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Recensione

90/100

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Edge of Forever – Another Paradise – recensione

12 Novembre 2010 5 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock / Hard Rock
anno: 2010
etichetta: 7hard

Tracklist:

01. Distant Voices
02. Another Paradise * (con Roberto Tiranti dei Labyrinth come seconda voce)
03. Lonely *
04. Edge Of Life
05. I Want Call You *
06. My Revenge
07. What I’ve Never See *
08. What A Feeling *
09. Eye Of The Storm *
10. Against The Wall

* migliori canzoni

Formazione:

Alessandro Del Vecchio: Voce, Tastiere
Francesco Jovino: Batteria
Walter Caliaro: Chitarra
Nik Mazzucconi: Basso

 

Su un sito italiano che porta già nel nome il dna del Melodic Rock era più che doverosa una recensione di uno degli album più belli di quest’anno in questo genere, anche se uscito ormai da qualche tempo.
Stiamo parlando di Another Paradise, terza fatica degli Edge of Forever,  una delle band Italiane per eccellenza nel panorama del Rock Melodico.
Quattro anni sono passati da Let The Demon Rock N’ Roll, un lungo tempo per una band, ma che dagli EOF è stato sfruttato a dovere per togliersi di dosso il loro vecchio vestito e ripresentarsi in una rinnovata veste che vede alla voce Alessandro Del Vecchio (oltre che alle tastiere),  Francesco Jovino alla batteria ed i due nuovi innesti Walter Caliaro alla chitarra e Nik Mazzucconi al basso.
Con Another Paradise gli Edge of Forever diventano “grandi” e abbandonano l’ala protettiva di Bob Harris (“daddy Bob” come viene definito nei ringraziamenti dell’album 😉 ) che li ha seguiti alla voce nei primi due progetti. Passo sicuramente coraggioso che ha ripagato con un album pregevole e gratificante!

LE CANZONI

Distant Voices, ma almeno la voce di Alessandro Del Vecchio non è distante, ed anzi arriva chiara e precisa come preciso è il lavoro svolto alla tastiera. La prima pietra di un nuovo corso per gli Edge of Forever è stata posata.
E’ però la successiva Another Paradise a siglare il primo vero successo di questo album. Il sound si fa a tratti più cupo e tirato e la bella voce di Roberto Tiranti dei Labyrinth si innesta perfettamente nell’atmosfera della canzone. Stupenda la chiusura regalata dalle due voci (Del Vecchio e Tiranti) in perfetta sintonia.
Lonely è da brivido, intensa nell’apertura e rocker nel ritornello, la tastiera decora alla grande una delle melodie più riuscite dell’album. Edge of Life segna un altro bel colpo con una prova vocale decisamente riuscita a cui fa da perfetto contraltare il suono della chitarra.
Niente da dire, l’album continua su livelli qualitativi nettamente elevati e la successiva I Won’t Call You non fa che confermarlo… la canzone termina e ancora ci troviamo a cantare I won’t call you, won’t protect you…
…ma la dolce melodia di I Won’t Call You ha già lasciato campo alla “cattiva” apertura di My Revenge dal ritornello ancora più “cattivo“. La voce caratterizza in maniera egregia il pezzo e dimostra senza ombra di dubbio come Alessandro Del Vecchio sia al momento una delle più belle voci del panorama rock melodico Italiano.
What I’ve Never Seen va ascoltata in solitudine,  immersi nel silenzio di una luce soffusa e con la sola melodia ad accompagnare le parole in modo che possano vagare fino a noi… ogni singola nota è di un’intensità inebriante.
Spiazzante la successiva What A Feeling che ci riporta alla memoria Flashdance. Dimenticate però scarpine e tutine, il ritmo qui è da ring, corda e guantoni… è giù di flessioni! 😉
Adorabile la cadenza della successiva Eye of the Storm, ma in realtà è tutto il pezzo che funziona in modo perfetto in un misto antitetico di spensieratezza e cattiveria… che sembra assurdo detto così, ma non saprei come altro spiegarlo se non dicendo, di gran classe! Non perdete poi l’assolo della chitarra ed il seguito psichedelico della tastiera verso i 4 minuti e mezzo.
Against the Wall è sicuramente più “classica” rispetto a quanto abbiamo appena finito di ascoltare e con una buona dose di adrenalina ci porta alla chiusura dell’album. Ok, non ci resta che ripremere il tasto play e ripartire dall’inizio…

IN CONCLUSIONE

… ed è proprio quello che viene voglia di fare appena si arriva alla fine di Another Paradise. Sarà per il sapore personale che pervade l’intero album, ma difficilmente ci si annoia anche dopo aver ampiamente abusato dell’ascolto di questo disco.
Pur essendo la terza opera degli EOF questo Another Paradise sa un pò di battesimo del fuoco per la nuova formazione. Battesimo che sicuramente avviene sotto i migliori auspici e con come  padrini 10 pezzi che giocano abilmente tra il rock melodico e quello più duro senza disdegnare un buon tocco di Aor classico ma magistralmente rielaborato.
Forse il maggior pregio di questo disco è proprio quello di non sapere di “già sentito”. I quattro,  con in cattedra Alessandro Del Vecchio,  sono riusciti a ritagliarsi una personalità sia melodica che di stile che riesce a dare una marcia in più a questo Another Paradise.
L’ultima nota è dedicata alla voce di Alessandro Del Vecchio, veramente una bella sorpresa, con una gran estensione e anche in questo caso con un’ottima personalità che unita all’aria di Del Vecchio a metà strada tra un nativo americano ed un gitano riesce a creare anche il “personaggio rock che aggiunge ulteriore fascino ad un disco che di fascino ne ha già da vendere!

© 2010 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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