamento e delle attenzioni di un Frank Filipetti o di un Mick Jones…tutt’altro.

Mind Over Matter è a tutti gli effetti una pubblicazione postuma di 13 tracce, risalenti con ogni probabilità alle sessioni effettuate ai tempi del primo album in studio.
La sensazione è infatti quella di trovarsi di fronte a delle registrazioni con un’ottimo lavoro di pre-produzione ma prive di quelle rifiniture capaci di esaltare un disco AOR degno di tal nome.

A patirne meno è l’ottimo vocalist Alan King , con il suo timbro pacato ma graffiante a metà strada tra i Paul Sabu e Sammy Hagar d’annata.
Peccato…Immagino solo come sarebbe suonato il disco se affidato alle mani di un Daniel Flores (tanto per rimanere con i piedi per terra) versione ultimo Jim Jidhead.

La bontà di gran parte dei pezzi avrebbe senza dubbio meritato un punch ed una consistenza nei suoni decisamente più adeguata, in luogo del mixaggio debole e piatto che ha finito per penalizzare oltre misura il lavoro.

Poco male per chi non ha molto a cuore produzione od amenità simili ma ha invece orecchi solo per melodie e belle canzoni (e qui ci sono tutte).
Per questi Mind Over Matter sarà obiettivamente un must da inserire nelle top list di fine anno.
Per i più esigenti rimarrà un ascolto estivo con casse Bluetooth, da tenere lontano dai propri costosi impianti Hi-Fi.

CONCLUSIONE

Onore al merito alla Escape Music per aver recuperato una manciata di canzoni che, se pubblicate in tempi non sospetti, sarebbe potuto entrare nella storia dell’AOR.
La produzione di livello inadeguato ne abbassa però la valutazione finale di almeno 20 punti, con il rischio di relegare un potenziale Top album ad un’ingiusto quanto inevitabile anonimato.

© 2017, Nico D’andrea. All rights reserved.

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