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Recensione

85/100

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Rob Moratti – Victory – Recensione

05 Agosto 2011 8 Commenti Andrea Vizzari

genere: Aor / Melodic Rock
anno: 2011
etichetta: Escape Music

Tracklist:


01. Life On The Line *
02. Everything But Good Bye
03. Lifetime *
04. Power Of Love
05. Hold That Light *
06. On And On
07. Take It All Back *
08. I Promise You
09. Standing On The Top Of The World
10. Jennie
11. Now More Than Ever *

* Migliori Canzoni

Formazione:

Rob Moratti - Voce e Cori
Reb Beach - Chitarra Solista
Christian Wolff - Chitarra Solista, Chitarra Ritmica, Tastiere
Tony Franklin - Basso
Fredrik Bergh - Tastiere
Brian Doerner - Batteria

Contatti:

http://www.escape-music.com/
http://www.robmoratti.net/

 

In questa calda estate afosa cosa c’è di meglio di un bel disco di rock melodico puro, prodotto ottimamente, suonato da grandi musicisti e intriso di grandi melodie? E’ proprio il caso di Victory, debutto solista di Rob Moratti, singer canadese dall’ugola cristallina. Nella sua non di certo breve carriera musicale, Moratti non ha probabilmente avuto il successo che un musicista col suo talento avrebbe meritato: muove i primi silenziosi passi con la band “Moratti” dando alla luce due album per nulla banali (Desolation nel 1995 e Legends of Tomorrow nel 1997) per poi arruolarsi nei Final Frontier con Mladen (Von Groove) rilasciando ben quattro album ottenendo una certa fama in Europa e in Giappone. Nel 2009 Moratti ha l’occasione di sostituire lo storico cantante dei Saga Michael Sadler, producendo e cantando nell’album “The Human Condition” e seguendo la band nel tour promozionale, prima di essere di nuovo sostituito a causa del ritorno inaspettato di Sadler. Toltosi dagli impegni con i Saga, Rob cominciò subito a lavorare al suo disco solista, chiamando a sé nomi di primo piano come Reb Beach (Winger, Whitesnake) alle chitarre, Tony Franklin (Blue Murder) al basso e Brian Doerner (Saga) alla batteria, Fredrik Bergh alle tastiere e Christian Wolff alla chitarra ritmica e tastiere. Mixato da Richard Chycki (Rush, Aerosmith, Gotthard) e prodotto dallo stesso Moratti, Victory è probabilmente il miglior lavoro che il singer canadese potesse concepire, ma andiamo ad analizzare il disco track by track:

Tastiere in primo piano e si parte con Life On The Line, primo manifesto della proposta musicale di Rob Moratti: suoni perfetti grazie ad un’ottima produzione e performance favolosa del singer canadese con la sua voce così inconfondibilmente pulita e dall’elevata estensione come ci ha ormai abituati nei Final Frontier. Everything But Goodbye ci culla con le sue strofe sinuose e ammalianti per poi colpire con un’efficace ritornello in cui Moratti con la sua voce così magicamente controllata regala picchi di assoluta intensità, specialmente nel finale con vari acuti e volteggi vocali. Grandissima anche la prova alla chitarra di Reb Beach, che ci regala un altro splendido assolo. Life Time è un lento di pregevole fattura con la splendida voce di Rob a farla, come sempre, da padrone in un crescendo di emozioni. Un bel riff di chitarra e tastiera ci introduce verso la successiva Power Of Love, un midtempo che scuote l’ascoltatore dopo la ballad precedente. Ottimo il lavoro sugli arrangiamenti che permettono di gustare ogni singola sfumatura di ogni strumento, grazie ad una produzione oserei dire perfetta. Immenso come sempre il lavoro, sia solista che ritmico, di Reb Beach. Hold That Light continua quanto fatto da Power Of Love: tastiere in primo piano, melodie vincenti, un ritornello da cantare a squarciagola semplice da memorizzare, ottimi cori di supporto e solida performance di tutti i musicisti. Aor di qualità al 100%. On And On non brilla di particolare luce, mostrandosi una solida traccia con delle chitarre taglienti e un basso pulsante che fanno da sfondo alla voce di Moratti, che manca probabilmente di quella cattiveria che avrebbe reso la canzone un’autentica bomba. Si torna alle atmosfere soft con Take It All Back e poi con I Promise You, per cui abbassate le luci e lasciatevi trasportare da queste ballad semplicemente brillanti. Ecco il territorio più adatto alla voce così pulita di Moratti, che trovandosi molto più a suo agio nei lenti, sfodera un’altra prestazione da incorniciare (specialmente su Take It All Back), con Franklin e Doerner che forniscono una sezione ritmica di alto livello mentre Fredrik Bergh impreziosisce tutto con le sue tastiere senza dimenticarci dello straripante Reb Beach alla chitarra. Standing On The Top Of The World rialza i ritmi: un buon ritornello e un lavoro egregio alle chitarre però non sembrano bastare per far saltare dalla sedia l’ascoltatore. E che disco Aor sarebbe se non è presente una canzone con un nome femminile come titolo? Subito accontentati con Jennie che ha dalla sua un ulteriore buon ritornello e una prova maiuscola di tutta la band. Chiusura affidata ad una piccola gemma musicale che risponde al titolo di Now More Than Ever in cui tutta la classe e la qualità di un cantante come Rob Moratti straripano fino a toccare vette altissime. Performance strepitosa del singer in questo lento guidato dal pianoforte di Bergh, stavolta in primo piano, con tutti gli altri strumenti che fungono da perfetto accompagnamento per una delle top songs di questo Victory.

IN CONCLUSIONE

Non entrerà forse nella storia dei migliori dischi di rock melodico di sempre, ma questo Victory ha tanta qualità che sarebbe un peccato venisse dimenticato così facilmente. Il nome di Moratti anch’esso non ha la fama che di certo meriterebbe un’artista come lui e purtroppo Victory non cambierà di certo le carte in tavola. Ma è giusto riconoscere al singer canadese i meriti di aver dato alla luce un disco di elevata qualità con tutte le caratteristiche che un disco del genere dovrebbe avere. Prima di tutto dei suoni chiari, degli ottimi arrangiamenti e una produzione perfetta che permette di assaporare ogni singola nota di ogni strumento senza sbavature di alcun tipo. Davvero complimenti allo stesso Moratti che si è occupato in prima persona della produzione di Victory e a Richard Chycki per l’altrettando duro lavoro in fase di mixing. Splendida anche la performance di tutti i musicisti coinvolti con menzione d’onore per l’incredibile Reb Beach che in questo Victory ha regalato una delle sue migliori prestazioni chitarristiche sia come solista che come ritmica. Se il disco si è rivelato un successo è anche merito di questi grandi nomi del rock che hanno collaborato con Moratti dando il loro prezioso contributo. E come non parlare proprio del protagonista principale di questo disco, Rob Moratti e la sua voce così cristallina e angelica, emozionante come poche nelle ballad e forse un po’ meno incisiva nei brani più movimentati e “duri”. Fin dalla prima canzone Moratti parte a briglie sciolte regalando acuti e alzate di tono stupefacenti, mai eccessive o forzate, con una facilità disarmante. Probabilmente l’unico vero difetto che sento in Victory e che a qualcuno potrebbe far storcere il naso è proprio il tipo di voce dello stesso Moratti, che potrebbe risultare troppo “costruita”, “perfetta” e “artificiosa”. Per chi invece è abituato alla voce del singer canadese e vuole trascorrere un’estate all’insegna della melodia procuratevi Victory, un album valido sotto tutti i punti di vista da ascoltare e riascoltare.

© 2011 – 2016, Andrea Vizzari. All rights reserved.

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