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Recensione

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Twisted Rose – Cherry Tales – Recensione

17 Ottobre 2023 3 Commenti Giorgio Barbieri

genere: Hard/Glam
anno: 2023
etichetta: 7us/7 hard

Tracklist:

01 – Greed4speed
02 – Wanted
03 – Bring back those days
04 – Say hello
05 – Crossing the line
06 – Back to the old days
07 – Friday night blues
08 – Party time
09 – Rock you away
10 – We can’t get enough
11 – World is burning

Formazione:

Caro – Vocals
Chris Bones – Guitar
Tino – Bass
Luggy - Drums

Contatti:

https://www.twisted-rose.com/
https://www.facebook.com/TwistedRoseofficial
https://www.instagram.com/TwistedRoseofficial/
https://linktr.ee/twistedroseband

 

Si sa ben poco di questi Twisted Rose, band tedesca nata nel 2018 e autrice, a quanto si capisce dai loro media, di due ep, una manciata di singoli e questo “Cherry tales”, uscito lo scorso Settembre, ma si sa a che cosa si va incontro una volta che ci si avvicina a quello che parrebbe (un po’ più di chiarezza non guasterebbe, manco fossero dei misantropi blacksters norvegesi!) l’esordio su lunga durata dei quattro teutonici, ossia quel glam-street che ha fatto la fortuna trenta e oltre anni fa di Faster Pussycat, L.A.Guns e Vain, ma con un tocco di tamarraggine crucca che non può mancare e che, in certi frangenti, fa sfiorare il metal tout court.

L’opener “Greed4speed” è quanto di più impattante, vigoroso e lascivo al tempo stesso, con un riff azzeccatissimo e la voce potente e svergognata di Caro, definita nella bio ‘The First Lady of Rock n’Roll’, ok, ma ragazzi torniamo un attimino sulla terra prima di svolazzare verso lidi dove ben altre donzelle hanno già detto molto; vero è che la ragazza ha grinta da vendere e, almeno qui lo dimostra, ma come vedremo, non sarà sempre così. Intanto punterei subito il dito su una produzione che vede una batteria ipertriggerata, che tende a coprire gli altri strumenti, cosa che per un disco del 2023 non è più accettabile, ma evidentemente lo spingere su un sound più martellante è qualcosa che va per la maggiore, però a mio parere va a svilire il marciume streeteggiante che questi gruppi dovrebbero porre in risalto. A farci capire che non siamo di fronte ad un’accozzaglia di depravati sputati fuori da chissà quale buco fumoso del Sunset Strip, ecco che arriva “Wanted”, dove echi di Scorpions e di tamarraggine metallica tipicamente tedesca di cui parlavo anche in apertura, tendono non solo a rendere meno deflagrante l’approccio dei Twisted Rose, ma addirittura fanno scappare anche più di un sorriso non proprio benevolo e se da una parte c’è ancora qualcuno che strippa per queste sonorità quantomeno ingenue, dall’altra ci sono io, e vi assicuro di non essere solo, che queste cose non riusciva ad ascoltarle nemmeno negli anni 80, figuriamoci adesso.

Il disco è un susseguirsi di alti, ad esempio il blues fumoso di “Bring back those days” o quello più sbragato di “Friday night blues”, la struggente ballad “Crossing the line”, l’urgenza punk-street di “Back to the old days” e il metal melodico di “We can’t get enough”, e di meno alti, se non bassi , come la già citata “Wanted” e tutti gli altri pezzi finora non citati, che non sfondano, non hanno tiro, scorrono via senza lasciare traccia e addirittura qua e là sono pure ‘farciti’ da coretti non tanto abilmente truccati in studio, beccatevi gli ‘oh oh oh’ di “Party time” e ditemi se non è così, sono sicuro che se non ci fossero stati quei ritocchi, avrei valutato diversamente il brano, che comunque rimane in un limbo a mo’ di ignavi e a poco serve il lodevole tentativo di passare il giusto messaggio di pace in “World is burning”, perché la canzone non decolla.

Anacronistici? Forse. Amanti delle vecchie sonorità? Sì. Con queste caratteristiche potrei bocciare “Cherry tales”, se non fosse per la volontà dei quattro rockers di tirarsi fuori dal fango della celebrazione pedissequa degli anni 80, con un songwriting perlomeno vario, ora, a mio parere, dovrebbero alzare l’asticella, concentrarsi di più sulle idee valide, che comunque ci sono e lavorarci sopra, sono fiducioso e li aspetto alla prossima puntata.

© 2023, Giorgio Barbieri. All rights reserved.

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