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Recensione

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Sven Larsson – Bad Mad Man – Recensione

05 Novembre 2012 1 Commento Iacopo Mezzano

genere: MelodicRock
anno: 2012
etichetta: Avenue of Allies

Tracklist:

1. Dance The Night Away
2. Sin City
3. How Could It Come To This
4. Bad Mad Man
5. Forever You & Me
6. Missing Link
7. Green Unit (Instrumental)
8. Look The Ghost In The Eyes
9. The House Upon The Hill
10. Castle Of Mine
11. Welcome To My Island (Instrumental)

Formazione:

Sven Larsson: all guitars, lead vocals (Dance The Night Away, How Could It Come To This, Forever You & Me, The House Upon The Hill)

Lead vocals:
Göran Edman (Sin City, Missing Link)
Anders Åhlund (Look The Ghost In The Eyes, Castle Of Mine)
Thomas Eriksson (Bad Mad Man)
Drums: Christian Johansson
Bass: Björn Lodmark
Keyboards: Fredrik Bergh, Ulf Pettersson, Sören Karlsson, Daniel Karlsson
Ove Lundström - Backing vocals, Keyboard, Bass
P-O Larsson - Steel guitar, organ, backing vocals
Totte Karlsson - Sax, Flute
Pär Forsberg - Hammond
Göran Fors - Taurus pedals

 

Secondo album solista del cantante e chitarrista svedese Sven Larsson (Street Talk) dopo il bel debutto Sunshine And Shadow (2010), Bad Mad Man è stato pubblicato il 2 novembre dalla label Avenue of Allies.

Forte anche di diverse partecipazioni di musicisti ospiti, tra cui i componenti degli Street Talk Fredrik Bergh (keyboards), Björn Lodmark (bass) e Christian Johansson (drums), e di cantanti come il ben noto Göran Edman (nei brani Sin City e Missing Link), il disco riparte sostanzialmente da quanto composto con il primo tentativo solista, risultando però molto spesso persino più convincente a livello di songwriting. Il sound, specialmente sui brani cantati dallo stesso Larsson, appare soft, soffuso e quasi westcoast, carico di sensazioni assolutamente ricercate e attento alla sua perfetta riuscita sonora. L’ascoltatore viene così irrimediabilmente avvolto caldamente da note e lasciato rilassato e attento a contemplare le differenti emozioni in mostra, in turbinio di momenti di grande effetto che scorrono leggeri e fumosi nelle nostre orecchie.
Un lavoro perciò assolutamente prezioso e di qualità, forte di una prestazione chitarristica di Sven Larsson davvero sugli scudi e sempre in primo piano sia si tratti di riffing compatti o tecnici assoli, sia di note leggere o acustiche in sottofondo. Grandiosa ancora una volta la vocalità sia del leader del progetto che di Göran Edman, e molto interessante anche la timbrica di Thomas Eriksson e la capacità di trasmettere emozioni di Anders Åhlund, mentre il resto della band appare abile nel supportare la fantasia musicale in atto nel disco. Ottimi infine i suoni, molto ben tarati e dosati con la giusta attenzione.

L’album fa il suo esordio con un grande singolo come Dance The Night Away, capace di mettere subito in mostra tutte le doti musicali e compositive (specie sul bel refrain) di Sven Larsson. Molto attenta è poi la vocalità di Edman nella sferzata hard rock di Sin City, un brano diametralmente opposto alla bellissima How Could It Come To This, traccia soft e sognante densa di emozioni. Come già detto in precedenza, buono e molto aggressivo (nelle parti più sostenute) il lavoro di Eriksson alla voce in Bad Mad Man, e di nuovo super Larsson nella soffusa e innamorata ballata Forever You & Me. Interessante il ritmo westcoast lento ma ricercato di Missing Link (forte anche di un grande assolo), ottime le sensazioni che fuoriescono dalla chitarra nella strumentale Green Unit (ottimo l’intermezzo a due con un prezioso sax), e notturna e ricca di rimandi quasi jazzistici la ancora soft Look The Ghost In The Eyes, subito seguita dalla ancora leggera The House Upon The Hill. Sul finale, piace molto l’alternarsi tra energia e sfumature in Castle Of Mine e la qualità tecnica e musicale messa in mostra dagli strumenti nella chiusa Welcome To My Island.

IN CONCLUSIONE

Bad Mad Man è certamente ad oggi il miglior prodotto solista di Sven Larsson e un disco capace di lasciare a bocca aperta per i suoi suoni leggeri ma ricercati e per la sua qualità tecnico-strumentale, davvero di alta classe. Allo stesso tempo è però un album che faticherà ad entrare nel cuore e nelle menti di chi non apprezza a pieno il sound westcoast e l’AOR più soft e nostalgico, ma per tutti gli altri questo sarà sicuramente un must buy del fertile 2012 che volge oramai al termine.  

 

© 2012 – 2022, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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