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Recensione

85/100

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Kiske / Somerville – City of Heroes – recensione

18 Maggio 2015 52 Commenti Luka Shakeme

genere: Melodic Metal/Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. City of Heroes
02. Walk on Water
03. Rising Up
04. Salvation
05. Lights Out
06. Breaking Neptune
07. Ocean of Tears
08. Open Your Eyes
09. Last Goodbye
10. After the Night Is Over
11. Run with a Dream
12. Right Now

Formazione:

Michael Kiske & Amanda Somerville - voci
Magnus Karlsson - chitarre e tastiere
Mat Sinner - basso
Veronika Lukesova - batteria

 

Secondo episodio per il fantastico duo “Kiske-Sommerville”; scintille ci furono sul primo lavoro e ulteriore conferma di tale sodalizio arriva con un’altra importante uscita; “City Of Heroes” sempre sotto l’egida Frontiers mostra qualora ce ne fosse bisogno che artisti di spessore difficilmente portano alla luce produzioni di scarso livello. Paradossalmente quando si tratta di progetti da studio il livello e l’entusiasmo cresce forse perché non si avverte quella pressione che c’è su una band costretta a districarsi fra album e tour e posti sotto la lente di ingrandimento da parte di fan e addetti ai lavori. Basta chiacchiere e pronti a snocciolare “City Of Heroes”.

City Of Heroes” è un opener stupenda, sarà difficile trovare le parole per descriverne, perizia tecnica-esecutiva, adrenalina che scorre a fiumi fra le tracce di quello che si preannuncia essere una delle migliori uscite di metal melodico del 2015. Kiske e Sommerville cesellano armonie vocali da brividi rese ancor più importanti dalle loro ugole cristalline. Pensare che Kiske qualche anno fa palesò la sua avversione a un certo tipo di rock duro cercando strade soliste semi acustiche di dubbia qualità. Pochi cantanti al mondo possono permettersi di cimentarsi in più generi e Kiske non lo annovero fra questi malgrado ne sia innamorato da sempre. In questo ambito però è un fuoriclasse.
Walk On Water” si apre in modo quasi operistico, importante nel suo incedere. Mid tempo in cui i due vocalist ancora una volta fanno scintille muovendosi questa volte su registri più caldi ed evocativi. Chitarre rocciose portanti e arrangiamenti sopraffini di matrice classica, il che considerando la presenza della Sommerville sembra quasi scontato, inutile parlare di assoli di chitarra di matrice virtuosistica ma sempre pregni di melodia.
Rising Up” è un’altra gemma che risplende di luce propria. Inizio a perdere l’equilibrio che un buon recensore dovrebbe avere ma non è colpa mia se anche la track in questione è un capolavoro sotto tutti i punti di vista, arrangiamenti orchestrali sempre di spessore e mai oggettivamente pesanti o invadenti, melodie belle e aperte. L’intro è magistrale e lascia i due fuoriclasse liberi di volteggiare fra armonie vocali ancora una volta vincenti. C’è anche spazio per le solite chitarre al fulmicotone ad opera di Magnus Karlsson di evidente scuola Primal Fear.
“Salvation” è un mid tempo dal sapore più epico ma anche al momento il pezzo che mette in luce una buona freschezza compositiva, bellissimi i break centrali, eterei, pronti a lanciare chorus ficcanti ancora una volta indovinati. Kiske e Sommerville continueranno a deliziarci per tutto il disco ormai ne sono certo.
Lights Out” inizia la sua grande cavalcata con un intro di synth moderni pronti ad aprire le danze per un rock melodico dove in questo caso le voci sono protagoniste tra partiture strumentali più asciutte. Immediatezza dunque per un pezzo ben fatto, orecchiabile ma oggettivamente un pelo inferiore alle composizioni precedenti.
“Breaking Neptune” può risultare più ostico degli altri episodi e forse pecca anche dal punto di vista ispirativo pur restando su livelli più che alti. Un pezzo che ha bisogno di un paio di ascolti per essere metabolizzato, ciò nonostante ha un break centrale da brividi prima di lanciare soli di chitarra per gli amanti della sei corde più sopraffine.
“Ocean Of Tears” è la prima ballad in cui ho il piacere di imbattermi. Che dire; grande pathos assolutamente sopra le righe emerge; i due grandi protagonisti deliziano con una prestazione emotiva da brividi. La prima parte verte principalmente sulle due voci molto soffiate e interpretate per poi divampare in un rock sinfonico potente pur mantenendo intatte dinamiche ed emotività.
Open Your Eyes” richiama fortemente il passato del re del power teutonico. Tutto lascia pensare ai primi Helloween, le classiche armonie vocali apertissime che ne hanno creato il mito nel power melodico enfatizzate da un Kiske che mai avrebbe dovuto voltare le spalle alla band di Amburgo proprio per la sua predisposizione a certe sonorità come anticipato in apertura.
Last Goodbye” per certi versi segue un canovaccio power melodico molto canonico, un compitino ben eseguito ma che purtroppo arrivati quasi in dirittura d’arrivo paga dazio alle track precedenti per ciò che concerne freschezza e originalità. Mi preme però rimarcare il livello sicuramente alto anche degli episodi meno brillanti e che farebbero le fortune di altri lavori del metal melodico.
After The Night Is Over” è la seconda ballad presente su questo che si sta rivelando un platter di indiscusso valore. In questo caso i toni sono più caldi; standard se vogliamo ma non per questo meno efficaci. Stupenda la produzione, pronta a mettere in luce songwriting e arrangiamenti minimali ma importanti.
Run With A Dream” è la seconda bordata tipicamente power. Ancora una volta dunque le origine dei musicisti coinvolti nel progetto vengono fuori. Grandi melodie ariose da cantare a squarciagola, fraseggi di chitarra melodici il tutto condito con una spruzzata di elettronica molto in voga attualmente. Niente di eccelso ma ben confezionato.
Right Now” ultimo pezzo in chiusura, forse il pezzo meno riuscito del lotto anche se si staglia su livelli più che soddisfacenti. Il termine di paragone resta inteso con episodi più importanti di questo platter che di sicuro presenzierà in molte collezioni dei “Kiske-fan” famelici o almeno incuriositi come il sottoscritto per ogni uscita della grande ugola teutonica.

IN CONLUSIONE

Un lavoro che non ha bisogno di ulteriori postille, rasenta la perfezione sotto tutti i punti di vista salvo un paio di episodi che non vanno dritti al bersaglio. “City Of Heroes” è per tutti gli estimatori del metal melodico e dell’hard rock anche se produzioni del genere mi sento di consigliarli a tutti gli estimatori del Rock in senso lato.

© 2015 – 2018, Luka Shakeme. All rights reserved.

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