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Recensione

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Mad Max – Interceptor – Recensione

05 Novembre 2013 7 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: SPV Records

Tracklist:

01.Save Me
02.Godzilla
03.Sons Of Anarchy
04.Rock All Your Life
05.Five Minute Warning
06.Bring On The Night
07.Streets Of Tokyo
08.Show No Mercy
09.Revolution
10.Turn It Down

Formazione:

Michael Voss – lead vocals, lead guitars
Jürgen Breforth – rhythm guitars
Roland Bergmann – bass, vocals
Axel Kruse – drums

 

 

Se con il precedente Another Night of Passion (2012) avevamo imparato nuovamente ad amare il moniker dei tedeschi Mad Max, iniziando a capire e motivare la scelta di Michael Voss di tenere in vita questo progetto a discapito magari di un’altra sua creatura nota come i Casanova, oggi con il nuovo Interceptor, uscito a fine ottobre per SPV/Steamhammer, riusciamo finalmente a focalizzare anche la portata della rinascita di questa ottima creatura musicale.

Interceptor è infatti un ulteriore passo avanti compositivo rispetto al già buon prodotto del 2012, e un album che riesce a scollarsi di dosso le ovvie similitudini con il passato che Another Night of Passion aveva dovuto risvegliare. Prima di tutto, il disco appare forte di una grande varietà di brani, che vanno dalla tipica mid tempo o ballad (Five Minute Warning), al brano tirato e melodico (Revolution), e ancora al pezzo grezzo, polveroso, massiccio e in puro spirito hard rock (Bring On The Night), fino alla sfuriata quasi metallica (Show No mercy). Poi, una produzione molto nitida ma dal sound aggressivo, mette in risalto la prova vocale di Voss, che torna ad impressionare per come è intonata e carismatica, ma è enorme anche il suo granitico e compatto lavoro alla chitarra solista, il quale trova grande conubio con la ritmica di Jürgen Breforth e il ritmo dettato dai precisi Roland Bergmann al basso e Axel Kruse alla batteria.

Preziosi appaiono poi i cori che arricchiscono di profondità ogni ritornello, per una tracklist di canzoni che non hanno mai un calo o un passo falso, un’esitazione, con l’ascoltatore che finisce inevitabilmente per essere immerso e rapito in una registrazione che ha il suo preciso stile, ma che allo stesso tempo si affida a similitudini nel sound e nell’approccio con realtà anche storiche come gli Ufo (Rock All Your Life) o i Y&T (Streets of Tokyo).

IN CONCLUSIONE

Insomma, con Interceptor il gruppo di Voss gioca sul sicuro, componendo dieci brani che non possono far altro che entrare nella mente degli appassionati, e da li non più uscirne. Un disco che si dimentica quasi interamente di quei modernismi che avevamo assaggiato con Welcome America, e che semplicemente appare come la migliore registrazione della formazione nel suo più recente passato. E una volta per tutte abbiamo ora capito che i Mad Max non sono un progetto da sottovalutare, ma una inevitabile conferma del panorama musicale tedesco ed europeo.

© 2013 – 2022, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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