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Recensione

80/100

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Black Country Communion – Afterglow – Recensione

30 Ottobre 2012 3 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Edel

Tracklist:

01)Big Train
02)This Is Your Time *
03)Midnight Sun
04)Confessor
05)Cry Freedom *
06)Afterglow *
07)Dandelion
08)The Circle *
09)Common Man
10)The Giver *
11)Crawl *

* migliori tracce

Formazione:

Glenn Hughes - Voce, basso
Joe Bonamassa - Chitarra
Derek Sherinian - Tastiere
Jason Bonham - Batteria

 

Terzo e probabile ultimo album per il supergruppo Black Country Communion. Dopo i superbi lavori Black Country Communion 1 e 2 ecco arrivare, a sorpresa, Afterglow. Dico a sorpresa in quanto l’album doveva essere pubblicato a nome di Glenn Hughes, in quanto i pezzi sono stati tutti scritti da lui, ma dopo aver riflettuto sulla “scuderia” a sua disposizione, cioè Joe Bonamassa,Derek Sherinian e Jason Bonham, il lavoro è stato prodotto e suonato a nome Black Country Communion. L’album, superfluo dirlo, profuma di anni 70, di hard rock sanguigno, con riff potenti e assoli di pregevola fattura. Suona più cupo e in diversi frangenti meno melodico dei precedenti ma le tastiere di Sherinian sono più presenti e in primo piano.

Le undici canzoni proposte sprigionano energia pura e già dall’opener Big Train,col suo intro ipnotico e il suo riff ripetuto ,si può assaporare il gusto dell’album. L’hard rock potente e incessante delle seguenti This Is Your Time e Midnight Sun, che ci deliziano con assoli tecnici e melodici e per continuare la cupa ma scatenata Confessor dove Hughes e Bonamassa sembrano indiavolati. Cry Freedom ha un sapore iniziale di ZZ Top e un sound che vira più sul Rock N’ Roll, grazie anche al guitar/slide di Bonamassa sempre presente mentre la titletrack Afterglow è uno slow rock con un riff pesante e con le tastiere in primo piano, che rotola come un macigno nei suoi sei minuti offrendoci un assolo finale da brividi.Dandelion non cambia una virgola alle coordinate dell’album e scivola via veloce,   mentre la malinconica The Circle ci mostra il lato più “tenero” di Glenn Hughes confermandoci le sue grandi doti di songwriter. Si continua con la potente e sfacciata Common Man mentre la decima traccia, The Giver, suona più pulita nell’intro per poi sfociare in un potente refrain con il solito gran lavoro di Bonamassa e soci. La finale Crawl è la song che più sia avvicina ai Zeppelin, intro tastieroso con il riff pesante e ingombrante di Bonamassa che ci trasporta in un viaggio ipnotico. Assolo di tastiere e chitarra che sembrano incrociarsi nello spazio….da ascoltare!

IN CONCLUSIONE

Terzo album e terzo centro per i Black Country Communion.  Acquisto obbligato per chi ha amato i precedenti lavori del supergruppo e per chi adora Glenn Hughes e l’hard rock settantiano

© 2012 – 2017, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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