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Recensione

95/100

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Danger Zone – Undying – recensione

03 Novembre 2012 14 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Avenue of Allies

Tracklist:

01. Undying
02. I To I
03. Half A Chance
04. Paralyzed
05. Hottest Fire
06. Falling Up
07. Desire
08. Goin' On
09. More Heaven Than Hell
10. Stand Up
11. The Dreaming
12. Love Still Finds A Way

* migliori canzoni

Formazione:

Giacomo Gigantelli : voce
Roberto Priori : chitarre
Roberto Galli : basso
Paolo Palmieri : batteria

Ospiti:

Antonio Capolupo: chitarra acustica
Jody Gray: tastiere, cori
Frank Di Minno: cori
The Peanut Butter and Jellyfish Ensemble: Cello

 

 

Band storica dell’Hard Rock italiano che dopo aver dato lo scorso anno alla luce il primo lavoro Line of Fire (qui la recensione), album del ’91 che per anni è circolato in maniera indipendente prima di approdate sui lidi della Avenue of Allies che ne ha decretato la pubblicazione ufficiale, i Danger Zone tornano con Undying, disco che può essere a buon titolo definito come la loro vera prima prova del fuoco per valutare l’effettivo valore attuale del gruppo che vede in formazione Giacomo Gigantelli (voce), Roberto Priori (chitarre), Roberto Galli (basso) e Paolo Palmieri (batteria).
Diciamo subito che i “nostri” si sono buttati “anima e cuore” in questo nuovo lavoro per dimostrare che anche qui da noi si può realizzare dell’ottimo Hard Rock melodico e per farlo non si sono risparmiati facendo la spola tra Italia, nei PriStudio di Bologna di Roberto Priori, e gli USA, negli Studio Z e Grays Nois Studios di New York alla corte di Frank Di Minno e Jody Gray (già membro chiave della producione di Line Of Fire).

Impiegano poco i Danger Zone a mettere in chiaro che il loro obiettivo con questo lavoro è di portare il livello nettamente in alto, con Undying infatti infilano il primo successo con un pezzo suonato in maniera impeccabile e con un tiro Hard Rock forte e roccioso ma ben amalgamato da una melodia eccellente su cui ben legano le note della voce di Gigantelli. Hard Rock melodico di alto livello!
Si continua con I to I altro pezzo dall’intro incalzante in stile teutonico che come già nel precedente pezzo riesce però ad aggiungere un ritornello melodico “Kiss style” che ne decreta il successo. Stessa strada e stesso stile per Half A Change.
Nettamente riuscita anche la bella Paralyzed con una stupenda linea melodica di sottofondo ed un buona prova vocale di Gigantelli. Hottest Fire per chi scrive denuncia forse l’unico passo falso del disco, il pezzo come per il resto risulta ben suonato ma non riesce ad avere il giusto stile e mordente.
Ci si risolleva alla grande sulle note di Falling Up, bella l’intro, bello lo stile lento iniziale su cui graffia la voce di Giga prima del lancio del resto del gruppo… Classe! Desire e Goin’ On non tradiscono lo stile imposto all’album e mantengono elevata l’attenzione fino all’entrata in scena della bella More Heaven Than Hell dove i Danger Zone dimostrano tutta la loro qualità con un pezzo ben studiato, ben suonato e dal grande appeal durante il ritornello… uno dei pezzi che preferisco.
Non male Stand Up e nettamente riuscita la mid tempo The Dreming.
Si chiude sull’ultima cavalcata di Love Still Finds A Way… che a discapito del nome deluderà chi si aspettava una mega ballatona… 😉

IN CONCLUSIONE

Bello! Un album che ha dalla sua sicuramente la cura riposta nel confezionarlo e la bravura degli artisti coinvolti che riescono a regalare uno dei migliori album di Hard Rock melodico dell’anno. A livello musicale ci troviamo di fronte ad un Hard Rock dai tratti abbastanza rocciosi in stile europeo ma con un gusto melodico che ne esalta le qualità e che lo rende adatto anche a chi cerca un sound meno “duro“.
La tiltetrack è un piccolo capolavoro che mette in risalto il lavoro fatto dal gruppo, un pezzo favoloso che riesce ad unire Hard Rock, melodia ed un gusto moderno della produzione come non ne sentivo da un pò di anni.
In definitiva un Centro pieno per i Danger Zone!

© 2012 – 2022, Denis Abello. All rights reserved.

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