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Frontiers Rock Festival IV – 28/29/30 aprile 2017 – live report

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Frontiers Rock Festival IV – 28/29/30 aprile 2017 – live report

10 Giugno 2017 11 Commenti Denis Abello

Quarta edizione… e se già le premesse erano di un’edizione che puntava in alto possiamo ora dire con certezza che tra sorprese, scoperte e qualche piccola delusione il carrozzone del Frontiers Rock Festival ha portato a casa forse una delle sue migliori edizioni.
Bands e organizzazione a parte, e come se ce ne fosse ancora bisogno, il Frontiers si conferma anche come il punto d’incontro centrale e più importante dell’anno tra tutti gli appassionati di AOR, Melodic Rock e Hard Rock italiani e come vero polo d’attrazione per molti fans stranieri, ancora una volta accorsi in massa (e aimè ancora una volta in numero quasi maggiore degli italiani) per questo evento che consolida la sua ormai rinomata fama a livello internazionale…
… ma bando ai convenevoli e partiamo per questo lungo resoconto che per noi parte la sera del 28 aprile con lo speciale show acustico che da tre anni a questa parte viene offerto dalla Frontiers come “benvenuto” ai possessori del VIP Ticket!

Live report a cura di Denis abello
Tutte le foto a cura di Monica Manghi eccetto serata acustica e Palace a cura di Denis Abello

VENERDI’ 28 APRILE – Acoustic Show

NANA ONLUS

La serata acustica inizia con un salto nel… sociale! Infatti da alcuni anni la Frontiers Music nella persona di Serafino Perugino si è impegnata nel progetto “NANA Music” legato all’associazione NANA Onlus, associazione nata in memoria di Francesca Martini, ragazzina di 14 anni mancata per una malattia incurabile.
Da qui l’idea del Presidente di Frontiers di legare l’associazione ad un progetto musicale che permette a ragazzi svantaggiati di poter seguire un corso di tre anni che gli permetterà di ricevere un diploma dalla prestigiosa Rock School of London… e l’arduo onere ed onore di aprire le danze di questa edizione spetta proprio ai primi due vincitori di questa borsa di studio… Raul Manalo, chitarrista di 17 anni, e Hellison Fabri, voce di 15 anni.
L’emozione gioca qualche colpo mancino alla comunque brava Hellison Fabri mentre Raul Manalo dimostra subito una bravura ed un talento alla chitarra che speriamo possa solo crescere con il tempo. Non poteva esserci inizio migliore e applausi alla Frontiers e all’Associazione NANA Onlus per questa iniziativa!

PALACE

Michael Palace aveva già fatto la sua presenza al Frontiers come bassista lo scorso anno con i Find Me (con il fenomenale La Blanc alla voce) e quest’anno si ripresenta con la sua band Palace. Sul palco con il chitarrista Rick Digorio il buon Michael piazza alcuni “strilli” che forse avrebbero già dovuto far intuire come sarebbe andata il giorno seguente. In realtà in acustico Palace e Digorio se la cavano portando comunque a casa un’esibizione accettabile… vedremo che in “elettrico” andrà molto… ma molto peggio…

MILJENKO MATIJEVIC (Steelheart)

Qui Signori sulla prestazione vocale non si discute… Matijevic sale sul palco con quel suo fare un po’ arrogante che ad un primo approccio lo fa subito passare per antipatico ma quando apre bocca siede tutti. Esibizione sentita, la bravura ed il talento sono innegabili, servirebbe forse solo qualche sorriso in più e un fare un po’ più terra a terra (imparare da Deen Castronovo?)… ma lo perdoniamo, anche per il chitarrista ubriaco che si porta appresso! 😀

REVOLUTION SAINTS

Primissima assoluta per i Revolution Saints con un “battesimo” acustico… Splendidi, vedere poi il nostro Alessandro Del Vecchio vicino a gente come Jack Blades, Deen Castronovo e Doug Aldrich rende innegabilmente fieri della nostra bandiera italiana. A loro agio, Artisti navigati, mettono insieme uno show emozionante e ricco di momenti che fanno battere il cuore prendendo dal repertorio dei Revolution Saints ma giocandosi anche alcune carte a sorpresa… High Enough dei Damn Yankees, così giusto per gradire…

TYKETTO (non previsti)

Volete capire l’atmosfera che si respira negli acustici del Frontiers Rock Festival? Bene… chiedete ai Tyketto che, pur non previsti in scaletta ma inebriati dalla serata, hanno chiesto la possibilità di salire sul palco per piazzere tre pezzi dal loro repertorio… risultato… Splendidi e sorpresa che il pubblico ha gradito parecchio!

JIM PETERIK (Pride of Lions, Survivor, Ides of March)

La Rockstar, dove c’è Peterik l’aria profuma di quel senso assoluto di Golden Era dell’AOR… un signore su e giù dal palco che in questa venuta più intima rispetto alla prima calata italiaca con i suoi Pride of Lions trova il tempo per infarcire il suo Magistrale show con aneddoti e racconti tratti dalla sua lunga carriera… il raccondo della telefonata con Sly (Sylvester Stallone) entrerà di diritto negli annali del Festival.
Che dire… se il Festival finisse qua ci sarebbe già di che esserne più che soddisfatti!

SABATO 29 APRILE – Day 01

PALACE

Cos’ha di positivo l’esibizione dei Palace? Che forse per la prima volta il Live è già quasi pieno al primo gruppo che apre il Festival… e cos’ha di negativo? Aspettate, avete tempo mezza giornata per leggervi la risposta? Allora, per farla breve, erano uno dei gruppi che sinceramente più attendevo avendo divorato il loro disco di esordio… in più lo scorso anno con i Find Me Michael Palace aveva dimostrato di essere un ottimo artista… e allora?
Allora qualcosa a questo giro deve essere andato storto… Michael canta molto male (leggende dicono che sui suoi “acuti” più di un pollaio nei dintorni di Trezzo abbia risposto a tono), la band è disorganizzata e poco amalgamata e il tutto sa veramente di raffazzonato… un vero peccato e speriamo che si sia solo trattata di una brutta giornata, cosa che purtroppo può capitare.

ONE DESIRE

Un po’ temevo anche per i One Desire dopo la delusione dei Palace… invece il gruppo dimostra di esserci. Paga un po’ di inesperienza e i pochi live fatti insieme, il che rende forse un po’ meno coesa la loro esibizione, ma la band funziona e dopo il primo pezzo mostra già di saper aggiustare il tiro. Andrée Linmann dimostra di avere la stessa bella voce che ci ha regalato su disco, anche se furbescamente si tiene qui un pelo più basso, ed il resto della band lo segue in bravura e cerca già da subito di diventare parte attiva dello show.
Possono solo crescere e meritano di poterlo fare calcando molti palchi. Mi sono piaciuti, una bella conferma anche live dopo l’ottima figura fatta su disco!

CRAZY LIXX

La cannonata Crazy Lixx… non deludono mai. Potremo chiuderla qui, ma il gruppo Svedese merita ben più di poche righe. I nuovi innesti alla chitarra funzionano e, oltre che su disco, donano movimento e grinta anche in sede live. I pezzi ci sono, la carica della band anche… successo assicurato! Sempre un’ottima band da vedere su di un palco!

ECLIPSE

Eroi! Amati in Italia come poche altre band di questo genere… Erik Martensson e soci mostrano i muscoli con uno spettacolo adrenalinico, esaltante e coinvolgente. Mi sono piaciuti? Si, tantissimo… e non vedo l’ora di rivederli! Questi hanno tutto, carisma, talento, una vagonata di pezzi cuciti apposta per la dimensione live (che per capirci sono quelli da pugnetto al cielo e un sacco di whooooo ho ho) e ormai a Trezzo sono più conosciuti del parroco tanto sono di casa al Frontiers Rock Festival (terza edizione per loro)! Trionfanti!
Aggiungiamo poi il duetto inaspettato tra Erik ed il nostro Michele Luppi (Whitesnake, Los Angeles, Secret Sphere…)

REVOLUTION SAINTS

Un inizio travagliato causa qualche problema al microfono di Deen e un po’ poca empatia iniziale tra i componenti della band non fermano questa splendida realtà… che in brevissimo recupera il gap tecnico e trova il giusto movimento per portare in scena, dopo la serata acustica, un’altra prestazione emozionante.
Era lecito aspettarsi tanto da questa band e così è stato, con ancora una volta un perfetto Alessando Del Vecchio che ormai a fianco di nomi “pesanti” del nostro amato genere cammina a testa alta! A mio parere le possibilità di questa band a livello live sono immense e la speranza è che possano suonare sempre più spesso in modo da trovare quell’assoluto bilanciamento sul palco tra i suoi componenti che potrebbe rendere i Revolution Saints sicuramente una delle band più spettacolari da vedere su di un palco! Setlist giocata nella prima parte sul repertorio Revolution Saints e in chiusura su cover di valore quali Love Will Set You Free (Whitesnake), Coming of Age (Damn Yankees) e Higher Place(Journey).

TYKETTO

Macchine da Live! Sanno cosa devono fare, sanno come lo devono fare, hanno i mezzi per farlo (leggasi bravura, tecnica e pezzi) e soprattutto lo sanno fare. Vincitori assoluti per chi scrive della prima giornata del Frontiers Rock Festival. Sparano tutto “Don’t Come Easy”, album storico per gli amanti del genere e fanno sobbazare i cuori su pezzi come Lay Your Body Down, Wings, Standing Alone e l’evergreen Forever Young!
Il pubblico è tutto dalla loro, Danny Vaughn è un vero e proprio animale da palco che salta da una parte all’altra e che mostra una vocalità ancora sorprendente! Vincitori Assoluti di un primo giorno che partito stentato si è risollevato con una caratura notevole!

STEELHEART

Non avrei voluto essere nei panni della band che sarebbe salita sul palco dopo l’esibizione dei Tyketto! Il compito tocca agli Steeelheart che a onor del vero portano sul palco un discreto show che però non raggiunge assolutamente le vette toccate dai Tyketto.
Sarà lo stile rabbioso e metallico molto anni ’90 con cui suonano i pezzi (anche quelli dell’era più “hair”), sarà l’apparenza arrogante che si porta dietro Matijevic ma la band non riesce a conquistare e a portare dalla sua l’interezza del pubblico in sala… e non basta neanche il comunque apprezzabile tentativo di movimentare il tutto da parte di Matijevic salendo a cantare sul bancone del bar del Live Club! Si parte carichi con due pezzi degli Steel Dragon tratti dal film Rockstar, si continua su una scaletta altalenante ma comunque apprezzabile e si arriva a sentire il calore del pubblico solo sulle note di We All Die Young durante l’encore…
… menzione a parte per il tarantola Bassista che continuerà a saltellare esagitato anche nella consueta festa in hotel del dopo festival!


DOMENICA 30 APRILE – Day 02

CRUZH

Ammettiamolo… ci andava poco a iniziare meglio del primo giorno. I Cruzh per fortuna danno lo start al day 2 con carattere e convinzione con un “sostituto” alla voce come Philip Lindstrand (anche lui visto lo scorso anno in veste di chitarrista dei Find Me) che ben si adatta alla band!
I pezzi dell’album di debutto vengono rivitalizzati da un approccio più energico che su disco, tutto a favore di uno spettacolo sicuramente più galvanizzante e coinvolgente! I Cruzh ne escono quindi bene e danno il via nel modo giusto a qquesto intenso secondo giorno.

LIONVILLE

Devo dirlo… non sapevo cosa aspettarmi… ho amato i Lionville su disco e questo non si può negare… ma dal vivo? Per di più con una band stravolta rispetto ai primi due album (nel terzo restano solo il mastermind Stefano Lionetti e la splendida voce di Lars Safsund) che vede tra le sue fila gente che finora non aveva mai praticamente messo “note” nel melodic rock e AOR.
Invece mi sono trovato a vedere ed ascoltare una delle migliori esibizioni del festival con un Lars grandioso alla voce e sul piano scenico, uno Stefano Lionetti che battuta la sua timidezza ha saputo tenere le redini dei Lioville e dulcis in fundo una band veramente di quelle di Talento con una sezione ritmica (Giulio Dagnino al basso e Martino Malacrida alla batteria) precisa, pulita e sicura come il genere proposto dai Lionville richiede per chiudere con un chitarrista dal tocco fine come Michele Cusato.
La sorpresa del Festival! TOP!

ADRENALINE RUSH

Visti al primo Frontiers e rimandati a data da destinarsi causa “acerbità acuta”. Bene, la data da destinarsi è finalmente giunta e gli Adrenaline Rush, con un nuovo album in saccoccia, tornano alla ribalta per la loro seconda venuta in territorio Italiano.
E’ indubbio che la bella Tåve Wanning sappia attirare l’attenzione del pubblico maschile e finalmente sul palco si mostra nettamente meno costruita nelle movenze a tutto vantaggio dello spettacolo generale. La band non è male anche se manca ancora un po’ di coesione tra i singoli elementi. Per il resto però il punto che fa crollare un po’ tutto il castello rimane la voce proprio della front-woman Tåve che non riesce a reggere il palco con nuovamente una prestazione non a livello di quanto finora visto sul palco dei FRF (Palace a parte… 🙂 ). Ancora di più sui nuovi pezzi dal tratto più ruvido e roccioso rispetto ai brani del debutto la voce mostra tutti i suoi limiti.
Peccato, ancora una volta rimandati in attesa di capire se questa band abbia i numeri per sollevarsi e farsi notare oltre la bellezza di Tave.

KEE MARCELLO

Parlando di voci non proprio da Top Act arriva sul palco lo “(Ex) Europe Chitarrista” Kee Marcello che, sarà anche il fatto di esserci appena devastati le orecchie con la voce di Tave, ma risulta meno peggio di quello che ci si poteva aspettare… ed anzi, in sede live riesce a portare a casa una discreta prova vocale che unita al suo stile unico ed inimitabile alla chitarra gli fa giustamente tributare una cascata di applausi, soprattutto nel momento “Europe” dell’esibizione quando passano in sequenza Girl From Lebanon, Superstitious e The Final Countdown.
A parte questo momento va però detto che anche i brani proposti dal recente Scaling Up ben si adattano al palco, e anche se non hanno l’impatto emotivo dei brani citati sopra, riescono comunque a tenere ben salda l’attenzione del pubblico verso la prova di Kee.
Piccola nota di colore: tra il pubblico della serata si aggira un certo Tommy Heart (Fair Warning, Soul Doctor), che si scoprirà in seguito essere qui proprio in virtù di una sua prossima collaborazione con Kee Marcello.

UNRULY CHILD

Uno dei momenti per il sottoscritto più attesi del Festival sta per arrivare… gli Unruly Child prendono posto sul palco. Una larga parte del pubblico è li per loro e si vede, dal parterre si sente il calore che viene riservato ad una quasi intimorita Marcie Free.
Forte anche di questo abbraccio familiare che avvolge il palco l’esibizione degli Unruly Child va in un continuo crescendo. L’occasione poi di ascoltare per intero il primo album è di quelle ghiotte ed il pubblico apprezza la scaletta e man mano che si procede l’elegante Marcie prende sempre più confidenza e le si perdona anche qualche imperfezione ed il notevole cambio della sua voce dai tempi in cui fu Mark Free… ma va detto che resta comunque una voce splendida!
Perdoniamo infine il tablet da cui legge i testi e lo sgabello per riposare… diciamocelo, in fondo alla zia Marcie si perdona praticamente tutto, anche grazie ad una band alle spalle che suona con una bravura ed un talento veramente destinato a poche altre realtà del panorama AOR / Melodic Rock.

L.A. GUNS

… e se abbiamo appena salutato la zia del Festival ecco che arrivano allora i cuginetti teppisti! Gli L.A. Guns salgono sul palco coltello tra i denti ed una carica pazzesca, la band che ha fatto al storia dello street/sleaze rock, finalmente con la formazione unificata che vede i due fondatori storici Phil Lewis e Tracii Guns nuovamente insieme.
La band è nettamente in serata ed in palla, e regala una prestazione magistrale che corre a rotta di collo su pezzi come Electric Gipsy, Over the Edge (con un gran assolo di Tracii), Don’t Look at Me That Way e una Malaria giustamente esaltata dal pubblico.
Per ultime vengono regalate al pubblico la splendida Ballad of Jayne e la schiacciasassi Rip and Tear. Prestazione mostruosa di una band in netto stato di Grazia!

T.N.T.

Adruo compito quello di chiudere un Festival veramente degno di nota e ancora più quello di mantenere vivo l’interesse dopo una prestazione monumentale come quella degli L.A. Guns… ma se ti chiami T.N.T. e ti presenti con alla voce un certo Tony Harnell e per di più festeggi i trent’anni di un album come Tell No Tales sicuramente la cosa non ti fa paura.
Stride un po’ l’immagine “occhiali da sole divo di Hollywood” di Harnell versus la tutina bianca (manco fosse uno degli Angel) di Le Tekro, ma a parte questo la band sicuramente c’è. Poter contare sui pezzi di Tell No Tales è sicuramente un vantaggio non da poco, ma anche il resto della scaletta che ripesca brani di altri album come Intuition, Forever Shine On, la perla Northern Lights cantata con trasporto da Harnell, Listen to Your Heart, 10000 Lovers (In One) ed Everyone’s a Star.
La band dimostra di saperci ancora fare con un Le Tekro sempre pulito e perfetto negli assoli e un Harnell in grado di arrivare ancora in alto… degna conclusione di questo grande Evento.

Cala il sipario su questa quarta edizione del Frontiers Rock Festival che sicuramente sarà ricordata come una delle più riuscite della sua storia!

© 2017, Denis Abello. All rights reserved.

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