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Recensione

74/100

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Airrace – Back To The Start – Recensione

04 Agosto 2011 Comment Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2011
etichetta: Frontiers Records

Tracklist:

01. Keep On Going *
02. Two Of A Kind
03. When Baby
04. Call Me Anytime
05. So Long *
06. Back To Start *
07. Just One Kiss
08. Wrong Way Out
09. One Step Ahead
10. Enough Of Your Loving
11. Better Believe It
12. What More Do You Want From Me

* migliori canzoni

Formazione:

Keith Murrell – Voce
Laurie Mansworth – Chitarre
Simon Dawson – Batteria
Dean Howard – Chitarre
David Boyce – Basso
Toby Sadler – Tastiere

Contatti:

http://www.frontiers.it/
http://www.myspace.com/airraceband

 

Della serie a volte ritornano. Era il 1984 quando gli Airrace presentarono ai mercati discografici mondiali il loro splendido debutto Shaft of Light, un disco di indubbio valore che è da molti tutt’oggi annoverato tra i top album del nostro genere. Forti del fulmineo successo, gli Airrace partirono in tour supportando alcune delle più grandi realtà musicali di quegli anni e poi.. e poi si sciolsero.

2009. 25 anni dopo gli Airrace tornano sulle scene con un’inattesa reunion celebrativa, forte della rinnovata presenza del cantante Keith Murrell, del tastierista Toby Sadler e del chitarrista Laurie Mansworth. La band torna a convincere, firma con la Frontiers Records ed eccola qui in questo ricco 2011 pronta con un nuovo album a titolo Back To The Start.

LE CANZONI

Il disco ha un grande avvio con Keep On Going, pezzo dal suono molto corposo e forte di un grazioso lavoro di tastiere che accompagnano con grande gusto un riff di chitarra molto ispirato. Il suono è perfettamente mixato e collabora attivamente con la sua qualità alla buona riuscita del pezzo, che ha anche nella voce di Keith Murrell uno dei punti di forza. Acuta ed energica, la vocalità si eleva sulla melodia ed esplode in un ritornello davvero d’altri tempi, forte di rimandi ai lavori dei Journey.
Two Of A Kind presenta una voce che appare leggermente più affaticata ma ha il pregio di ancorarsi su un riffing maiuscolo, con Mansworth a gettarsi in un lavoro alle corde mai banale. Denso di spunti dervativi dai Foreigner, il pezzo scorre bene per tutta la sua durata, forte anche di un ottimo lavoro di basso e batteria.
Ancora grande riffing accompagnato da un prezioso suono di tastiere sull’esordio di When Baby, brano che ha dalla sua un grande arrangiamento di cori sia sulle strofe che sul ritornello, mentre Call Me Anytime è un brano apparentemente più tranquillo, ma con linee vocali e uso del piano accellerati che ricordano fortemente certi passaggi della musica anni’50.
Ritmata da una batteria a passo di marcia e inzialmente accompagnata dal solo ausilio del basso, So Long si fa via via più sinfonica per poi esplodere nella solita coralità del ritornello. E’ un pezzo di concezione westcoast (provate a sentirla nel silenzio della sera o in auto) che strizza l’occhio a certi lavori dei Toto, specie per gli splendidi arrangiamenti.
Titletrack e sesto brano, Back To Start mette in luce tutta la indubbia qualità vocale del singer Murrell, attraverso acuti dimantini e un ritornello molto originale, che abbina cori e cantato solista con gusto. Pollice su anche per l’assolo di chitarre, ciliegina sulla torta di un ottimo pezzo.
Nonostante il titolo, Just One Kiss è un altro gustoso pezzo energico, molto hard rock e suonato, tanto che su alcuni riff delle strofe pare di ascoltare, nel combinarsi delle chitarre, spunti dettati dai lavori dei Thin Lizzy. Nota di merito all’assolo, molto ispirato.
Altro pezzo molto suonato, Wrong Way Out scarica energia fin dai primi secondi. Canzone molto rapida, ha dalla sua un ottimo lavoro di chitarra solista, libera di spaziare al di fuori del riff portante attraverso piccoli assoli, e poi anche di batteria, molto attiva anche sul ritornello.
Nono componimento, One Step Ahead concentra tutta la sua energia sulle situazioni corali che ricordano lontanamente certi passaggi dei Queen. Ancora una volta il riffing è massiccio e ispirato, oltre che dotato di preziosi sfoggi tecnici.
Enough Of Your Loving si getta in chitarre maschie e vivaci, risultando uno dei pezzi più hard dell’intero lotto. Persino il ritornello, pur presentando il solito insieme di voci, rimane granitico e acceso, in linea con quanto espresso sulle strofe.
Ancora rimandi ai Thin Lizzy sull’avvio di Better Believe It, penultimo pezzo dell’album, che poi si tuffa in un sound molto influenzato dai Deep Purple, sia sull’uso delle tastiere, sia sul suono molto rock classico delle chitarre (sentite l’assolo) che sulla vocalità, adattata su note relativamente più basse.
Chiude What More Do You Want From Me? un passo indietro sullo stile dei primi pezzi del disco, con ampio gusto melodico e tastiere in primissimo piano. Il ritornello, molto semplice, convince meno di altri, pur mantenendosi in linea con quanto espresso in precedenza.

IN CONCLUSIONE

Back To The Start è un disco double face. Se la prima metà convince a pieno grazie al suo suono spiccatamente AOR, la seconda metà invece risulta sì di valore ma anche molto meno efficiente in termini di riuscita sonora. Insomma, finchè gli Airrace si “limitano” a fare quello che hanno sempre fatto, ovvero musica melodica e forte di cori e tastiere in primissimo piano, va tutto bene e l’album tocca vette inaspettate. Se invece il tentativo è quello di suonare hard rock, beh, ho qualche riserva sulla resa finale. In conclusione, la prima parte del disco stupisce per suoni, arrangiamenti, influenze e, più in generale qualità, tanto da meritarsi un bel 9/10 di pagellino finale. La seconda parte mi appare poco consistente, poco ispirata e forse troppo derivativa. Avendo dalla sua però un grande sfoggio tecnico, il voto in pagella riesce a raggiugnere e superare la sufficienza con un 6,5/10. Abbondando un po’ sul voto finale, Back to the Start si rivela essere un lavoro ben oltre la sufficienza ma incapace di raggiungere le vette toccate da (fortunatamente) molti dischi di questo 2011. Nella speranza di non dover nuovamente aspettare 25 anni per risentire qualche brano a marchio Airrace..

© 2011 – 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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