LOGIN UTENTE

Ricordami

Registrati a MelodicRock.it

Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.

effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!

Recensione

87/100

Video

Pubblicità

Apollo Under Fire – Apollo Under Fire – Recensione

26 Agosto 2016 1 Commento Iacopo Mezzano

genere: Soft Rock / Melodic Rock
anno: 2016
etichetta: EMP Label Group / SPV

Tracklist:

1. Wings
2. Gotta Believe
3. When It Rains
4. Inside You
5. Refuse
6. One Track Mind
7. Wait
8. Feel Your Love
9. Weightless

Formazione:

Donald Carpenter (Vox)
Peter Klett (Guitar/Vox)
Jimmy Kwong (Guitar)
Tom Costanza (Drums)
Stu Cox (Bass)

Contatti:

http://www.apollounderfireband.com/

 

Gli Apollo Under Fire si definiscono come una band che lotta per esprimere nella musica il proprio essere e la propria anima, andando contro alle usanze di un periodo storico dove si da maggiore importanza all’aspetto esteriore piuttosto che a quello interiore. Nati nel 2013 dall’incontro tra Donald Carpenter (SubmerseD, Eye Empire) e Peter Klett (Candlebox, Lotus Crush), gli AUF completarono la loro formazione l’anno seguente con l’ingresso in gruppo del batterista autodidatta Tom Costanza (Llamabeats), e poi con l’arrivo permanente del chitarrista Jimmy Kwong e del bassista Stu Cox.

L’autunno 2014 segna l’inizio dei lavori di registrazione del debutto omonimo Apollo Under Fire, svolti ai LaLa Mansion di Tampa, Florida sotto la guida dello stesso Peter Klett. Con la firma del contratto con la EMP Management di David Ellefson (Megadeth) e Thom Hazaert, dal 26 agosto 2016 il panorama rock melodico può finalmente godere di una produzione soft e delicata di grandissima fattura, che affonda le sue radici nella tradizione musicale statunitense (non mancano qua e la quelle tonalità di derivazione alternative e country tipiche di quelle terre) ma che guarda allo stesso tempo alla maggiore melodicità europea.

Qui, la prima cosa a colpire l’ascoltatore è la capacità innata di Donald Carpenter di trasmettere le emozioni delle liriche ispirate attraverso una timbrica ariosa, sognante, splendidmante intonata, che sa tanto di moderno, quanto di antico. Al suo fianco, il supporto corale di Peter Klett è fondamentale, e le sue variopinte chitarre (ben accompagnate dal ritmico Jimmy Kwong) alternano con grande stile e qualità momenti acustici ed elettrici, tra arpeggi delicati e riff più mascolini sempre ampiamente melodici. Ottimo anche il drumming preciso ed intenso di Tom Costanza, con il basso di Stu Cox esaltato poi nel groove da una produzione nitida e cristallina, a cinque stelle.

Guardando infine al songwriting, colpisce in questo senso la indubbia varietà sonora, che si abbina a una coesione sostanziale tra le parti. Segno questo che il lungo rodaggio alle spalle dell’opera ha giovato allo spirito di gruppo e dato i suoi frutti all’interno di nove canzoni tutte parimenti efficaci nel trasmettere la passione e il feeling ricercato. Si parte con la superba Wings, sognante e capace di ricordare il Chris Cornell solista di Higher Truth, e poi via con la leggera Gotta Believe, primo singolo del disco (la potete ascoltare a margine) che ben esemplifica il sound soft, arioso e molto musicale della band. Di spessore anche When It Rains, che ha come protagonista la sua voce vissuta e ricca di sfumature di Carpenter, e se con la bella ballad Inside You il disco sembra rallentare il suo avanzare, ecco che Refuse tira una sterzata netta verso l’hard rock alternativo e commerciale americano dei Nickelback o dei 3 Doors Down, venendo bissata poi da una One Track Mind ancora dominata dalle chitarre. Wait è invece un’altra produzione leggera, con un ampio uso di chitarra acustica, che mette in risalto la voce del frontman al pari di una Feel Your Love da brividi, toccante e commovente. Infine, cala il sipario Weightless, evidenziando ancora il tocco particolare di questo gruppo statunitense di certo avvenire che, nei 38 minuti di musica messi oggi a nostra disposizione, è stato in grando di toccare veramente un po’ più in la del cuore.

IN CONCLUSIONE

E’ un debutto davvero sorprendente quello degli Apollo Under Fire! Il trio Carpenter-Klett-Costanza si produce qui in un songwriting curato e vario, dominato dai sentimenti, che si esprime al meglio nelle note e nei bellissimi testi di questa musica e che non lascia scampo agli appassionati. E’ un must buy.

Sinceramente uno dei migliori esordi di questo 2016.

© 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

Print Friendly, PDF & Email

Ultime Recensioni

Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli

1
0
Would love your thoughts, please comment.x