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HiRock Festival 2013 – Day 2 – Il concerto annullato e l’avventura rock per eccellenza (pt.3)

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HiRock Festival 2013 – Day 2 – Il concerto annullato e l’avventura rock per eccellenza (pt.3)

04 Luglio 2013 2 Commenti Iacopo Mezzano

HiRock-Festival-2013-Chiemgau1Avrei dovuto parlarvi di una seconda giornata di HiRock Festival strepitosa, con FM, Rick Springfield, Survivor e Toto, e di una piccola località della Germania a nome Inzell che per due giorni si sarebbe dovuta tramutare nella perfetta Mecca dell’AOR.

Invece eccomi qui a riprendere per la terza e ultima volta il racconto di un non show (se vi siete persi l’articolo HiRock Festival 2013 – Day 2 – Il concerto annullato e l’avventura rock per eccellenza (pt.1) e la sua relativa (pt.2) basta un clic qui e qui) con la narrazione dell’impossibile viaggio di ritorno a casa, infinito, complicato, ma emozionante e all’insegna del puro spirito rock.

Raggiungiamo Puch Nord e l’Austria intorno alle dieci e mezza del mattino. Incredibilmente, il viaggio verso est si è rivelato ben più tranquillo del previsto, e la superstrada prima e l’autostrada poi che abbiamo percorso erano quasi sgombre. Sul senso opposto invece, code chilometriche e tanti posti di blocco della polizia che vietavano di percorrere la strada verso Monaco di Baviera. La nostra scelta di ‘fare il giro largo’ per tornare a casa si è rivelata quindi azzeccata e, mentre gli FM (da Rockville 2) in sottofondo alle chiaccherate mie e di Andy risvegliano un po’ di nostalgia per il concerto annullato che ancora spezza i nostri cuori, Paolo riesce a tratti a distendersi un po’ in qualche breve pisolino.

Usciti dall’autostrada ci dirigiamo quindi verso il centro di Puch, giriamo e rigiriamo, attraversiamo zone commerciali e industriali, ma del distributore di metano che alimenti la grande Fiat Multipla manco l’ombra. Andy decide perciò di richiamare suo fratello nel tentativo di capire a) dove siamo finiti, b) dove cribbio è sto benzinaio, e scopriamo di aver sbagliato strada, e che dovevamo dirigerci a Puch Sud e non alla sua zona nord. Marcia indietro, ritorniamo all’altezza dello svincolo autostradale ma, mannaggia, sbagliamo a imboccare la rotatoria e ci ritroviamo nuovamente in autostrada. Alè, via indietro di 5 o 6 km.. Si esce e, che culo!, ci troviamo di fronte un benzinaio che pare abbia anche lui il metano. Per non sbagliare, chiediamo alla giovane e bionda addetta al rifornimento dal lato B molto tondo e molto bello se è come pensiamo, ma questa non capisce un tubo e ci dice che no, di metano li non ce n’è (ma in realtà c’era, solo che lo chiamano con una siglia diversa e sta qua dormiva di brutto..). Fatto sta che la salutiamo con un ciao zoccola che lei non capisce e ricambia con il sorriso, e ritorniamo in autostrada per uscire di nuovo a Puch e, questa volta, girare nella giusta direzione. 500 metri ed ecco li la stazione di servizio e il metano.

Ma qualcosa poteva andarci bene alla prima? Certo che no. Allora ecco li che il bocchettone non fa la giusta presa, e il rifornimento non parte. Entriamo nello shop del distributore e chiediamo istruzioni alla commessa, ma questa è li solo per far vedere la scollatura e far pagare le caramelle ai bambini e non ne sa niente. Torniamo fuori e iniziamo a schiacciare con ogni forza il bocchettone, quasi a calci, finchè non arriva il capo supremo di questa stazione di servizio e finalmente ci chiede ‘problemi?’. ‘Si, brutto ***** sta **** di pompa non va..’ gli urliamo in faccia (in realtà siamo stati gentilissimi, ma scritto così rende meglio l’idea dei nostri stati d’animo al momento) e lui si offre di aiutarci.
Figurona da paura, manco lui ce la fa, si sbatte come un forsennato, pigia ogni tasto possibile e immaginabile per minuti, ma niente. Quando però sta per arrendersi, ecco che miracolosamente tutto parte, e inizia il pieno alla vettura. Ed eccolo già a far l’esperto e a spiegarci perchè la sua maledetta pompa non funziona, manco ce ne fregasse qualcosa e volessimo un giorno far ritorno a Puch e alla sua stazione..

Finalmente alle 11 e 30 siamo di nuovo in autostrada e, senza cibo perchè abbiamo di comune accordo deciso di puntare ad arrivare il prima possibile in Italia fregandocene dei nostri stomaci, puntiamo Villach, ultima città prima del confine, 170 km più a sud. Arriviamo li per l’una del pomeriggio dopo un viaggio che più tranquillo non si poteva fare (salvo per un cretino di austriaco che tra un po’ ci tampona sorpassandoci senza senso alla nostra destra) tra panorami montani mozzafiato, tanto sole e tunnel ultra-moderni, parlando nuovamente di musica, delle nostre vite e del più e del meno, e ascoltando una compliation di Andy di pezzi dance anni’80 rivisitati in chiave rock e metal, e una raccolta di colonne sonore di film ragionata dal buon Paolo.

All’una e mezza passiamo il confine e telefono a mio padre (visto che il mio tablet, nonostante siamo tornati in Italia, è ancora misteriosamente fuori uso) che mi consiglia di farmi lasciare da loro a Udine, in stazione, dove c’è un treno in partenza alle 14 e 20. Arriviamo in città alle 14 circa e da li inizia una caccia senza meta alla stazione centrale, segnalata in modo pessimo dai cartelli stradali (tipica usanza italiana). Sono due ragazze adolescenti C.B.C.R. (Cresci Bene Che Ripasso) a salvarmi dal perdere il treno, indicandoci la retta via da seguire.

14:17 circa: salto fuori dall’auto di Andy e Paolo, saluto i miei fratelli rock e salvatori, li ringrazio di tutto e li invito a risentirci appena arrivati a casa. Corro al binario per il mio appuntamento al treno, spaccando nella foga l’asta con cui si trascina il trolley (maledetta sfiga..), e valigia in mano piombo come un falco sul treno ormai in partenza. Sono a bordo, missione compiuta!

Senza titolo-1

Ecco qui la strada percorsa in auto con Andy e Paolo da A) Inzell (ore: 7 del mattino) a B) Udine (ore: 14 e 30 del pomeriggio)

 

L’avventura rock si chiuderebbe qui, con il saluto ai miei due salvatori e il nostro ritorno a casa. Ma lasciatemi brevemente raccontare ancora il mio viaggio..

Ore 15:30. Dopo aver sgranocchiato qualche biscotto e qualche rimasuglio di cibo trovato nel mio zaino, arrivo a Mestre dove alle 16:32 partirà il mio treno per Milano. Li, seduto su una panchina, riesco a far ripartire (a stento) il mio tablet e a connettermi con l’umanità tutta con un messaggio disperato e commovente su queste mie disavventure. La gente apprezza e mi prende per i fondelli.. e va bene così.

Ore 19:00. Sono arrivato, stanco e accaldato, a Milano. Ho dovuto pagare un sovrapprezzo sul mio biglietto perchè il treno su cui ero non era un Intercity ma un Freccia Bianca (mi pare). Va beh, pazienza, l’importante è che c’abbia messo poco e sia arrivato in orario. Alle 19:10 sono salito, affamatissimo, sul treno per Genova..

Ore 21:00. Sono sceso a Genova Brignole. Durante il vaggio è passato due o tre volte il tizio dei panini, ma sono intollerante al lattosio e quella roba li ahimè non la posso mangiare. In compenso sto simpaticone ogni volta che faceva suonare il suo campanellino del **** mi guardava e rideva. Ora ditemi voi se dopo tutto quello che è successo e con tutta la stanchezza che ho nelle ossa devo trovarmi anche sto qui a menarmelo.. non so cosa mi ha trattenuto dal mandarlo a quel paese.

Ore 21 e 45 sono finalmente arrivato a casa e ho mangiato. Quasi sedici ore di viaggio di ritorno senza cibo da un concerto che non c’è stato non hanno minato il mio buonumore. Ricorderò sempre questa avventura come un’incredibile disfatta e sfortuna, ma anche come una grande storia di fratellanza rock da tramandare e raccontare.

Concludendo, ancora un grazie finale sentito e di cuore a Andy e Paolo per avermi salvato dalle intemperie del meteo tedesco. Alla fine nel male ci siamo pure divertiti ragazzi, e ne è nata un’amicizia. Conto di rivedervi presto tra la folla di qualche grande evento, magari proprio all’HiRock di Inzell l’anno prossimo..

FINE..

..o forse no. Chissà, magari i leggendari The Hurricanes staranno ancora suonando nella Max Aicher Arena, tra ali di folla in tripudio che li innalzano a salvatori rock della patria. Che gente senza senso sti tedeschi..

© 2013, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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