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Recensione

88/100

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Sebastian Bach – Kicking & Screaming – Recensione

20 Settembre 2011 16 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Kicking & Screaming
02. My Own Worst Enemy *
03. TunnelVision
04. Dance On Your Grave
05. Caught In A Dream
06. As Long As I Got The Music *
07. I’m Alive *
08. Dirty Power
09. Live The Life
10. Dream Forever
11. One Good Reason
12. Lost In The Light
13. Wishin’ *

* Migliori Canzoni

Formazione:

Sebastian Bach - Voce
Nick Sterling - Chitarre, Basso
Bobby Jarzombek - Batteria

 

Si è parlato moltissimo di questo disco. Credo sia normale, vuoi perchè Sebastian Bach è un personaggio che volenti o nolenti fa parlare, vuoi per i continui discorsi su possibili reunion degli Skid Row che non trovano mai fondamento ma solo secche smentite, e vuoi perchè molti bistrattavano a priori quest’uscita, credendola “la solita mossa commerciale di un artista (quasi) finito”.

Ora, a una settimana dalla sua uscita (27 settembre per Frontiers Records), per questo Kicking & Screaming è tempo di verdetti. Vediamolo assieme..


LE CANZONI

L’esordio è in mano alla titletrack (oltre che singolo e video ufficiale) Kicking & Screaming, una traccia che stordisce fin dal suo esordio, caratterizzato da un riff cattivo e massiccio come non mai. Caratterizzata da una sezione ritmica possente, la canzone è di pregievole fattura e la voce aggressiva (e qui quasi ruvida) di Sebastian Bach regala tanta energia ed emozioni. Paradossalmente, non credo questa sia comunque una delle migliori tracce di questo album.
My Own Worst Enemy impressiona ancora per una sezione ritmica incalzante e per chitarre in primissimo piano. Già qui la voce di Bach si raffina e torna maggiormente nei canoni di come la conoscevamo. E la traccia vola via liscia, bella, piacevole nel suo refrain davvero ben cantato e nei suoi riff spietati.
Ancora TunnelVision, che vede la partecipazione di John 5, diverte e trasmette piacevoli emozioni lungo tutta la sua durata. Bach spazia tra diversi range vocali, graffiando e grattando sulle strofe per poi pulirsi mano a mano con l’incombere del refrain per poi salire verso i suoi soliti scream, che tornano ad essere ben esguiti quasi come un tempo. Molto bene anche il rallentamento sul finale che anticipa la più energica chiusura.
Il quarto episodio, Dance On Your Grave, è denso di basso, davvero in primissimo piano lungo tutta la durata. Ancora maiuscolo è il riffing, profumato di hard & heavy, e piacevole la vocalità, che si rivela ancora dirompente ogni qual volta vengano toccate le note alte. L’energia non cala di un grado con Caught In A Dream, brano ricco di riff stoppati che lasciano ancora una volta molto spazio al basso. Bello anche in questo caso il ritornello, quasi distaccato dal resto del pezzo grazie alla sua melodicità e aria sognante.
Tutta hard rock, As Long As I Got The Music è un capitolo di grande qualità in questo disco. Melodica, orecchiabile, genuina, la traccia si evolve semplice e sugli schemi tipici del genere che vogliono strofa ad accompagnare ritornello e così via fino al solo di chitarra. Ma nella sua banalità è davvero dirompente, con un Bach vocalmente davvero sugli scudi e come non lo si sentiva da tempo. E sono così tanti i rimandi agli Skid Row che la nostalgia un po’ cresce..
Primo rallentamento con la ballad I’m Alive, di un altro livello. Prima dolce, con l’arpeggio di chitarra ad accompagnare dolce Sebastian lungo i suoi vocalizzi mai banali, poi nuovamente più energica e dominata da un Bach che è ormai salito sul trono e regala sensazioni a non finire, regista di un componimento strappalacrime come se ne sentono pochi. Positivissimo anche l’assolo di Sterling.
Dirty Power ritorna irruenta a sollevare il muro sonoro che si era sgretolato solo con l’ultimo brano. Cattiva, maschia, non cala di un nulla neppure sul refrain. Che mazzata! E’ poi il turno di Live The Life, che finge inizialmente di scendere di tono con un arpeggio di chitarra acustica ma esplode subito dopo di rara violenza e con una batteria martellante come non mai.
La voce angelica di Sebastian apre Dream Forever, seconda ballad del disco e altro capitolo di irrinunciabile dolcezza melodica. Piacievole e dai toni sempre soffusi, questo brano non fa che riconfermare che sui rallentamenti Bach non ha eguali o quasi. Quante emozioni!
Il ritmo riparte dirompente con One Good Reason, dove Bach si getta in più occasioni tra gridolini “isterici” e note alte da paura, sempre accompagnato da chitarre taglienti come rasoi. E come un esplosione ha avvio anche il penultimo brano Lost In The Light, dal suono moderno ma sempre aggressivo ma che trova quadratura ancora una volta nella piacevolezza di un refrain molto immediato.
Chiude Wishin’, una ballad enorme per intensità emotiva e perfetto commiato al disco. Fresca e ancora una volta sognante e di ideale molto pop, la traccia addolisce gli animi, spazza via i brutti pensieri, rinfresca dalla violenza sonora espressa nelle tracce precedenti e saluta come un abbraccio le note di questo prezioso album.

IN CONCLUSIONE

Non c’è un attimo di respiro in questo Kicking & Screaming! Ragazzi è un consiglio: non fermatevi alla traccia omonima pubblicizzata ma ascoltatelo tutto. Se quel brano non vi è piaciuto, detto sottovoce, può quasi essere normale, perchè è il brano più “banale” del disco e più adatto a colpire i nuovi ascoltatori (e diciamocelo pure gli amanti del metal). Ma il top è altrove. E tra riff violenti e d’impatto, passaggi massicci di puro hard rock, rallentamenti da dedicare a amati e amanti e una qualità vocale del buon Sebastian Bach davvero ritrovata, non resterete mai delusi. Ce n’è per tutti, per gli amanti del melodico, per gli amanti dell’hard rock, per i fans del metal. Azzardo pure e dico che ci troviamo di fronte al miglior capitolo di Bach dai tempi di Slave to the Grind. Con questo Bach quasi non si ha più nostalgia degli Skid Row..

© 2011 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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