Gunhill – Nightheat / One Over The Eight (reissue) – Recensione

John Lawton, cantante degli Uriah Heep dal 1976 al 1979, continua a rispolverare il suo passato storico musicale e distribuisce, tramite la label JLBmedia, la ristampa dei primi due album dei Gunhill, suo progetto hard rock sulle scene nella seconda metà degli anni’90.

Contenente il disco One Over The Eight (1995) (che all’epoca fu distribuito in formato musicassetta e solo ai membri del fan club del gruppo) e il seguente (e ormai introvabile) Nightheat (1997), questo pacchetto riporta alla luce due pubblicazioni davvero interessanti per la scena hard rock classica di quegli anni. Interamente rimasterizzate, le due pubblicaizoni ci presentano una band davvero performante e capace di dare vita a un proprio rock molto musicale e di grande melodia, forte di un groove solido e di ottime capacità tecniche nei suoi musicisti. Impressiona in particolare il genio chitarristico di Brian Bennett, sugli scudi su tutta la registrazione Nightheat, come pure il bel lavoro ritmico di Chris Jones e Lloyd Coates. La star rimane però certamente lo stesso Lawton, autore di parti vocali di incredibile intensità che dimostrano tutto il suo valore come frontman hard rock.

Sensazionali da ascoltare canzoni come Don’t Stop Believing, Don’t Look Back, Eleanor Rigby o Soldier of Love, mentre stupiscono in positivo le due bellissime cover dei brani Waiting for the Heartache e When A Man Loves A Woman, interpretate da lode dai Gunhill. Peccato solo allora per la mancanza di un libretto esaustivo a supporto della release, che ci faccia scoprire qualcosa di più sulla genesi di questo gruppo, e per i suoni ancora deficitari del primo album (mai miracoli nessuno li può fare..), perchè, al di là di questo difetto, questa è una pubblicazione davvero significativa e degna davvero di un posto di rilievo nelle nostre collezioni.

IN CONCLUSIONE

Per chi ama la voce di John Lawton, l’hard rock classico e gli Uriah Heep, questa è una ristampa fondamentale da possedere. Ed è apprezzabile l’idea del noto frontman inglese di continuare a riportare alla luce uscite semi-introvabili come queste.