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Recensione

73/100

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Tony Mitchell – Radio Heartbeat – Recensione

21 Luglio 2023 Comment Alberto Rozza

genere: Melodic Rock
anno: 2023
etichetta: Pride & Joy

Tracklist:

1. Blue Lightning
2. Keep The Love Alive
3. Radio Heartbeat
4. Rockin In A Hard Place
5. Top Of The World
6. Another Beat Of My Heart
7. Darkness Remains
8. This Side Of Midnight
9. Borderline
10. Sunflower Girl
11. Find A Way
12. Phoenix Rising

Formazione:

Tony Mitchell – Vocals, Guitars, Keyboards
Miles Meakin - Lead Guitars, Backing Vocals
Eddy Anthony – Drums, Backing Vocals
Nigel Bailey – Bass, Backing Vocals
Rougue Gallery Rock Choir - Backing Vocals

 

Ritorno gradevole in questo inizio estate per il grande Tony Mitchell, artista celebre e poliedrico, noto per la sua militanza nei Kiss Of The Gipsy e per aver preso parte in alcuni progetti di Alice Cooper e Alan Parsons Project.

Partiamo con la bonjoviana “Blue Lightning”, intensa e decisa, che apre in modo magistrale le danze. “Keep The Love Alive” cerca di staccarsi un po’ dal canone, soprattutto nella ritmica forsennata, risultando globalmente piacevole e frizzante. La title track “Radio Heartbeat” non splende per originalità, entrando senza troppa difficoltà nella miriade di esempi di genere, ma comunque egregiamente eseguita e col giusto grado di convinzione. Sound più oscuro con “Rockin In A Hard Place”, vocalmente rude e ritmicamente trascinante, che si getta nella successiva “Top Of The World”, classica ballatona con inizio al pianoforte che tanto scioglie il cuore di noi metallari. “Another Beat Of My Heart” non si scosta di una virgola dal genere: ampio, arioso, ritmicamente colossale, piace nella sua interezza, malgrado non lasci un grandissimo ricordo di sé. “Darkness Remains” si butta ancora sulle atmosfere oscure e tenebrose, che rendono il brano piacevole e intrigante, cosa che lo accomuna al successivo “This Side Of Midnight”, sempre dal sapore misterioso e drammatico. “Borderline” non presenta grandi variazioni sul tema, risultando gradevole ma banale. Leggera e solare, “Sunflower Girl” centra perfettamente il clima e i crismi del genere, passando senza fronzoli e gettandosi nella successiva “Find A Way”, un lento arioso e dolce, che spezza in modo azzeccato l’andazzo del disco. Per il finale, ci imbattiamo in “Phoenix Rising”, molto contemporanea, graffiante e tonante, leggermente più originale ed un po’ fuori genere rispetto al resto del lavoro, che, come il precedente, pecca forse di originalità, nonostante una esecuzione e una resa oggettivamente positiva.

© 2023, Alberto Rozza. All rights reserved.

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