Vandenberg’s Moonkings – MK II – recensione

Adrian Vandenberg è un pennellone alto… ma alto, alto! La sua presenza ingombra pesantemente lo schermo di ‘Starkers iN Tokyo’, CD e/o DVD del 1997 che consiglio a tutti per l’intimismo che è in grado di tradurvi (ovviamente alla voce è Mr.Coverdale).
Qui ci troviamo (come per la prima uscita sotto questo monicker) di fronte a puro Hard Rock Old Style, e quando dico Old Style non intendo l’Old Style di una new band come Dirty thrills od Inglorious dove è evidente che i suoni sono quelli, ma l’attitudine è attuale… qui suoni e attitudine sono quelli là, solo con una produzione aggiornata. Quindi bene, direte (quasi tutti) voi.

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Vandenberg’s Moonkings – Vandenberg’s Moonkings – Recensione

 

Un nome come quello di Adrian Vanderberg non ha certo bisogno di tante presentazioni, ma per chi non lo sapesse stiamo parlando del chitarrista con cui gli Whitesnake hanno inciso
album come “1987” e “Slip Of The Tongue” e quindi rivederlo, dopo qualche anno di pausa,  in questo progetto chiamato Vanderberg’s Moonkings non può che farci piacere. L’album omonimo esce sotto l’etichetta olandese Mascot Records, famosa per avere sotto contratto artisti come Black Country Communion, e questo dovrebbe essere già sinonimo di garanzia. La band che accompagna Adrian è formata  dai giovanissimi olandesi Jan Hoving alla voce, Sem Christoffel al basso e Mart Nijen Es alla batteria e quello che tutti ci aspettiamo è un disco dal sapore hard rock, un po’ blueseggiante, anche perchè Adrian ha sempre amato, e non poco, queste sonorità anni settanta/ottanta.

L’album difatti non delude le aspettative e seppur non goda delle megaproduzioni del periodo Whitesnake riesce a mantenere un suono caldo, con una matrice blues che spicca in diverse canzoni come l’opener Lust And Lies dove esplode l’animo dei Led Zeppelin sia nella parte suonata sia nel cantato o nella seguente Close To You, un perfetto connubio tra Zeppelin e Whitesnake, dove Jan Hoving dimostra di avere una grande voce. Good thing parla l’hard rock più ottantiano, con una melodia superba mentre Breathing, il primo singolo, vira su un sound più moderno ed è una power ballad; Vandeberg alla chitarra acustica arpeggia l’intro, i violini accompagnano la canzone e la voce effettata esplode nel refrain coinvolgente. Steal Away è un hard rock duro e sanguigno con un riff esaltante e diretto dove ancora la chitarra sprigiona riff e note a ripetizione, Line Of Fire col suo basso iniziale esplode in un “Zeppelin sound” coinvolgente e la bella e dolce ballad Out Of Reach, Continue…